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Prioritari la messa in sicurezza del sistema e il rilancio economico

da Redazione

Il programma del nuovo Governo si muove su questo binario: da una parte conti pubblici e banche, dall’altra l’esigenza di creare occupazione, che dovrà avvenire favorendo lo sviluppo.

palazzo pubblico basso

 

di Daniele Bartolucci

 

“Un’ampia maggioranza, fortemente rappresentativa, in grado di affrontare la sfida del rilancio economico e sociale attraverso politiche in grado di stimolare la crescita di lavoro ed imprese, garantendo la stabilità dei conti pubblici ed il mantenimento di servizi all’altezza dell’aspettativa dei cittadini”. E’ questo lo spirito con cui il nuovo Governo targato Partito Democratico Cristiano Sammarinese, Movimento Civico Rete, DOMANI – Motus Liberi e Noi per la Repubblica ha predisposto il proprio programma, depositato il 30 dicembre e votato in Consiglio Grande e Generale in questi giorni. Dentro c’è molto, anche se per ovvie ragioni è ancora un insieme di buoni propositi, ma già si comprendono i punti su cui la “super maggioranza” (44 Consiglieri su 60) vuole lavorare: rilancio economico, soluzione alle problematiche del sistema bancario, sostenibilità del Bilancio dello Stato, riforma delle pensioni, rapporto con l’Italia e l’Unione Europea, PRG.

 

“IL METODO: STRATEGIE CONDIVISE E CONCERTATE”

 

“Le strategie e le politiche che saranno messe in atto dovranno essere frutto di una reale condivisione e concertazione con il paese per il tramite delle forze politiche, delle rappresentanze delle associazioni di categoria datoriali e sindacali, nonché gli ordini professionali, affinché le scelte operate possano dare luogo a interventi stabili e duraturi produttivi di effettivi benefici”.

 

IL RILANCIO E IL “FARO” DEL DOING BUSINESS

 

“Il punto di partenza per superare la crisi”, concordano i partiti di maggioranza, “è attuare interventi che migliorino la competitività del sistema economico, non solo attraverso la leva della fiscalità ma, in maniera altrettanto importante, garantendo alle imprese, grandi o piccole che siano, condizioni ottimali di esercizio della loro attività, così da rendere gli investimenti effettuati più profittevoli e generando margini per la creazione di nuovi posti di lavoro”. Teodoro Lonfernini (Lavoro, programmazione economica, sport, informazione, rapporti con l’AASS) ricorda comunque che “l’obiettivo più importante è l’aumento dell’occupazione”. E in tal senso, tutti i suoi colleghi hanno ben chiaro che senza imprese (nuove o sviluppo delle esistenti) non ci sarà mai più occupazione. Altro settore da rilanciare è il turismo e a tal proposito il nuovo Segretario competente, Federico Pedini Amati (Turismo, Poste, Cooperazione, Expo) chiede “uno scatto di orgoglio” per il rilancio di “un settore strategico” come questo. Per Andrea Belluzzi (Istruzione, Cultura, Università, politiche giovanili) “va posto al centro l’interesse da parte dei nostri giovani ad avere la migliore formazione possibile”, senza dimenticare “formazione e preparazione del corpo docente”. Anche l’Università è una risorsa (“ogni studente universitario è un futuro dirigente o un futuro libero professionista”) così come la cultura.

Anche “la scalata della classifica Doing Business della Banca Mondiale è una priorità da attuare”, si legge nel programma, “intervenendo tempestivamente su quelle evidenti lacune che pongono San Marino in una posizione non adeguata a garantire l’appetibilità del sistema economico”. Il progetto Doing Business, però, riguarda soprattutto la burocrazia e in tal senso è stato predisposto un intero capitolo per combatterla, intitolato appunto “Riduzione della Burocrazia, E-Government, Efficienza della P.A:, Innovazione e Sovranità Digitale”.

