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Fondiss “limitato”, ma pronto a integrare di più le pensioni

da Redazione

Il presidente Nibbio: “BCSM ha confermato che dal 1° luglio torneranno disponibili i 62,4 milioni depositati, più i 539mila euro di interessi.

 

di Daniele Bartolucci

 

Fondiss punta alla piena maturità e questo significa anche essere messo nelle condizioni (normative) di sostenere davvero le future pensioni dei lavoratori sammarinesi, sommandosi al primo pilastro. Di questo ha ampiamente parlato il Comitato Amministratore nella serata pubblica del 21 maggio, davanti a un pubblico finalmente attento e interessato al sistema previdenziale (cosa che ancora non era avvenuta, per dire, alle serate sulla riforma pensionistica). Ma non si è parlato solo di bilanci e di riforme, come ci spiega il Presidente del Comitato Amministratore, l’Avvocato Renato Nibbio.

 

I contributi dei lavoratori depositati sul conto presso Banca Centrale sono stati oggetto nei mesi scorsi di un acceso dibattito: può confermare che dal 1 luglio torneranno nelle disponibilità di Fondiss?

 

“Non sono io ad attestarlo, ma è la stessa Banca Centrale. Lo ha già fatto con un comunicato dello scorso 11 dicembre (disponibile sul sito istituzionale, ndr), e più dettagliatamente con una lettera formale dello scorso 18 maggio con la quale la nuova Direzione Generale di Banca Centrale conferma che “alla scadenza del 30 giugno 2018, le somme allocate nel deposito fruttifero vincolato n° 53/038/17 – che alla data del 30 u.s. ammontavano ad € 62.411.000,00 oltre a rateo interessi pari a € 539.435,01 – ritorneranno nella piena disponibilità di Fondiss”. Tale deposito, alla data del 30 aprile 2018 aveva, pertanto, comportato interessi per € 539.435,01. Inoltre Fondiss, in più occasioni, ed anche con un comunicato dello scorso 20 ottobre (indirizzato ai membri del Governo, ai componenti del Consiglio Grande e Generale, agli organi direttivi di Partiti e Movimenti, alle Associazioni datoriali, alle Organizzazioni sindacali dei lavoratori, ed agli organi di informazione) ha precisato che i contributi degli aderenti a Fondiss non sono stati in alcun modo investiti, ma solo depositati in un apposito conto fruttifero acceso presso Banca Centrale, remunerato al tasso dell’1,30% con orizzonte temporale al 30/06/2018. Infine, lunedì scorso, durante la presentazione del bilancio Fondiss del 2017, i presenti sono stati invitati a prendere diretta visione degli estratti conto dal 31/03/2017 al 10/05/2018 delle giacenze presso Banca Centrale relativi al Conto di gestione Patrimoniale Fondiss n. 10577. Ed è sempre Banca Centrale a precisare, lo scorso 17 maggio, che come si “potrà evincere dall’esame di tali documenti, i movimenti a debito nel periodo riguardano esclusivamente il trasferimento delle somme sui depositi vincolati a termine accesi presso BCSM sempre a nome di Fondiss a far data dal 4 agosto 2018”.

 

Verranno quindi investiti o resteranno depositati presso un conto fruttifero? La gestione e quindi l’investimento di questo patrimonio merita comunque una riflessione: come garantire il miglior rendimento al minore rischio?


