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San Marino, ben 1.500 pensionati frontalieri in attesa di un’interpretazione

da Redazione

L’ISS eroga loro 1 milione di euro di pensioni. Su cui potrebbero non pagare più le tasse in Italia. Fossati e Toni (CSIR) frenano: “Teorie contrastanti, bene l’apertura di un dibattito”.

 

di Loris Pironi

 

Dove devono pagare le tasse i pensionati frontalieri? L’ardua sentenza è stata sollevata da San Marino Fixing nelle scorse settimane, perché l’interpretazione della Segreteria di Stato alle Finanze di San Marino – Commentari OCSE alla mano – pare andare in una direzione ben precisa. E cioè quella che se le pensioni sono erogate dall’ISS le tasse, i pensionati, le devono pagare soltanto a San Marino.

Tutto ruota attorno a quella complicata locuzione attorno a cui si snoda il comma 2 dell’articolo 18 della Convenzione Bilaterale tra Italia e San Marino, in vigore dal 1 gennaio 2014, che si riferisce ai redditi da pensione e altri pagamenti analoghi e al Comma 2 assicura che – quale eccezione a quanto affermato nel Comma 1 – le pensioni e altri pagamenti analoghi ricevuti nell’ambito della legislazione di sicurezza sociale di uno Stato contraente sono imponibili soltanto in detto Stato”. Cosa si intende per “Legislazione di sicurezza sociale”? E il “detto Stato” si riferisce davvero – questa è la nostra interpretazione – allo Stato che eroga le pensioni?

Abbiamo raccontato la scorsa settimana che il caso sollevato dal nostro settimanale è stato preso in mano dall’On. Tiziano Arlotti, parlamentare del Partito Democratico, che a sua volta ha contattato personalmente e direttamente Attilio Befera, Direttore Generale dell’Agenzia delle Entrate. “A breve avremo una risposta”, ci aggiorna Arlotti. Incrociamo le dita, insomma.

 

I numeri del fenomeno

 

Per un lavoratore italiano che ha lavorato una vita da frontaliere a San Marino e si è portato a casa una pensione media da 25 mila euro l’anno, il risparmio nel caso dovesse pagare solo le tasse a San Marino sarebbe non indifferente: parliamo di circa 4 mila euro l’anno. I numeri dei lavoratori li fornisce a Fixing l’Ufficio Prestazioni Economiche dell’Istituto per la Sicurezza Sociale di San Marino. I titolari di pensione I.S.S. che risiedono fuori del territorio della Repubblica di San Marino sono 1.468 e l’ammontare delle pensioni erogate a questi soggetti è pari ad € 1.083.798,89.

Numeri relativamente piccoli per la realtà nazionale italiana, ma certo non indifferenti sul Titano: per intendersi le pensioni erogate dall’ISS sono poco più di 8 mila in tutto. Numeri che in virtù dei rapporti tra Italia e San Marino potrebbero anche far pendere la bilancia dalla parte degli ex lavoratori frontalieri, perché si tratta di numeri così bassi da non scontrarsi con le esigenze di realpolitik economica in tempo di crisi.

 

Lo CSIR: andiamo con i piedi di piombo


“Ancora naturalmente non sappiamo a quali conclusioni si arriverà nell’interpretazione di questa norma: c’è questa interpretazione interessante della Segreteria di Stato alle Finanze, occorre capire gli organismi politici in Italia come la pensano”, spiega a Fixing Massimo Fossati, Presidente dello CSIR, il Consiglio Sindacale Interregionale. “Diciamo però che è già un risultato positivo il fatto che si sia finalmente aperto un dibattito sulla questione dei pensionati frontalieri”.

Fossati tira il freno a mano sulle aspettative: “Siamo e dobbiamo essere molto prudenti, è indispensabile una riflessione collettiva perché siamo di fronte ad una situazione molto complicata. Aspettiamo e vediamo quali interpretazioni verranno portate avanti. Diciamo che per i pensionati frontalieri ci troviamo a dover affrontare un limite molto forte, quello dell’assenza di una franchigia come per i lavoratori frontalieri, ma ci sono diverse possibili soluzioni che potrebbero permettere di trovare un equilibrio all’insegna dell’equità”. Perché, illustra Fossati, il problema è relativo ai costi e ai contributi per i servizi che devono essere erogati agli ex lavoratori: chi se ne deve prendere carico? Si tratta di fatto di un problema più politico che tecnico, e la “questione San Marino” rappresenta soltanto una piccola parte di un mosaico molto più ampio.

Al Presidente dello CSIR non possiamo però non rivolgere una domanda. È vero che i pensionati frontalieri hanno motivi per sentirsi discriminati rispetto ai lavoratori frontalieri? Perché la nostra impressione è che, al di là della franchigia, spesso in passato ci siamo trovati di fronte a una politica del divide et impera: i lavoratori contro i pensionati. È sempre la vecchia solita storia…

“Il nodo che riguarda i pensionati frontalieri è un tema a cui, come CSIR, siamo sensibili, comprendiamo bene le loro preoccupazioni e le loro aspettative. Devo dire anche che all’interno del nostro Coordinamento la discussione è aperta, perché, come dicevo, il tema che li riguarda è molto sfaccettato. Ora però si è aperta una finestra molto interessante, e finalmente devo dire che si può iniziare a ragionare per giungere alla sintesi migliore possibile”.

Sul fronte sammarinese, sempre all’interno dello CSIR, anche il Vicepresidente Ivan Toni, è possibilista e attendista.

“Sull’interpretazione di questo passaggio della Convenzione ci sono teorie contrastanti, dobbiamo attendere che gli organismi preposti, ovvero nello specifico il Tavolo tecnico bilaterale, diano l’interpretazione decisiva. Ma è vero che c’è questa possibilità che i pensionati italiani possano pagare le tasse soltanto a San Marino, s’intravede in quel comma. Personalmente auspico che l’interpretazione corretta sia quella fornita da Fixing e dalla Segreteria di Stato alle Finanze. E vado oltre: auspico che all’ex lavoratore frontaliero sia data la possibilità di scegliere dove pagare le tasse”. Anche perché se è vero che ci sono 1.500 lavoratori italiani che prendono la pensione dell’ISS e vorrebbero pagarle sul Titano, è vero anche il caso contrario, ovvero che ci sono sammarinesi che hanno lavorato una vita in Italia. Il caso, per l’appunto, è molto complesso.

Restiamo in attesa di sviluppi, che potrebbero non tardare.

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