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Repubblica di San Marino, alla scoperta dell’arte Liberty nella ceramica

da Redazione

Oltre 100 “pezzi” esposti nella galleria “Senzatempo”. Tra gli artisti anche Galileo Chini, Mario Salvini e le manifatture Ginori.

Barulli grande

 

di Alessandro Carli

 

“Senzatempo” è il nome della galleria d’antiquariato ubicata nel centro storico di San Marino in via Lapicidi Marini. E “senza tempo” è soprattutto la sensazione che si avverte davanti alle oltre 100 opere d’arte che la galleria esporrà sino a fine anno: un viaggio materico intitolato “The big collection Liberty, la bellezza nella ceramica” che racconta una pagina importante della produzione dei manufatti italiani, quella che va dal 1895 al 1915. La mostra, al di là dello straordinario valore artistico dei pezzi, è un esempio di grande volontà: “pensata” alla fine del 2019 per essere aperta in primavera, la Covid-19 l’ha messa per qualche mese in “standby”. Ma poi con la ripresa delle attività economiche e culturali, il bisogno e la necessità di arte e bellezza ha dato il via all’esposizione “The big collection Liberty, la bellezza nella ceramica”, ora aperta al pubblico.

Così si incontrano oltre 20 pezzi di Galileo Chini (per farsi un’idea della caratura dell’artista fiorentino, va ricordato che le sue ceramiche ebbero larga diffusione, sfondando nei mercati europei e perfino negli Stati Uniti dove erano molto ricercate presso Tiffany a New York), ma anche Mario Salvini, Vincenzo Molaroni, Ulisse Cantagalli, manifatture Ginori e varie Faetine. Nella collezione è presente “Eva che coglie la mela”, una meravigliosa stele a bassorilievo in terracotta che reca la scritta “Scultura realizzata per l’esposizione universale di Parigi del 1900”.

I pezzi, seppure tutti italiani, provengono da tutto il mondo: sono stati “scovati” nei mercati dell’antiquariato. Qualche pezzo ogni anno, con costanza e passione, hanno formato un “nucleo” consistente, una fotografia nitida e variegata (per colori e forme ) di un’epoca che non è ancora stata pienamente riscoperta: quei primi passi del secolo scorso – chiamati “Liberty”, “Art Nouveau”, “Belle Époque” a seconda dei “campi” e dei Paesi – sono stati interrotti dalla Prima Guerra Mondiale. Eppure quelle orme hanno lasciato un’impronta importante, capace di raccontare gli stili e i gusti del tempo.

Ingresso gratuito, la mostra è visitabile dal mercoledì alla domenica dalle ore 14.30 alle ore 18.30.

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