“Lo scopo dichiarato dell’incontro con la Cittadinanza non era solo la doverosa presentazione del bilancio annuale, ma anche ricevere indicazioni sulle possibili riallocazioni del patrimonio derivante dalle contribuzioni. La legge istitutiva di Fondiss da un lato apre interessanti ed importanti finalità di impiego, dall’altro impone di garantire agli aderenti la restituzione, sotto forma di rendita, del capitale versato. A ciò va aggiunto che il risultato referendario limita la possibilità di impiego delle risorse all’interno del Paese. In tal modo viene preclusa la possibilità, ad esempio, di ricorrere a forme di investimento assicurativo stante i rilevanti importi che non sono compatibili con il mercato sammarinese. Per questo motivo, in passato e su indicazioni di Banca Centrale (alla quale la legge affida specifiche competenze in materia) il rischio è stato spalmato su più banche sammarinesi e con l’acquisto di prodotti finanziari semplici, cioè di depositi a termine, che comunque presentano un sia pur ridotto margine di rischio, ad esempio, in caso di fallimento dell’istituto bancario. L’art. 4-bis del decreto-legge 7 agosto 2017, n° 93 [successivo all’allocazione di cui sopra] comporta ora la garanzia dello Stato anche sulle “disponibilità finanziare di Fondiss …. depositate … presso banche sammarinesi” . Ciò potrebbe consentire al Comitato Amministratore di Fondiss di valutare un complessivo piano di investimenti fruttiferi, coerente con i propri scopi istituzionali. Nel corso della serata del 21 maggio sono stati richiesti ai presenti suggerimenti per i futuri impieghi, ma soprattutto è stato ribadito ai rappresentanti dei partiti e delle forze sociali la necessità di modifiche alla legge per poter cogliere le loro aspettative. Il Comitato Amministratore di Fondiss, nell’individuare gli istituti di credito nei quali allocare le risorse, si è sempre attenuto a gare pubbliche e ciò e quanto farà anche per il futuro. Non sfuggirà, pertanto, che laddove decidesse di depositare dal prossimo 1° luglio gli oltre sessanta milioni dei contributi degli aderenti nel sistema bancario privato sammarinese, proprio a seguito della garanzia dello Stato offerta dal decreto-legge 93/17, lo potrà fare senza un’analisi della solidità degli istituti, ed anche senza la necessità di “spalmare” il rischio, potendo depositare presso un’unica banca e cioè in quella che offrirà il tasso più alto. Lo scopo del Comitato Amministratore di Fondiss è, infatti, quello di garantire le condizioni economiche più vantaggiose ai propri aderenti. Non può però sfuggire che una “corposa iniezione” di liquidità in una sola banca potrebbe avere effetti dirompenti sul sistema bancario. Per questo motivo parrebbe necessario ed urgente un opportuno provvedimento legislativo, senza il quale il Comitato Amministratore di Fondiss si atterrà alla legge nella massima trasparenza delle procedure”.

 

Nell’ambito di una complessiva riforma del sistema previdenziale, che ruolo può avere Fondiss?

 

La previdenza complementare ha il compito di garantire migliori condizioni pensionistiche calcolate sui contributi effettivamente versati, poiché il cd Primo pilastro non potrà garantire in futuro rendite pensionistiche analoghe alle ultime retribuzioni percepite. Ma l’attuale contribuzione obbligatoria a Fondiss non può certamente rappresentare una soluzione, poiché è in misura troppo bassa. Infatti, nel corso della illustrazione del bilancio 2017, sono anche state presentate tabelle riferite alla effettiva contribuzione per fasce d’età. Da queste è stato facile rilevare che quasi la metà dei lavoratori sammarinesi ha attualmente sul proprio “conto personale Fondiss” un totale di meno di duemila euro. Inoltre, preso ad esempio un lavoratore sammarinese venticinquenne risulta un versamento medio mensile di poco più di 55 euro, quando una tabella pubblicata su Milano Finanza dello scorso 17 marzo, elaborata da Progetica, suggeriva un versamento fra gli 84 ed i 138 euro. Per incentivare la consapevolezza della necessità di aumentare le contribuzioni, è mia opinione che piuttosto di un sostanziale raddoppio obbligatorio dei versamenti, del quale si sta parlando, ciascuno dovrebbe essere libero di costruirsi la propria rendita. Per questo motivo, su richiesta del Comitato Amministratore di Fondiss, l’Istituto di Sicurezza Sociale sta approntando un apposito simulatore previdenziale, presentato nel corso della serata e già in avanzata fase di test. Un apposito software che collegato al conto previdenziale Fondiss di ciascun aderente a Fondiss gli consentirà di stimare di quanto sarà opportuno integrare volontariamente le trattenute obbligatorie per raggiungere il futuro rendimento pensionistico sperato. E’, comunque, evidente che il risultato ottimale si potrà raggiungere estendendo la valenza del “simulatore” anche al Primo pilastro, anche sull’esperienza della cd. “busta arancione” dei Paesi nordici e sul servizio “calcola la mia pensione” dell’INPS. Inoltre, grazie alla rinuncia del compenso da parte di due presidenti di Fondiss, il prossimo anno scolastico verrà bandito un concorso a premi per sensibilizzare gli studenti sull’importanza della previdenza complementare”.

