Investire è sempre complicato, non investire non è la soluzione. BSM, Economia e mercati: il commento di Denis Manzi, CFA, CIPM.
di Denis Manzi *
“Un anno interlocutorio, nulla di eclatante”. E’ verosimilmente questo quello che ci direbbe l’ipotetico investitore che a inizio anno si fosse preso un periodo sabbatico distaccandosi dal mondo esterno e si trovasse oggi a guardare i corsi dei principali mercati finanziari avendo a disposizione solo i valori di fine 2019 senza alcuna informazione sui primi 7 mesi dell’anno. E sarebbe difficile dargli torto visto che, dopo il violento scossone di marzo e l’altrettanto potente recupero registrato da aprile in poi, i valori delle principali classi di investimento non si discostano troppo da quelli di inizio anno. Impressionante come Mr. Market non smetta mai di sorprenderci, nel bene e nel male. Sono passati 115 giorni dal 19 febbraio, giorno che ha segnato il punto massimo nei prezzi dello S&P500 (Grafico 1), uno dei principali indici azionari al mondo e, dopo il crollo più veloce di sempre, abbiamo assistito anche al rimbalzo più veloce di sempre! Discorso analogo su tante altre categorie di investimento, sia azionarie che obbligazionarie. Siamo di fronte a una forma di esuberanza irrazionale? Possibile, ma poco probabile. I rialzi appaiono giustificati dall’enorme mole di stimoli provenienti dalle autorità centrali e la crescita – almeno sui mercati azionari – è in prevalenza guidata dalle società che hanno “beneficiato” degli effetti della pandemia, come i grandi titoli tecnologici. Se osserviamo in maniera più granulare l’andamento dei mercati notiamo come siano stati pochi i nomi e i settori che hanno fornito un contributo positivo, mentre altri sono sotto ai livelli di inizio anno, come mostrato a titolo di esempio dal grafico 2. Il 2020 ci ha ricordato come sia complicato e pericoloso mantenere portafogli scarsamente diversificati.
I MERCATI FINANZIARI
Mese tendenzialmente positivo quello di luglio per le principali classi di investimento, che conferma il consolidamento del recupero dei corsi dopo la pesante negatività di febbraio-marzo (tab. 1). Le ragioni della positività vanno ricercate nell’onda lunga degli stimoli fiscali e monetari messi in capo dai policy makers per contrastare gli effetti della pandemia e dalla pubblicazione di dati macroeconomici e aziendali, che si sono dimostrati in molti casi migliori di quanto ci si potesse aspettare.
EVENTI DA MONITORARE
Oltre all’ormai consueta attenzione sull’andamento della pandemia e sui progressi nello sviluppo di un vaccino, durante il prossimo periodo il focus sarà posto sulle elezioni Presidenziali Americane, previste per il 3 novembre 2020 e per le quali gli ultimi sondaggi disponibili vedono il Democratico Biden avanti a Trump di circa 9 punti. Sebbene la distanza possa sembrare ampia, non dobbiamo dimenticare che anche nel 2016, a circa 3 mesi dal voto, Trump risultava indietro rispetto alla Clinton di circa gli stessi punti percentuali. La mia impressione è che, nel caso in cui dovesse prevalere Biden (il quale ha un programma elettorale, almeno a livello superficiale, meno “pro-business” rispetto a quello di Trump) i mercati finanziari potrebbero di impulso reagire negativamente, per poi recuperare terreno quando verrà razionalizzato, come il partito Democratico garantisca minore eccentricità e maggiore stabilità, qualità che risulterebbero benefiche nel medio periodo.
L’ECONOMIA GLOBALE
I dati macroeconomici coincidenti e posticipati (lagging indicators) come la pubblicazione sulla crescita del PIL, stanno mostrando – come era lecito attendersi – tutti gli effetti nefasti sull’economia causati dalla pandemia. Ne è un esempio la prima lettura del PIL USA relativa al secondo trimestre dell’anno che mostra un calo percentuale del 32,9% annualizzato trimestre su trimestre, dato peggiore di sempre. Non è andata meglio in Europa che ha fatto registrare un risultato negativo pari al -12,1% non annualizzato trimestre su trimestre. Negativi in aggregato anche i risultati aziendali, sebbene, anche grazie al marcato pessimismo degli analisti, hanno battuto le aspettative. Più interessante monitorare gli indicatori macroeconomici anticipatori e quelli non spiccatamente economici che mostrano come sia in corso una ripresa dell’attività anche se non come nel pre-Covid (Grafico 3).
