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Sotto il segno del “Codice 729”

da Redazione

Dal 1 gennaio 2009 le banche sammarinesi devono operare come istituti non appartenenti all’UE. Il Codice 729 segna l’inizio del 2009 e scandisce giorni completamente diversi per le banche sammarinesi.
 

Il 729 è il numero che contrassegnerà, secondo la circolare della Banca d’Italia, gli istituti di credito sammarinesi come non appartenenti all’Unione Europea. Quindi nessuna proroga, nessun rinvio, da parte dell’autorità italiane, la fine dell’anno bisestile ha segnato un mutamento decisivo che certamente non favorirà i cittadini e le imprese della Repubblica.
“Tutto questo – sottolinea il Segretario Generale Carlo Giorgi nelle pagine interne – evidenzia la crisi perdurante delle relazioni tra Italia e San Marino che vantano invece una tradizione di rapporti concreti e costruttivi capaci di cogliere gli interessi dei due Paesi”.
Ha dichiarato alla stampa nei giorni scorsi il Segretario di Stato per le Finanze Gabriele Gatti: “Dovremo risolvere tutte le divergenze che si sono create negli ultimi anni. Credo che la prossima visita ufficiale a San Marino del ministro Franco Frattini dimostri che i tempi delle incomprensioni stiano per finire”.
L’economia sammarinese ha bisogno di scelte rapide, efficienti, che consentano agli attori del sistema paese sammarinese di muoversi senza inciampi sulla scena interna ed internazionale. Per rinnovare e rilanciare la libertà di questo Paese.
E’ arrivato il primo gennaio 2009. E’ il tempo del codice 729. Quello per il quale le banche sammarinesi saranno considerate istituti di credito non appartenenti all’Unione Europea.
Il tema è scottante, controverso, e alimenta una volta di più le polemiche interne ed esterne sui rapporti con l’Italia. Mette al centro delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi la risoluzione definitiva di una materia che interessa uno dei settori nevralgici della Repubblica di San Marino.
Ha dichiarato alla stampa nei giorni scorsi il Segretario di Stato per le Finanze Gabriele Gatti: “Dovremo risolvere tutte le divergenze che si sono create negli ultimi anni. Credo che la prossima visita ufficiale a San Marino del ministro Franco Frattini dimostri che i tempi delle incomprensioni stiano per finire. Dovremo fare di tutto per inserire San Marino nella white list. La situazione difficile – aggiunge – esiste da parecchi mesi, i primi rimproveri del Moneyval risalgono ad un anno fa. Sono dell’idea che la nuova maggioranza debba lavorare molto e parlare poco: servono regole chiare e precise, altrimenti avremo sempre problemi ”.
Ma le difficoltà permangono e sarebbe insensato non sottolinearle: minacciano con tutta evidenza l’operatività degli istituti bancari e anche quella delle aziende.
Le conseguenze sul fronte bancario sono sotto gli occhi degli operatori.
Iccrea ha sospeso il servizio di emissione di assegni circolari per San Marino, ma non è il solo. Anche l’Istituto Centrale delle Banche popolari italiane ha deciso di battere la stessa strada sospendendo il il servizio per alcune banche sammarinesi.
Probabilmente è una decisione dettata dalla proverbiale prudenza del settore bancario.
Se la Banca d’Italia ha deciso di contrassegnare le banche sammarinesi con il codice 729 e quindi considerarle extracomunitarie, i gruppi bancari italiani come ICCREA avrebbero dovuto richiedere l’autorizzazione della Banca Centrale italiana. E per il momento hanno scelto di rimanere in stand by. Ma le difficoltà si riversano a cascata anche sul fronte delle imprese. La difficoltà nel cambio degli assegni da parte dei privati o delle imprese nelle banche del circondario, e l’aumento dei costi potrebbero obbligare le aziende del Titano ad accendere conti correnti in Italia.
Carlo Giorgi, Segretario Generale dell’Assoindustria, nei giorni scorsi alla stampa ha mostrato forti perplessità sulla mancanza di una soluzione che non penalizzi l’operatività ordinaria delle imprese della Repubblica di San Marino.
“E’ necessario cercare soluzioni alternative per poter operare. Una commissione è di fatto trattabile ma non è una prospettiva dignitosa. È assurdo pensare che i privati trovino soluzioni che dovrebbero essere appannaggio del politico. Tutto questo evidenzia la crisi perdurante delle relazioni tra Italia e San Marino che vantano invece una tradizione di rapporti concreti e costruttivi capaci di cogliere gli interessi dei due Paesi”.
“Quindi ritengo – aggiunge il Segretario Generale dell’Anis – che l’ipotesi di un fallimento di questa trattativa non sia nemmeno lontanamente ipotizzabile perché avvierebbe un mutamento radicale degli accordi vigenti tra i due Paesi”.
“Occorre anche affermare – conclude Carlo Giorgi – che la tempistica per la risoluzione della questione sul tappeto avrà una forte incidenza per i cittadini e le imprese”.
Decisiva, rimane come non mai all’interno di questa situazione di precarietà prolungata, la nomina del nuovo presidente della Banca Centrale. Il Governo nei prossimi giorni, dovrebbe prendere la decisione che tutti si aspettano senza ulteriori rinvii, che minerebbero, senza tema di smentita, la credibilità dello stato sammarinese.
Antonella Mularoni, Segretario di Stato per gli Affari Esteri e Gabriele Gatti, Segretario di Stato per le Finanze, hanno anticipato alla stampa che il nuovo Presidente di Banca Centrale della Repubblica di San Marino, sarà un italiano.
“La nostra scelta è già stata fatta: sarà un italiano – ha dichiarato il Segretario di Stato per gli Affari Esteri – in questo momento serve una autorità in materia, con esperienza e carisma”.
“La scelta del presidente di Banca Centrale sarà determinante. Occorre – ha sottolineato il Segretario di Stato alle Finanze – una personalità autorevole in grado di ridare slancio alla Banca Centrale e al sistema bancario sammarinese”.
Saverio Mercadante

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