Home FixingFixing San Marino, imprese e occupazione: meglio del 2018 ma peggio del 2019

San Marino, imprese e occupazione: meglio del 2018 ma peggio del 2019

da Redazione

Pubblicati dall’UPECEDS i “numeri” del terzo trimestre del 2020: visto l’annus horribilis dovuto all’epidemia da Covid-19, sino alla fine di settembre il sistema Paese ha “tenuto”. I problemi però iniziano adesso: diverse aziende sammarinesi hanno visto ridurre le commesse estere e conseguentemente hanno dovuto attivare le riduzioni di personale.

tabella apertura

 

di Alessandro Carli

 

Viste le premesse – quindi l’emergenza legata al Covid e le sue ricadute sull’economia – nel complesso i numeri del Sistema Paese sino alla fine di settembre 2020 hanno dimostrato una buona tenuta. Il problema però sta emergendo ora: diverse aziende sammarinesi difatti hanno visto ridurre le commesse estere (dall’Italia ma non solo) e conseguentemente hanno dovuto attivare le riduzioni di personale. Tanto è vero che il Segretario di Stato al Lavoro, Teodoro Lonfernini, nei giorni scorsi ha dichiarato: “stiamo visionando gli ultimi dati sull’occupazione e nono sono assolutamente dei dati felici”.

Sicuramente anche dall’Italia si vedranno gli effetti delle nuove restrizioni volute dal Governo del Premier Giuseppe Conte. Restrizioni che interesseranno – per motivi di vicinanza e di interscambio commerciale – anche il tessuto economico del Monte Titano.

 

UPECEDS: I NUMERI DEL III TRIMESTRE 2020

 

Forza di lavoro e numero di imprese attive sul territorio in contrazione sia rispetto ad agosto 2020 che a settembre 2019 ma anche una diminuzione del numero dei disoccupati in senso stretto. Sono questi i dati che spiccano dal bollettino del terzo trimestre “firmato” dall’UPECEDS, molto interessante per “capire” le ricadute della pandemia da Covid-19 sulla Repubblica di San Marino. Numeri che, come si può vedere nella tabella, abbiamo messo a specchio anche con il mese di settembre 2018 al fine di avere una fotografia più “allargata” nel tempo e capire come si sono “mosse” le singole voci. Prima di andare nei dettagli (complessivamente comunque i dati del 2020 sono migliori rispetto a quelli del 2018, soprattutto per quanto riguarda i dipendenti totali e quelli che operano nel settore privato), i numeri della Cassa Integrazione Guadagni, riferiti al primo semestre del 2020.

 

CASSA INTEGRAZIONE OLTRE I 9 MILIONI

 

La CIG liquidata, nel periodo gennaio – giugno 2020, ammonta a € 9.310.069,00 con un totale di 2.093 aziende che ne hanno fatto ricorso. Nel 2020 è stata introdotta una nuova una causa per la Cassa Integrazione denominata “Riduzione di operatività determinata dal rischio di contagio da COVID-19 o dalle ripercussioni dovute alla sua diffusione”, a cui nel periodo marzo- giugno hanno fatto ricorso 1.721 aziende, per un totale di 1.518.335 ore e € 8.661.067,00 di importo liquidato. Oltre il 70% delle imprese con almeno un dipendente ha richiesto la CIG a causa dell’epidemia. Il settore che ne ha maggiormente usufruito è quello manifatturiero (30% delle ore liquidate), seguito seguito dal “Commercio” e “Attività di Servizi di Alloggio e Ristorazione” che hanno usufruito del 18% e del 15% delle ore di cassa integrazione con tale causa.

 

L’ECONOMIA REALE: IN CALO IL NUMERO DELLE IMPRESE

 

Il numero totale delle imprese presenti e operanti in Repubblica, alla fine del terzo trimestre 2020, è stato di 4.948: rispetto a un anno fa la diminuzione è stata pari a 84 unità (-1,7%) e ha coinvolto quasi tutti i settori, dal “Noleggio, Agenzie di viaggio, Servizi di supporto alle Imprese” (-13 unità, pari al -6,6%) alle “Attività Professionali, Scientifiche e Tecniche” (-24 unità, pari al -2,4%), passando per il “Commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli” (-15 unità, pari al -1,4%), le “Attività Manifatturiere” (-13 unità, pari al -2,5%) e “Agricoltura, Silvicoltura e Pesca” (-5 unità, pari al -8,2%). Le attività manifatturiere, nello specifico, sono passate da 524 imprese di settembre 2019 a 511 di settembre 2020.

 

L’OCCUPAZIONE NEL SETTORE PRIVATO

 

Ad una diminuzione del numero di aziende ha fatto seguito una contrazione dei lavoratori: mentre a settembre 2019 il totale erano 19.975, a settembre 2020 i dipendenti sono stati 19.901. Scende anche il numero degli indipendenti, che sono passati da 1.712 unità di un anno fa a 1.660, ma anche quello dei disoccupati in senso stretto: erano 1.006 il 30/09/2019, sono 915 al 31/09/2020. Nonostante le difficoltà è ancora la manifattura il “volano” per l’occupazione. A fronte di una contrazione del numero di imprese, è cresciuto quello che riguarda i lavoratori: a settembre 2019 erano 6.453, a settembre 2020 invece 6.497. Sempre nello stesso periodo è sceso anche numero dei frontalieri, da 6.319 a 6.191. Il totale dei dipendenti del settore privato al 30 settembre 2020 è stato di 16.184 (16.355 a settembre 2019).

 

L’OCCUPAZIONE NEL SETTORE PUBBLICO

 

Il settore pubblico allargato sembra seguire il trend del manifatturiero con una crescita dei lavoratori, da settembre 2019 (3-640) a settembre 2020 (3.717), di 77 unità. Tra i settori che hanno “assunto” di più troviamo la Pubblica Amministrazione (da 2.042 a 2.106) e l’Azienda Autonoma per i Servizi (da 199 a 227). Più o meno invariati invece gli altri enti statali: ISS (1.088 a settembre 2019, 1.084 a settembre 2020), Università (da 38 di un anno fa a 35 del 2020) e CONS (sempre 11).

 

I TRASPORTI E LA POPOLAZIONE

 

Al 30 settembre 2020 il totale dei veicoli registrati nella Repubblica di San Marino è di 52.667 (173 veicoli in meno nell’ultimo anno) e le immatricolazioni di veicoli, 1.845 nei primi nove mesi del 2020, hanno registrato una diminuzione di 773 unità (-30%) rispetto allo stesso periodo del 2019. Un decremento, evidenzia l’UPECEDS, “imputabile prevalentemente alle automobili, che da gennaio a settembre 2019 hanno raggiunto 1.310 immatricolazioni, 585 in meno rispetto allo stesso periodo del 2019”. Il decremento ha coinvolto sia le auto usate che quelle nuove. Si registra un saldo positivo sulle immatricolazione di auto elettriche o ibride, che ammontano a 189 unità, 57 in più rispetto all’anno precedente.

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