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Comitato di Contatto Riunione interlocutoria

da Redazione

Tre ore di incontro a Roma tra le delegazioni : l’Italia chiede concretezza. Apprezzamento per il nuovo corso in tema di rogatorie internazionali.

di Saverio Mercadante

 

Dodici contro diciassette per dire senza mezzi termini: “Vogliamo concretezza, fatti, collaborazione”. La partita interlocutoria che si è giocata a Roma lunedì all’interno del Comitato Tecnico, l’organismo previsto dall’accordo valutario del 1991, ha visto in campo una nutrita squadra sammarinese, ben diciassette tecnici nella delegazione sammarinese guidata da Luca Beccari, coordinatore per la segreteria di Stato per le Finanze. Dodici da parte italiana. E la delegazione sammarinese si è presentata a Roma portando in dote la revoca da parte del Congresso di Stato, “a seguito di un lungo lavoro in collaborazione con le Fiamme Gialle” come ha dichiarato il Segretario di Stato Arzilli, di cinque società operanti soprattutto nel settore della elettronica, e in particolare della telefonia, ed una nel settore alimentare: erano sospettate di frodi “carosello” o “cartiere”. E il contrasto a questo tipo di truffe è stato uno dei temi caldi della lunga riunione durata più di tre ore. Voluta, pare, proprio dall’Italia, che ne ha fatto richiesta una decina di giorni fa. E se l’Italia s’è mossa per prima questa volta, forse l’incontro lo si può leggere come un leggero segno positivo: si è deciso a Roma che è ora di chiudere il dossier sammarinese mentre ci si sta avvicinando alla chiusura della finestra dello scudo fiscale. L’altro punto a favore per la delegazione sammarinese è stata la conferma da parte dei tecnici del Ministero della giustizia di una inversione di tendenza in tema di rogatorie. Il clima positivo su questo fronte sembra che abbia portato alla richiesta da parte italiana di un tavolo di approfondimento per eventuali modifiche che rendano ancora più efficienti i rapporti. Insomma, le risposte veloci prodotte dal tribunale sammarinese hanno lasciato il segno. Ma è sul tema delle frodi e dei dati sull’interscambio che l’Italia pretende molto di più da parte della Repubblica di San Marino. E’ stata valutata l’attività degli uffici di controllo e di collegamento in collaborazione con la Guardia di Finanza, sono state richieste più risorse nella lotta contro le frodi, è stata sottolineata l’importanza di un maggiore impegno all’interno dello Stato Sammarinese per la repressione dei crimini finanziari. Insomma, se le leggi ci sono vanno applicate senza mezzi termini. Non si può solo collaborare, ma bisogna anche reprimere all’origine, come è stato fatto con le sei società che complessivamente avevano un fatturato di 120-130 milioni di euro versando non più di 40.000 euro di Igr. E avevano due dipendenti. Una caso di scuola, verrebbe da dire, da letteratura fiscale. La delegazione del Titano ha dato anticipazioni sulla riforma fiscale che include l’inasprimento delle sanzioni per gli illeciti tributari e ribadita l’intenzione per un maggior rafforzamento del Clo e dell’Ufficio di controllo. Altro tema all’ordine del giorno: Banca Centrale. Sono state descritte le fasi che hanno portato alle recenti dimissioni del Presidente Biagio Bossone e e Direttore Generale Luca Papi che molte perplessità avevano suscitato in Italia. Al tavolo tecnico erano presenti anche il Presidente e il Direttore di Banca Centrale, Ezio Paolo Reggia e Mario Giannini: hanno illustrato il nuovo corso del-l’istituto centrale nel segno di un’autorità di vigilanza forte in grado di dare stabilità e reputazione al sistema finanziario. L’Italia anche qui vuole toccare con mano, vuole fatti. La buona prontezza di riflessi nel nominare i nuovi vertici, anche se la brevità del mandato di Reggia lascia parecchie perplessità, e la stessa vigilanza rafforzata con sette nuovi ispettori, sono i segnali di buona volontà che San Marino manda all’Italia. La delegazione ha poi toccato quello che sta diventando un miraggio: l’accordo contro le doppie imposizioni. Forte sollecitazione perché l’accordo è propedeutico a una maggiore collaborazione e a una chiarificazione dei rapporti delle imprese con l’Italia. Ma qui è la politica che deve decidere il quando. Intanto Fabrizia Lapecorella, direttore generale delle Finanze intervistata da Marco Mobili de Il Sole 24Ore, alla domanda sui tempi delle firme degli accordi già parafati, ha dichiarato che possono essere possibili anche in pochi mesi e potrebbero essere prevalentemente i paesi della ex lista dell’Ocse, tra cui appunto anche San Marino, Monaco e Liechtenstein. Il testo è già stato parafato il 25 giugno.

 

Caso Delta

Al momento in cui andiamo in stampa, martedì 23 marzo, è in corso a Roma una riunione che per molti analisti italiani dovrebbe essere decisiva per le sorti del Gruppo Delta. Nella sede di Banca d’Italia un summit fra le banche creditrici di Delta, i commissari Bruno Inzitari, Antonio Taverna ed Enzo Ortolan, e gli advisor di Carisp San Marino KpmgAdvisory e i professori Giuseppe Lusignani e Marco Lamandini delegati a rintracciare soggetti interessati all’acquisizione delle quote. Siamo al redde rationem per evitare la liquidazione coinvolgendo le banche creditrici e chiedendo loro un intervento proporzionale alla rispettiva posizione. Al centro dell’operazione sempre la volubile Intesa San Paolo evidentemente ancora molto interessata al gruppo leader del credito al consumo e nella cessione del quinto. La quale chiede garanzie sulla tenuta patrimoniale e su azioni di rivalsa post acquisizione. La procedura, come per Fingruppo e Risanamento dovrebbe essere quella della ristrutturazione del debiti prevista dall’articolo 182 bis.

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