Home FixingFixing La politica ritrova unità e mette le grandi riforme nel mirino

La politica ritrova unità e mette le grandi riforme nel mirino

da Redazione

Voto trasversale sull’OdG che impegna il Governo su Bilancio e sviluppo economico. Pesano debito e crisi di liquidità, ma a causa del virus ora preoccupa anche l’occupazione.

Insediamento Mancini Zafferani

 

di Daniele Bartolucci

 

Davanti all’emergenza economica, messa ancora più a nudo dal coronavirus, la politica ha ritrovato unità e forza, votando trasversalmente un Ordine del Giorno in cui si traccia chiaramente la strada da intraprendere. Una strada in salita, certamente, ma che passa obbligatoriamente dalle grandi riforme che il Paese attende da tempo (pensioni, spending review, introduzione dell’IVA) e la messa in sicurezza del Bilancio dello Stato, oltre che del sistema bancario, in particolare con la risoluzione della questione degli NPL. Una serie di allarmi a cui, come detto, si aggiunge quello del coronavirus, il cui impatto sull’economia sammarinese non è ancora stato stimato ma si teme presenti un conto salato anche sul Titano. I dati di marzo sull’occupazione parlano già di un calo della forza lavoro nel primo mese di emergenza sanitaria e aprile non dovrebbe essere migliore. Detto questo, se la politica interverrà dove e come serve, nei prossimi mesi potrebbe avvenire l’auspicata ripresa. Si vedrà se alle parole (questa volta scritte e sottoscritte da tutti) seguiranno anche i fatti.

 

L’ORDINE DEL GIORNO CONDIVISO DA TUTTI

 

Se anche fossero mancate le motivazioni, negli ultimi mesi prima il FMI con i suoi report, poi Fitch con il suo downgrade, quindi il Covid19 con il suo lockdown, hanno ricordato ai Consiglieri della Repubblica l’emergenza che San Marino si trova ad affrontare. Preso atto di tutto qesto, si legge nell’Ordine del Giorno condiviso, il Consiglio Grande e Generale ha dato “mandato al Congresso di Stato e, in particolare, al Segretario di Stato alle Finanze e Bilancio, di proseguire ed intensificare tutte le azioni già avviate, e di avviare quelle ancora non intraprese, al fine di definire un progetto omnicomprensivo per risolvere le criticità strutturali e le urgenze economiche derivanti dall’emergenza COVID”.

 

LA PRIORITÀ È IL FINANZIAMENTO

 

In particolare: “Reperire finanziamenti sostenibili, tramite i canali istituzionali bilaterali e multilaterali, attivi anche presso le istituzioni italiane e le organizzazioni internazionali, o sul mercato dei capitali, anche in concorso tra di esse, per mettere in sicurezza il Paese e dare avvio immediato al percorso di ripresa, sviluppo e ristrutturazione del nostro sistema economico e finanziario; garantire, attraverso la prosecuzione del negoziato sull’Accordo di Associazione all’Unione Europea, un’apertura del sistema bancario autorità di settore dell’Unione Europea; e finanziario in maniera coordinata con le definire strumenti di accesso rapido al credito che consentano il re erimento di liquidità a breve termine, per favorire la ripresa e dare concretezza alle riforme trutturali già da tempo individuate e previste per l’attuale Legislatura”.

LE RIFORME: P.A., PENSIONI E FISCALITÀ

Il mandato comprende anche “attuare, al contempo, le riforme strutturali riguardanti il settore pubblico, previdenziale e fiscale, per garantire la sostenibilità del bilancio dello Stato e per rafforzare la competitività del sistema economico sammarinese, garantendo equità e la tutela dei soggetti più deboli; vagliare e produrre una sintesi dei progetti più significativi, per i quali risulti utile un più ampio confronto politico, presentati da investitori attualmente interessati ad operare a San Marino, privilegiando quelli con una positiva ricaduta sociale ed occupazionale”.

 

SISTEMA BANCARIO: NPL E BNS

 

Altro grande tema, il settore bancario. Per questo si è dato mandato al Congresso di Stato di “completare il percorso di strutturazione della mission di Banca Nazionale Sammarinese, nel più breve tempo possibile; sostanziare il progetto per la risoluzione del problema degli NPL presenti nelle banche sammarinesi attraverso un veicolo di gestione pubblico degli stessi, conformato a criteri di efficienza ed efficacia, che non comporti rischi per le finanze pubbliche e ricadute negative per i cittadini; ristrutturare il debito pubblico, attraverso soluzioni sostenibili, anche al fine di superare le criticità connesse all’iscrizione nel bilancio di Cassa di Risparmio di attivi patrimoniali ai sensi dell’articolo 5 Ter”.

 

POLITICHE ESPANSIVE PER LA CRESCITA ECONOMICA

 

Poi c’è il problema della crescita economica, per cui si chiede di “valorizzare tutte le possibilità offerte dalla sovranità fiscale della Repubblica, al fine di elaborare innovativi strumenti di creazione di liquidità interna necessaria ad implementare politiche economiche di tutela delle fasce più povere della popolazione sammarinese e propedeutica all’attuazione di politiche economiche espansive volte al sostegno della domanda aggregata nella componente dei consumi nonché al rilancio del tessuto commerciale e produttivo, ad esempio tramite l’introduzione di strumenti quali i Certificati di Compensazione Fiscale o similari; predisporre tutte le azioni utili ad attivare facilitazioni creditizie a favore delle imprese sammarinesi, anche autorizzandole a forme di credito al consumo verso la clientela”.

 

CALATA GIÀ A MARZO LA FORZA LAVORO

 

La forza lavoro della Repubblica di San Marino, che unisce i dipendenti, gli indipendenti e i disoccupati, tra gennaio e febbraio ha fatto registrare una contrazione.

In attesa dei numeri aprile – numeri che sono sicuramente interessanti per capire, in maniera “macro”, le ricadute del Covid-19 sull’economia sammarinese – l’UPECEDS ha pubblicato la “fotografia” del Sistema-Paese del primo trimestre 2020 che contiene quindi che il mese di marzo, il primo mese di Coronavirus. Nello specifico i dipendenti hanno avuto un andamento oscillante (da 19.946 di gennaio a 20.046 di febbraio e poi a marzo di nuovo sotto le 20 mila unità: 19.985), mentre gli indipendenti sono rimasti più o meno in linea: 1.681 a febbraio, 1.671 a marzo. Sono invece scesi i disoccupati (i totali da 1.196 di gennaio a 1.205 di febbraio mentre a marzo sono stati 1.125; quelli in senso stretto invece da 966 di febbraio a 886 di marzo). Complessivamente la forza lavoro a marzo ha contato 22.781 persone. Erano 22.932 a febbraio e 22.826 a marzo. A marzo 2019 invece erano 22.724. Al 31 marzo 2020 il numero dei lavoratori dipendenti del settore privato si è attestato a 16.212: erano 16.258 a febbraio e 16.201 a gennaio. I lavoratori frontalieri impiegati nelle imprese del territorio alla rilevazione di febbraio erano 6.285. Il mese prima 6.220, a febbraio 2019 sotto le 6 mila unità: 5.933. A marzo 2020 sono tornati sopra il tetto dei 6.300: precisamente 6.315.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento