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San Marino, rifiuti: costi in aumento, serve “cambiare passo”

da Redazione

Un’ottimizzazione permette di liberare risorse per gli investimenti. Non ci saranno problemi per il trasporto di quelli “transfrontalieri”.

 

di Alessandro Carli

 

Anche nella Repubblica di San Marino si sta riverberando il problema legato ai costi e alla gestione dei rifiuti. Nonostante il nuovo anno sia iniziato da poco più di 60 giorni, le imprese del territorio si stanno scontrando con l’aumento dei prezzi e con la mancanza di spazi adeguati per il conferimento. Una tematica di estrema attualità che IAM, già da qualche mese, sta affrontando. “Ci siamo mossi per tempo – raccontano i titolari dell’impresa – e alla fine del 2018 abbiamo acquisito una serie di spazi all’estero che ci permetteranno di dare continuità al nostro lavoro e di garantire, per tutto l’anno, una corretta gestione dei rifiuti”.

Gli aumenti dei prezzi non dipendono dal Titano ma dall’Italia: lo Stato difatti – come ha rimarcato con forza anche Confindustria qualche mese fa (“Occorre creare un ciclo virtuoso e integrato dei rifiuti, all’interno del quale sono necessari anche i termovalorizzatori”) – ha posto il niet sulla costruzioni di nuove discariche per tutti i rifiuti definiti “non recuperabili”. Una scelta che ricade anche sulle imprese del Monte. Quindi, cosa fare? “Per tutto il 2019 i costi aumenteranno. Premesso che non ci saranno problemi per il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti che verranno ‘transfrontalierati’ in Italia e nonostante la gestione sia il nostro business primario, invitiamo le aziende a ‘cambiare passo’ e quindi a combattere gli sprechi”.

Tra i servizi che IAM fornisce ai suoi clienti c’è anche quello della consulenza gratuita. Basta una email o una telefonata. “Sin da quando abbiamo aperto l’attività siamo disponibili a dare tutte le informazioni che servono – proseguono -. Siamo consapevoli che il rifiuto è una voce importante per l’economia di un’azienda. Tagliarla quindi significa ottimizzare i costi e liberare risorse da destinare agli investimenti”.

Il mercato propone due soluzioni per ridurre le spese: affidarsi a fornitori che operano a costi molto bassi – soluzione che può essere buona per le emergenze ma che alla lunga non premia (l’allineamento agli standard di sicurezza ha sempre un costo perché la qualità si paga, ndr) oppure operare “internamente”, abbattendo – almeno in parte – le “uscite” destinate ai rifiuti e, per le categorie non “gestibili” in maniera autonoma, affidarsi a chi opera secondo le normative.

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