Home FixingFixing “Scuola & Impresa”: i principi fondamentali a San Marino e in Italia

“Scuola & Impresa”: i principi fondamentali a San Marino e in Italia

da Redazione

Percorsi diversi, ma le due Carte rappresentano una grande conquista. L’analisi di Rebecca Vivoli, classe V A del Liceo Economico Aziendale.

Rebecca Vivoli 3 scelta

 

di Rebecca Vivoli

 

Tra le più importanti conquiste della società moderna rientra sicuramente il riconoscimento e la tutela dei principi fondamentali, i quali segnano l’inizio dello Stato sociale e della democrazia.

Questi diritti sono sanciti nella Dichiarazione dei Diritti dei Cittadini e dei Principi Fondamentali dell’Ordinamento sammarinese e nella Costituzione Italiana, che rappresentano l’apice della piramide gerarchica delle fonti giuridiche.

Alla base dello Stato di diritto c’è la sovranità popolare e di conseguenza i vari strumenti di attuazione della democrazia, sia diretta che indiretta. Questo principio è fondamentale per evitare il riformarsi di ordinamenti totalitari e assolutistici, garantendo quindi al popolo di potersi esprimere e far rispettare le proprie scelte. Per far sì che tutto questo venga messo in pratica, sono stati istituiti due macro-gruppi di strumenti, riguardanti: uno la democrazia rappresentativa e l’altro quella diretta. Il primo riguarda il sistema elettorale e le modalità con cui viene formato il Parlamento e il Governo, organi che poi si ritroveranno a prendere decisioni in base alle ideologie ed esigenze espresse dal corpo elettorale; la seconda invece è la forma di democrazia più pura, in quanto la votazione a cui partecipano i cittadini, interviene direttamente sulla scelta da compiere, facendo di fatto decidere, senza alcuna intermediazione, le persone. Per quest’ultima tipologia lo strumento più utilizzato è il referendum, il quale può essere abrogativo o confermativo in Italia, mentre a San Marino presenta una terza opzione, ossia quello propositivo o d’indirizzo. Con questo istituto di democrazia diretta i cittadini italiani e sammarinesi possono proporre quesiti referendari, volti ad abrogare una norma vigente, o a confermarne una che in Parlamento non ha ottenuto la maggioranza richiesta, oppure, e questa volta solo a San Marino, per introdurne una nuova, seppur dopo la pronuncia di ammissibilità del Collegio Garante di Costituzionalità delle norme.

Inoltre, un elemento fondamentale per l’esercizio della sovranità popolare è il Suffragio Universale, combinato con la garanzia di un voto segreto, personale e libero. Infatti, senza queste prerogative il potere rimarrebbe sempre in mano a una parte del popolo e non alla sua totalità, ciò è considerata un’acquisizione relativamente recente, in quanto in Italia si è verificata nel 1946 e a San Marino nel 1964.

Oltre al sopracitato principio, ve ne sono tanti altri di altrettanta importanza, come quello della separazione dei poteri, essenziale per poter vivere in uno Stato di diritto, oppure il principio di uguaglianza (formale e sostanziale), segno di una vera civilizzazione e di una comunità evoluta nel corso dei secoli. Tutti questi vengono raccolti e sanciti nelle Carte Costituzionali di entrambe le Repubbliche, in cui vengono riconosciuti e garantiti anche i diritti fondamentali dell’uomo. Proprio per l’importanza del loro contenuto, le suddette leggi fondamentali hanno specifiche caratteristiche, come per esempio la rigidità che prevede una procedura aggravata per la loro revisione e che, insieme ad altri requisiti, previene la formazione di dittature od oligarchie, dando “sicurezze” ai cittadini nei confronti dello Stato.

Tuttavia, rimangono due documenti prodotti con percorsi totalmente diversi e di conseguenza presentano anche delle rilevanti differenze formali.

