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“San Marino si ispiri alla Svizzera”

da Redazione

Intervista in esclusiva di San Marino Fixing oggi in edicola (e scaricabile gratuitamente on line sul nostro sito) al professor Andrea Aparo, docente presso La Sapienza di Roma e il Politecnico di Milano. Il professor Aparo parla di come affrontare l’incertezza nella gestione aziendale, e consiglia a San Marino di seguire l’esempio della Svizzera.

Di Alessandro Carli

“Gestire l’incertezza nelle decisioni d’impresa, oggi”, una riflessione sullo stato dell’arte della crisi, ma allo stesso tempo un’opportunità di confronto – rivolto a imprenditori e dirigenti degli istituti di credito della Repubblica – per uscire dall’empasse.
La settimana scorsa la Fondazione San Marino – in accordo con la Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino S.p.A. – ha ospitato un prestigioso seminario, coordinato da The European House Ambrosetti e condotto dal professor Andrea Aparo, docente presso l’Università “La Sapienza” di Roma e presso il Politecnico di Milano: un’occasione per fare il punto della situazione e per individuare le strade da perseguire.
Secondo il modello mentale imperante, “la gestione ottimale dell’incertezza – ha spiegato alla platea il professor Aparo – si ottiene riducendo/eliminando le incertezze e le sorprese del futuro e per raggiungere tale risultato occorre affidarsi alla scienza e ai suoi avanzamenti”. Ma la scienza, per sua stessa definizione, ha sempre a che fare con eventi passati, non scopre mai verità ma asserisce semplicemente cosa è vero e cosa è falso, non fornisce “certezze” ma apre nuove possibilità, ovvero nuovi domini d’incertezza. “Di conseguenza – ha proseguito – occorre adottare sistemi di riferimento aperti. Con quali abilità, dunque, si può cambiare il proprio modello mentale in modo da posizionarsi ‘efficacemente’ fra certezze e incertezze? Non si può tuttavia, adottare un approccio open se manca una profonda conoscenza della materia, ovvero del settore in cui si opera”. A livello d’impresa, in particolare, è quanto mai necessaria l’esplicitazione, manutenzione ed evoluzione continua della visione, della missione, degli obiettivi e delle strategie. Occorre, infine, adottare un approccio etico alle decisioni, cioè risolvere i dilemmi prima che questi si presentino.
Professor Aparo, cosa possono fare le aziende di San Marino per combattere la crisi globale?
“Non si tratta di combattere o limitare la crisi. Si tratta di rafforzare quelli che sono i punti di forza, e ragionare in termini di opportunità, soprattutto in termini di nicchia. Non bisogna però farsi contagiare dalla paura: la paura ti paralizza. E’ una situazione che deve indurre stress. Deve ‘creare’ una voglia di reazione. Attraverso la reazione si può uscirne fuori. Ci sono sempre stati alti e bassi. La cosa importante è avere la certezza di crescere”.
Secondo lei la Repubblica di San Marino dovrebbe ‘seguire’ il modello di qualche altro piccolo Stato?
“L’esempio migliore per la Repubblica di San Marino è quello della Svizzera. Avendo moltissimi elementi in comune, in termini di vantaggi, svantaggi, rischi e opportunità, una delle cose interessanti del modello elvetico è che esiste una certa quantità di persone che non lavora più una singola azienda bensì per un consorzio di imprese. A seconda di chi prende la commessa, le persone vanno a lavorare per quella determinata azienda. In questo modo si riesce a massimizzare l’uso delle maestranze, minimizzandone i tempi morti e gli sprechi, e aumentando di conseguenza il vantaggio competitivo. L’altro esempio da prendere dalla Svizzera è che la tecnologia, quando si è ‘piccoli’, è di assoluta importanza: produrre poco ma ad altissimo valore aggiunto”.
A proposito di tecnologia, da qualche tempo a San Marino si parla di una ‘cablatura’ totale del Monte Titano. Può essere una soluzione per le aziende?
“Non è una soluzione, parlerei piuttosto di una infrastruttura che consente l’accesso a un mondo di informazioni e di conoscenze di assoluta importanza. E’ uno strumento base per poter copiare. Bisogna ricordarsi che per saper copiare bisogna saperne tanto quanto la persona che è uscita in prima battuta con quel prodotto, con quel modello, con quel concetto. E basta aggiungere un piccolo miglioramento per avere un vantaggio competitivo”.
Quanto può contare l’appoggio della politica all’interno di un rilancio delle PMI?
“In Svizzera è in essere una quota minima di politica e una quota massima di amministrazione. Ciò che serve non è una politica come confronto di ideologie ma una politica intesa come capacità di amministrare il bene pubblico. Se lo si fa in maniera virtuosa, i risultati arrivano”.
 

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