 

EDILIZIA E URBANISTICA: ADDIO AI VECCHI “PP”

 

Il nuovo PRG, invece, è la priorità individuata da Stefano Canti (Territorio, Ambiente, Protezione civile, Agricoltura): “La vera sfida è ristabilire il giusto equilibrio tra esigenze economiche e difesa ambientale. Interventi di riconversione urbanistica, sviluppo di infrastrutture strategiche, individuazione aree da riqualificare”. Nel programma si legge, a tal proposito, che “verrà revisionato il progetto di PRG a firma Boeri, interpretando lo come piattaforma sulla quale impostare progressivi interventi di riconversione urbanistica e di sviluppo di nuove infrastrutture strategiche. Il nuovo PRG stabilirà l’eliminazione dei piani particolareggiati (PP) e l’identificazione di aree da riqualificare e da riservare a potenziali investitori”.

 

IPOTESI DEBITO ESTERO SOLO DOPO LE RIFORME

 

Uno dei principali problemi del Bilancio dello Stato è il debito, la cui “gestione avverrà in coerenza con una strategia complessiva che diversifichi le fonti di finanziamento nell’intento di ridurre gli oneri, rendere sostenibili i piani di ammortamento ed evitare influenze dei prestatori sulla politica economica e sull’equilibrio istituzionale dello Stato. Solo in questo contesto”, avverte il Governo, “verrà preso in considerazione anche il debito estero. Come la spesa pubblica, anche il debito sarà programmato e gestito entro precisi limiti di sostenibilità. Saranno operati specifici investimenti in strumenti e competenze per la sua gestione del personale interno”.

 

“TASSE INVARIATE, PIÙ INCENTIVI E CONTROLLI”

 

Premesso che “il livello di tassazione ordinaria dovrà mantenersi invariato, salvo individuare eventuali ambiti d’incentivazione che dovessero ritenersi necessari, con particolare riferimento allo sviluppo di nuovi settori”, recita il programma. Ribadito anche dal neo Segretario competente, Marco Gatti (Finanze, Bilancio e Trasporti) che in Consiglio ha affermato di voler “rivedere il sistema degli incentivi e riorganizzare il sistema di controllo tributario”. In tal senso, si legge nel programma, “saranno operati i necessari interventi tesi alla riorganizzazione dell’Ufficio Tributario, investendo in risorse e procedure, al fine di mettere l’Ufficio stesso nelle condizioni di esercitare le proprie funzioni di controllo con un approccio moderno alla lotta all’evasione e all’elusione fiscale”. Inoltre, “fatti salvi i principi ispiratori della riforma del 2013 sarà valutata l’opportunità di introdurre un regime forfetario per le piccole imprese compatibile con l’esigenza di garantire un efficace sistema di equità fiscale”.

 

IVA, MA “SOSTENIBILE” E DOGANE AUTONOME

 

Sul fronte delle imposte indirette “saranno immediatamente avviati i necessari confronti per addivenire ad una soluzione ponderata e sostenibile per tutti gli operatori economici di introduzione di un sistema di imposizione sul valore aggiunto (IVA) che presti particolare attenzione al mantenimento dei margini di competitività per le piccole – medie imprese e non generi un incremento dei prezzi al consumo. In questo contesto, sarà valutata la possibilità di operare politiche speciali di incentivazione mediante un sistema di rimborsi anche erogabili sulla San Marino Card”. Inoltre, “al fine di migliorare la competitività del sistema, oltre ai provvedimenti di politica estera finalizzati al superamento delle criticità in materia di interscambio, sarà avviato un percorso per l’autodeterminazione doganale mediante l’attuazione dell’opzione prevista dall’Accordo di Unione Doganale con l’UE”.

 

SPENDING REVIEW: EFFICIENZA E MENO COSTI

 

“Una politica fiscale di respiro, finalizzata all’aumento della competitività, può rendersi sostenibile soltanto attraverso un rigoroso controllo della spesa pubblica”. Nuovo Governo, nuova Spending Review in pratica. “È divenuto improcrastinabile”, scrivono i partiti nel programma, “un nuovo approccio alla spesa nell’intento di ammodernare e allineare la macchina pubblica ai tempi odierni, senza il timore di mettere in discussione paradigmi sino ad oggi immutabili”. Il pensiero va subito alle riduzioni , ma il neo Segretario Roberto Ciavatta (Sanità, Previdenza, Affari sociali, affari politici, innovazione tecnologica e pari opportunità) assicura che, almeno all’interno dell’Ospedale di Stato “non ci saranno tagli”, perché “sarebbero interventi recessivi che non intendiamo mettere in atto. Quel che metteremo in atto saranno interventi di ottimizzazione dell’esistente”. Inoltre “affronteremo le distorsioni attorno al racket delle badanti ed eseguiremo controlli sulla correttezza delle prestazioni”.