COSA È LECITO ATTENDERSI
E’ importante dare uno sguardo alle valutazioni delle principali categorie di investimento in quanto, nel medio-lungo periodo, la performance dei mercati è fortemente correlata alle valutazioni presenti al momento dell’investimento (più basse sono le valutazioni più elevato è il rendimento prospettico e viceversa). La tabella 2 ci mostra valutazioni in generale peggioramento, con i mercati azionari mondiali che non sono mai stati così cari, mentre è ancora presente un discreto valore prospettico negli spreads di alcuni segmenti del mondo obbligazionario, ai quali fanno però da contraltare i tassi di interesse che sono a livelli estremamente bassi e che, su alcune categorie, hanno raggiunto i minimi di sempre. A livello generale, partendo dai livelli di rendimento attuale e considerando le valutazioni delle principali categorie di investimento, i ritorni attesi medi per i prossimi anni non appaiono allettanti. Sarà estremamente complicato ottenere rendimenti reali (al netto dell’inflazione) positivi.
I PORTAFOGLI
Investire è sempre complicato, ancor di più nell’incerto contesto attuale che presenta tassi di interesse infimi e valutazioni degli attivi rischiosi, che prezzano la perfezione. A ogni modo non investire non è la soluzione, dato che il nostro capitale sarebbe soggetto a una inesorabile erosione del potere di acquisto. Come non mi stanco mai di dire, chi si è dotato di protocolli di investimento robusti, composti da pesi e contrappesi, può tranquillamente dormire sonni tranquilli e pensare ad altro. Chi non lo avesse fatto, farebbe bene a farlo. Di norma, un portafoglio bilanciato costituito – dosando le diverse componenti a seconda degli obiettivi di investimento del singolo investitore – da una componente “monetaria” (che dà stabilità), una componente obbligazionaria con basso rischio di credito (che protegge nei momenti di avversione al rischio) e una componente di azionario mondiale (che contribuisce alla crescita di portafoglio) è quello che da le migliori soddisfazioni. Particolarmente consigliata la logica di “piano di accumulo” che consente di smussare (nel bene e nel male) le oscillazioni dei mercati. In ottica tattica – o speculativa che dir si voglia – i segnali provenienti dai nostri modelli quantitativi per il prossimo periodo ci suggeriscono di aumentare leggermente la componente di liquidità e di:
• mantenere l’esposizione azionaria leggermente al di sotto dei target stabiliti in sede di costruzione dell’asset allocation strategica, visti i livelli in area di iper-comprato;
• mantenere l’esposizione all’obbligazionario privo di rischio di credito – privilegiando la componente legata al caro vita – in linea al peso stabilito in sede di asset allocation strategica;
• ridurre l’esposizione all’obbligazionario con rischio di credito portandola leggermente al di sotto del peso stabilito in sede di asset allocation strategica.
* CFA, CIPM Asset Manager
Grafico 1: Andamento indice azionario americano S&P500 su base 100 nei 115 giorni successivi ai massimi di periodo durante alcune delle principali crisi degli ultimi 100 anni. Fonte: elab. BSM su dati bloomberg
Grafico 2: andamento indice azionario americano S&P500 comparato con andamento della componente banche (base 100 a fine 2019). Fonte: elab. BSM su dati bloomberg. Dati da inizio 2020 al 27/07/2020
Grafico 3: Indicatore ad alta frequenza per Germania, Italia e USA del volume attività vendita dettaglio e tempo libero calcolato come media degli ultimi 5 giorni (esempio: il valore zero indica attività identica al valore medio atteso, il valore -100 indica un livello di attività del 100% inferiore a quello medio atteso)
Tabella 1: performance. Price return per indici azionari, total return per indici obbligazionari
Tabella 2: valutazioni. Fonte: BSM – bloomberg con dati rilevati il 29/07/2020. Il percentile, con valori che vanno da 0 a 100 è calcolato su una serie storica di 10 anni e rilevazioni mensili. Più il valore è elevato e più il mercato è caro