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Repubblica di San Marino, in arrivo i due Decreti per BNS e le cartolarizzazioni dei NPL

da Redazione

L’ipotesi è creare una nuova società che gestisca i crediti, anche delle altre banche. Avviato il confronto con tutte le parti economiche e sociali, anche sui dipendenti ex CIS.

NPL

 

di Daniele Bartolucci

 

Settimana decisiva per Banca Nazionale Sammarinese, ma anche e soprattutto per il sistema bancario sammarinese, il cui progetto di rilancio e di messa in sicurezza comprende e anzi parte dalla soluzione ideata proprio per BNS. Si tratta comunque di una corsa a tappe: si parte con l’acquisto da parte dello Stato del pacchetto azionario, attualmente di proprietà di Banca Centrale, con l’approvazione dell’assestamento di Bilancio approdato in seconda lettura in Consiglio Grande e Generale (lo stesso testo che prevede i 500 milioni di debito/bond). Si tratta di un pagamento dilazionato in 10 anni a partire dal 2021, ma prima è necessario che venga chiarita anche la nuova mission di BNS. Come anticipato dal Segretario alle Finanze Marco Gatti su queste pagine (vedi Fixing numero 18), è in arrivo un apposito Decreto Legge, sul cui testo si è svolto già un primo incontro fra Congresso di Stato, esponenti di maggioranza ed opposizione, associazioni di categoria, sindacati, ABS e Banca Centrale. “BNS cesserà di essere banca”, aveva spiegato Gatti, “e verrà convertita in una società di servizi, e la gestione dei crediti sarà esternalizzata in una società appositamente costituita. Questa nuova società sarà il soggetto di sistema per accentrare la gestione dei crediti bancari non performanti. BNS una volta che avrà saldato le obbligazioni emesse andrà in liquidazione (circa 220 milioni le obbligazioni emesse per i depositi superiori ai 100mila euro, ndr). L’intero progetto che abbiamo già presentato affinché sia condiviso anche con l’Associazione Bancaria Sammarinese e le parti sociali economiche e politiche del Paese, si pone l’obiettivo di far confluire nella nuova società la gestione degli NPL delle banche così che sia garantita una economicità di gestione e la trasformazioni di attivi oggi infruttiferi in liquidità per le stesse banche. Si avanzerà pertanto a step a partire dal Decreto Delegato sulla mission di BNS e sui progetti di legge per la cartolarizzazione e la procedura civile delle riscossioni. L’obiettivo finale”, aveva spiegato il Segretario Gatti, “è di rafforzare la liquidità del sistema bancario, che potrà così essere maggiormente al servizio e supporto di imprese e cittadini”.

Ma prima, come detto, occorre trovare l’accordo sul testo dei vari Decreti, in particolare quello della mission di BNS, su cui ci si interroga principalmente se farne uno strumento interno oppure internazionalizzarlo trasformandolo in una vera e propria struttura sistemica della gestione dei crediti deteriorati. Ma è anche vero che sul tavolo del confronto c’è da sciogliere un altro nodo importante: quello del personale. Al momento, infatti, l’attività di BNS è limitata al recupero dei propri crediti e di quelli ceduti al Veicolo di segregazione dei fondi pensione (102 milioni di euro), ma nonostante questo l’organico (ereditato da Banca CIS, su cui va avanti in parallelo anche la Commissione d’inchiesta, ndr) conta ancora decine di dipendenti: per la precisione 66, compresi quelli attualmente distaccati.

Nell’ipotesi della costituzione di un veicolo per la gestione degli NPL di tutto il sistema (a cui dovrà accompagnarsi necessariamente il menzionato Decreto per normare le cartolarizzazioni), la nuova BNS non avrebbe più le funzioni di banca, con una riduzione sostanziale della sua attività e operatività, per cui si immagina che potrebbero bastare pochissime figure con mansioni prettamente amministrative. Per quanto riguarda invece la nuova società che si andrà a costituire (la cosiddetta New Co, che dovrebbe essere di proprietà dell’Eccellentissima Camera e – ci si auspica – compartecipata anche dalle banche sammarinesi), questa si dovrà occupare della gestione esternalizzata del recupero degli attivi: qui occorreranno invece nuove figure con particolari competenze, motivo per cui si ipotizza una “chiamata” tra gli esuberi del sistema bancario stesso. Riguardo ai fondi pensione – i 102 milioni ceduti al Veicolo di segregazione dei fondi –si discute se trasformare l’attuale Spa in un “Trust di scopo”, che mantenga le garanzie statali già in essere, ma senza più i costi di gestione.

L’altro Decreto, come detto, riguarda le cartolarizzazioni. Su questo punto il confronto è aperto, ma è già chiaro che questa sia l’altra “gamba” del progetto: in buona sostanza, i crediti (di BNS, CARISP ed eventualmente anche delle banche sammarinesi) verranno ceduti alla SPV che li cartolarizza e la NewCo li gestisce. Una volta in vigore i due Decreti, in pratica, si andrà a delineare la strada per i prossimi mesi.

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