In Italia il processo è stato più tumultuoso, in quanto si è dovuti passare attraverso una vera e propria tirannia da parte di Mussolini, la quale è stata agevolata dalla precedente Costituzione, emanata dal re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia nel 1848, che instaurava uno Stato liberale in forma di monarchia costituzionale. Lo Statuto Albertino pur rappresentando una concessione di alcuni poteri del re ai propri sudditi (in particolar modo alla classe borghese), rimarcava la superiorità gerarchica del re; era quasi una presa di giro, in quanto lasciava, seppur in modo più velato, tutto il potere al monarca. Inoltre, era una legge flessibile (che prevedeva la modifica attraverso una procedura ordinaria) e quindi facilmente modificabile in base al volere del Capo Governo, caratteristica che ha spianato la strada all’ascesa del fascismo e al consolidamento di uno Stato autoritario e antidemocratico, culminato nell’emanazione delle note leggi fascistissime.

Ci fu la Seconda Guerra Mondiale, al seguito della quale Mussolini nel 1943 venne arrestato e il Governo affidato al maresciallo Badoglio, che sciolse il partito fascista e avviò le trattative con gli alleati per porre termine al conflitto. Dopo la tragedia della guerra civile e la liberazione definitiva dall’occupazione tedesca da parte dei Comitati di Liberazione Nazionale (CLN), si celebrò, il 2 giugno del 1946, il Referendum Istituzionale, nel quale tutto il popolo venne chiamato a votare, dopo anni di repressione, per scegliere tra monarchia e repubblica e per nominare una Assemblea Costituente, che avrebbe redatto una nuova Carta Costituzionale.

Vinse la forma repubblicana e venne quindi formata un’Assemblea Costituente con il compito di redigere la nuova Costituzione Italiana, la quale entrò in vigore il 1 gennaio 1948, segnando l’inizio della Repubblica Italiana, come la conosciamo oggi.

Invece a San Marino è sempre stata presenta la forma repubblicana e non si è mai verificata una situazione assolutistica; tuttavia, il controllo dello Stato è rimasto per secoli in mano a pochi nobili, formando di fatto un’oligarchia, nella quale il Consiglio Grande e Generale si rinnovava per cooptazione. La situazione cambiò il 25 marzo 1906 con la prima convocazione dell’Arengo dopo oltre 200 anni; qui i capifamiglia votarono per rendere elettivo il Consiglio grande e Generale, dando inizio al processo di democratizzazione della Repubblica.

Per quanto riguarda la redazione di una Carta Costituzionale, un primo tentativo venne fatto dal Movimento Libertà Statutarie (MLS) nel 1968, quando questo piccolo partito, che riteneva gli statuti ormai obsoleti, avanzò una proposta di legge (Mozione denominata Carta dei Diritti), che racchiudeva i principali diritti fondamentali che dovevano essere garantiti nell’ordinamento sammarinese. Tuttavia essa venne respinta, con la motivazione che a San Marino non si era mai verificata una forma assolutistica dello Stato e quindi non c’erano precedenti che richiedessero una Costituzione. La Commissione di esperti giuristi presieduta dal Prof. Guido Astuti nel 1972 riconobbe, però, la possibilità di raccogliere in un unico documento quei diritti, già riconosciuti dallo Stato, riscrivendoli in maniera più chiara e ordinata, confermando quindi quello che San Marino aveva già sancito in passato. È per questo importante dettaglio che quando venne emanata nel 1974 la Dichiarazione dei Diritti non fu chiamata Costituzione, infatti non instaurava niente di nuovo ma semplicemente fotografava una situazione preesistente.

Seppur con percorsi differenti e talvolta dolorosi, queste due Carte fondamentali rappresentano la transizione, lo sviluppo dei due Stati in Repubbliche democratiche e parlamentari: ciò è diventata una delle conquiste più importanti per la società e per ogni essere umano che ha la fortuna di vivere in quei territori; opportunità che purtroppo molti altri cittadini del mondo non hanno ancora avuto l’occasione di sperimentare e per questo ne dobbiamo essere grati e orgogliosi.

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