 

LE QUESTIONI APERTE


Sono diverse, comunque, le questioni aperte che il Comitato Amministratore ha elencato nel corso della serata pubblica del 21 maggio. A iniziare dal fatto che “è stato ribadito l’invito alle forze politiche per urgenti modifiche a Fondiss”, spiega il Presidente Nibbio. “In primo luogo sulla necessità di porre una netta distinzione normativa fra previdenza ed assistenza; stimolando e sostenendo l’effettivo inserimento della previdenza complementare nella contrattazione collettiva anche aziendale”. Poi c’è la questione dei morosi: “La constatazione, allo scorso 30 settembre 2017, di una morosità pari ad € 1.125.939,54 ed a partite non riscuotibili per € 16.653,83 comporta anche la necessità della costituzione di un fondo di garanzia per i lavoratori che non si sono visti accreditare le contribuzioni dal datore di lavoro”. E qui c’è un problema, perché “per il cosiddetto Primo Pilastro provvede già il Fondo servizi sociali, nulla per quanto riguarda Fondiss”.

Poi, prosegue Nibbio, “è necessario definire un periodo temporale di erogazione della rendita finanziaria, che è cosa ben diversa dalla rendita pensionistica solidaristica”.

Altro, “ma non ultimo, punto dolente” – oramai ripetuto da anni – “è quello che riguarda la governance di Fondiss che attualmente vede un Comitato Amministratore i cui componenti non hanno uguali diritti di voto, oltre alla considerazione che il legislatore ha imposto il limite dei due mandati anche a coloro che sono designati dalle forze sociali”. E sempre riguardo la governance “ancora una volta sono state manifestate forti perplessità sull’ipotesi di riforma della previdenza che prevede la soppressione del Consiglio per la Previdenza e del Comitato Amministratore di Fondiss, affidando la gestione dei fondi esistenti di primo e secondo pilastro in capo a figure competenti in materia finanziaria, magari in organico alla stessa PA, e lasciando alle parti sociali il compito di verificare periodicamente l’andamento della gestione. Si tratterebbe, come ben evidente”, spiega Nibbio, “di esautorare “chi ci mette i soldi”, anche con motivazioni insussistenti quali il contenimento dei costi. Al limite del risibile ove si consideri che, ad esempio, il costo vivo del Comitato Amministratore di Fondiss è stato nel 2017 di 25.899 euro, contro un incasso di € 39.488 per le penalità applicate in caso di ritardato o mancato versamento. Ed in ogni caso, come si potrà leggere nella relazione del Collegio Sindacale al bilancio [pubblicato, come di consueto, sul sito istituzionale di Fondiss] “i costi di gestione… non hanno inciso sul saldo dell’attivo netto destinato alle prestazioni degli iscritti”.

 

LE PROIEZIONI


Una delle novità presentate il 21 maggio è senza dubbio il simulatore previdenziale. Presto, probabilmente già entro l’estate, sarà operativo online e permetterà di determinare la presunta pensione integrativa in base alla propria posizione pensionistica e ai versamenti obbligatori e volontari. Sicuramente aiuterà gli iscritti a prendere coscienza che gli attuali versamenti per la previdenza complementare sono assolutamente insufficienti per garantire una prestazione integrativa dignitosa. Tanto che, lo stesso responsabile del servizio ha illustrato la sua situazione di lavoratore dipendente, nato negli anni ’70 e con un orizzonte di uscita dal lavoro verso il 2033. Una situazione del tutto simile a molte altre posizioni quindi. Per lui si prospetta un montante contributivo accumulato negli anni di poco più di 24mila euro compresi i rendimenti maturati, che dovrebbero generare una pensione integrativa di poco meno di 74 euro al mese, o anche di 51 euro, nel caso richiedesse il rimborso – previsto come opzione – del 30% del montante accumulato (7.300 euro circa). In pratica il 2,7% del tasso di sostituzione: una cifra troppo bassa per poter essere considerata una pensione integrativa a tutti gli effetti. Anche per questo il Comitato Amministratore spinge sulla possibilità di eseguire versamenti volontari (quindi senza aumentare le aliquote ordinarie, che peserebbero sul costo del lavoro per le aziende o deprimerebbero troppo i consumi se fossero generalizzate), ovviamente aumentando la quota di defiscalizzazione. In pratica ogni lavoratore saprebbe già oggi quanto “incasserebbe” con il simulatore, ma anche pianificare l’aumento di quegli incassi.

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