Home FixingFixing BSM: sempre più marcata la dicotomia tra economia reale e mercati finanziari

BSM: sempre più marcata la dicotomia tra economia reale e mercati finanziari

da Denis Manzi

Il commento di Denis Manzi, CFA, CIPM: “Investire è semplice ma non facile”.

BSM Denis Manzi

di Denis Manzi

Sembra passato un secolo ma è passato solamente un anno da quando, proprio in questo periodo, su alcuni media si iniziava a sentire parlare molto marginalmente di un nuovo Coronavirus identificato in Cina che poteva causare severe polmoniti. Rileggendo oggi gli articoli dell’epoca, risulta come la maggior parte degli esperti assegnasse una bassissima probabilità all’eventualità che tale virus potesse uscire dal paese Asiatico, forse anche confortati dalle esperienze della Sars e della Mers, che effettivamente erano rimaste abbastanza confinate. Ebbene, sono passati soltanto 12 mesi da quei momenti e il mondo è stato stravolto dall’esplosione della pandemia causata dal nuovo Coronavirus denominato SARS-COV-2 o più comunemente COVID-19. Tale esperienza a mio avviso è estremamente significativa di come nessuno, e quando dico nessuno intendo dire veramente nessuno, sia in grado di prevedere con certezza quelle che saranno le evoluzioni a breve termine di meccanismi complessi, come ad esempio la diffusione di un virus. L’economia ed i mercati finanziari sono decisamente meccanismi complessi e pertanto anch’essi vanno annoverati tra quelli per i quali è impossibile fare previsioni con attendibilità statistica significativa nel breve periodo (2020 docet). A inizio anno nessuno aveva previsto il crollo di febbraio e marzo sui mercati finanziari e a febbraio e marzo era difficilmente pensabile di dovere assistere ad un rimbalzo di entità pari a quello vissuto). Diverso è invece il lungo periodo, in quanto tali meccanismi sono governati da fondamentali che permettono di modellarne con maggiore accuratezza i movimenti. Pertanto, negli investimenti finanziari, non si può prescindere dalla costruzione di portafogli basati sulla massimizzazione della probabilità statistica di raggiungere gli obiettivi di investimento ed allo stesso tempo minimizzazione della probabilità di fallimento! Più semplice da dirsi che a farsi, ovviamente. Come dice Warren Buffett, “investire è semplice ma non facile”, anche se a dire il vero quello che lo rende non facile è più che altro la psicologia dell’investitore, che si rivela molte volte fallace. Anche questo strano anno ci ha dimostrato che le strategie più semplici sono quelle che molte volte risultano anche le più efficaci. Si prenda come esempio un portafoglio estremamente banale composto in 3 parti uguali da azionario mondiale, obbligazionario EUR Investment Grade e monetario con tasso medio del 1% annuo. Anche nel difficilissimo 2020, grazie alle struttura fatta di pesi e contrappesi, ha fornito risultati di tutto rispetto (grafico 1).

MERCATI FINANZIARI


Mese da incorniciare quello di novembre, con i mercati finanziari che, spinti dall’elezione di Joe Biden quale 46° Presidente degli USA ma soprattutto dai risultati dei vaccini contro COVID-19 – i quali hanno mostrato livelli di protezione media vicini al 90% – hanno fatto registrare un movimento rialzista importante incuranti delle nuove misure restrittive dell’economia imposte in molti paesi per contrastare la recrudescenza della pandemia ed anticipando probabilmente il c.d. rally di fine anno (tabella 1).

EVENTI PIÙ SIGNIFICATIVI

Due gli avvenimenti che hanno inciso positivamente sull’andamento dei mercati finanziari: l’elezione di Joe Biden alla Presidenza degli Stati Uniti d’America, che segnerà l’inizio di un ritorno ad un politica più mainstream (tradizionale) rispetto agli ultimi quattro anni a guida Trump e la pubblicazione dei risultati dei test su diversi vaccini contro il COVID-19, che hanno mostrato elevatissimi livelli di efficacia, che dovrà comunque essere confermata fuori dai campioni utilizzati per la sperimentazione. A stemperare – sebbene solo in parte – l’ottimismo, la decisione del Tesoro Americano di sospendere da fine 2019 il funding corrisposto alla Banca Centrale Americana al fine di implementare alcuni dei programmi di politica monetaria che più hanno contribuito alla ripresa dei mercati in atto da fine marzo.

L’ECONOMIA GLOBALE

Mercati finanziari sordi al continuo peggioramento della curva di ripresa a livello mondiale, a seguito dell’ascesa della curva pandemica con il conseguente irrigidimento delle misure restrittive. Gli indicatori non spiccatamente economici ad alta frequenza – come ad esempio quelli sul traffico, sull’accesso a ristoranti, hotel, ecc. – ci forniscono un’idea in tal senso (grafico 2). La sempre più marcata dicotomia tra andamento dell’economia reale e dei mercati finanziari, dovrebbe porci in uno stato di allerta e consapevolezza di come ostacoli imprevisti nel percorso di risanamento economico e di uscita dalla pandemia potrebbero essere forieri anche di cali repentini di mercato.

GLI EVENTI DA MONITORARE

Durante il prossimo mese, dopo un periodo in cui sono passate in secondo piano, torneranno prepotentemente alla ribalta le banche centrali. Sono infatti attese le decisioni di politica monetaria della Banca Centrale Europea (BCE) e di quella Americana (FED). Se, per quanto riguarda la FED ci si attende poco di più di una conferma delle attuali misure, abbiamo un discorso diverso lato Europeo, dove le attese sono tutte per un ampliamento della dimensione ed un allungamento della durata dei piani di acquisto di attività. Qualora tali aspettative venissero disattese, assisteremmo probabilmente ad un aumento della volatilità al ribasso sui prezzi delle attività finanziarie maggiormente volatili.

COSA ATTENDERSI

E’ sempre importante dare uno sguardo alle valutazioni delle principali categorie di investimento, in quanto nel medio-lungo periodo la performance dei mercati è fortemente correlata alle valutazioni presenti al momento di investimento (più basse sono le valutazioni più elevato è il rendimento prospettico e viceversa). La tabella 2 ci mostra valutazioni in peggioramento su tutte le classi di investimento, con mercato azionari e obbligazionari con basso rischio di credito a livelli estremamente elevati. Ancora presente invece un discreto valore prospettico – sebbene in trend calante – negli spreads di alcuni segmenti del mondo obbligazionario. In linea generale, partendo dai livelli di rendimento attuale e considerate le valutazioni delle principali categorie di investimento, i ritorni attesi medi per i prossimi anni non appaiono allettanti. Sarà estremamente complicato ottenere rendimenti reali (al netto dell’inflazione) positivi.

I PORTAFOGLI

Lo scorso mese avevo suggerito tatticamente di “aumentare gradualmente l’esposizione azionaria”. Ebbene, novembre ha fatto registrare sui mercati azionari la performance mensile più elevata dagli anni ’70! (grafico 3). Avevo quindi previsto che il mercato sarebbe salito sul mese? Probabilmente per il mio ego la cosa più appagante sarebbe rispondere si, ma la risposta reale è no. Come ho sempre sostenuto, i movimenti di mercato nel breve periodo sono impossibili da prevedere per chiunque. Come professionisti seri, dobbiamo pensare agli investimenti con un approccio probabilistico e non possibilistico. Pertanto, l’unica ragione per la quale il mese scorso avevo suggerito di alzare l’esposizione azionaria era semplicemente perché le probabilità di un rialzo erano superiori a quelle di un ribasso. I mercati infatti, nel breve, sono assimilabili ad un elastico: quando l’elastico è troppo tirato da un lato, dovrà per forza di cose ritirarsi, oppure è destinato a rompersi. Dopo il rialzo dell’ultimo mese, l’elastico appare leggermente troppo “tirato”. Pertanto, ribadisco come rimanga sempre fondamentale mantenere un portafoglio ottimizzato per il raggiungimento dei propri obiettivi di investimento, composto da pesi e contrappesi per essere in grado di navigare in tutte le acque. In ottica tattica, anche in considerazione dell’avvicinarsi del fine anno, che solitamente comporta una rarefazione della liquidità sui mercati finanziari, i segnali provenienti dai nostri modelli quantitativi per il prossimo periodo ci suggeriscono di aumentare la componente di liquidità e:

• diminuire gradualmente l’esposizione azionaria portandola leggermente al di sotto ai target stabiliti in sede di costruzione dell’asset allocation strategica;

• mantenere l’esposizione all’obbligazionario privo di rischio di credito vicino ai target stabiliti in sede di costruzione dell’asset allocation strategica (questa componente è ottima in quanto scarsamente correlata alla componente azionaria);

• mantenere l’esposizione all’obbligazionario con rischio di credito leggermente al di sotto del peso stabilito in sede di asset allocation strategica.

Grafico 1: andamento 2020 portafoglio composto in 3 parti uguali da azionario mondiale, obbligazionario EUR Investment Grade e monetario con tasso medio del 1% annuo. Performance= +3,93%. Massimo drawdown= -13,59%. Fonte: elab. autore su dati bloomberg al 23/11/2020.

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Tabella 1: performance. Fonte: elaborazione BSM su dati bloomberg. Price return per indici azionari, total return per indici obbligazionari.

BSM dic tab 1

Grafico 2: Indicatore ad alta frequenza per Germania, Italia e Stati Uniti d’America del volume di attività nelle attività di vendita al dettaglio e tempo libero calcolato come media degli ultimi 7 giorni (esempio: il valore zero indica attività identica al valore medio atteso, il valore -100 indica un livello di attività del 100% inferiore a quello medio atteso). Fonte: Elaborazione Banca di San Marino su dati Google Community Mobility Data. Ultimo aggiornamento al 22 novembre 2020.

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Tabella 2: valutazioni. Fonte: elaborazione BSM su dati bloomberg con dati rilevati in data 30 novembre 2020. Il percentile, con valori che vanno da 0 a 100 (più il valore è elevato e più il mercato è caro) è calcolato su una serie storica di 10 anni e rilevazioni mensili.

BSM dic tab 2



Grafico 3: performance mensile dell’indice azionario mondiale. Fonte: elaborazione autore su dati bloomberg dal 1979 a novembre 2020.

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