Per quanto riguarda invece la P.A. vera e propria, le linee di intervento sono molteplici (si va dalla revisione dei contratti alla valutazione del personale), ma l’obiettivo principale resta comunque la riduzione dei costi della macchina pubblica e per questo “saranno impostati parametri di contenimento della spesa […] che permettano una progressiva riduzione della spesa corrente in favore di una maggiore propensione agli investimenti pubblici”. Il neo Segretario Elena Tonnini (Interni, Funzione pubblica, Affari istituzionali, Rapporti con le Giunte di Castello) si è soffermata invece sul ruolo della P.A.: “Muoversi al di fuori delle regole di controllo non è garanzia di miglior utilizzo delle risorse. Il ruolo di presidio deve allinearsi alla flessibilità e alla semplificazione delle procedure”.

 

RIFORMA DELLE PENSIONI: ECCO I PRIMI INPUT

 

La riforma delle riforme, ovvero delle pensioni, è parte sostanziale del programma del nuovo Governo, il quale – “attraverso la necessaria concertazione” propone “il superamento dell’attuale assetto delle riforme pensionistiche del 2005 e 2011 che consegneranno ai nostri giovani pensioni non sufficienti a far fronte alle esigenze della loro terza età”. Ma anche “il completamento del modello pensionistico multipilastro, garantendo così un ruolo sempre più importante alla previdenza pubblica a capitalizzazione (FondISS), fatto salvo il sistema solidaristico che impronta da sempre la nostra previdenza”; l’introduzione di finestre d’uscita in prossimità dell’età pensionistica, attraverso una contribuzione volontaria a carico esclusivo del lavoratore, anche al fine di liberare posti di lavoro; la revisione della modalità di gestione dei Fondi Pensione attraverso l’apporto di figure professionali operanti sotto la supervisione delle parti sociali”.

 

I RAPPORTI CON ITALIA E UNIONE EUROPEA

 

“San Marino ha oggi, più che mai, la necessità di ristabilire un dialogo forte e stabile con l’Italia e con i suoi principali partner commerciali in misura complementare e non alternativa al negoziato in corso con l’Unione Europea relativo alla stipula di un accordo di associazione”. Per questo , nel programma viene annunciato che “il rapporto con l’Italia deve essere rimesso al centro della strategia di politica estera, ricercando un approccio strutturato finalizzato a ristabilire un nuovo patto di collaborazione politica ed economica”. Più diretto ancora Luca Beccari in Consiglio sull’UE: il nuovo Segretario agli Affari esteri, Cooperazione economica internazionale e telecomunicazioni ha ribadito che “il percorso di negoziazione andrà avanti, ma con assoluta trasparenza”. Inoltre “dovremo continuare nell’allineamento con gli organismi internazionali, ma rivendicare con forza il principio di proporzionalità”.

 

I PROGETTI PER IL SISTEMA BANCARIO

 

La questione banche è prioritaria, perché “il nostro sistema, gravato dal peso degli NPL sui bilanci dei vari Istituti di Credito, non riesce a dare una risposta sufficiente al fabbisogno finanziario di aziende e di famiglie. Allo stesso modo, i crediti non performanti gravano sugli equilibri di conto economico delle banche riducendone la solidità”. Quindi occorre agire e subito. Oltre al fatto che “sarà garantita piena prosecuzione ai lavori” della Commissione d’inchiesta , nel programma è prevista anche “la definizione di una strategia nazionale di risoluzione degli NPL basata o sull’attuazione dei necessari interventi normativi utili a garantire azioni di recupero più celeri ed efficaci; o sulla costituzione di un veicolo nazionale per il recupero dei crediti non performanti e per la loro cartolarizzazione e gestione professionale; o su strumenti e strategie che supportino le banche nell’affrontare le svalutazioni richieste fatto salvo il varo di piani industriali in grado di garantire la profittabilità e il rafforzamento patrimoniale nel tempo”. Per il rilancio del settore, invece, si prevede “l’implementazione dell’acquis comunitario […] attraverso un attento bilanciamento fra costi e benefici derivanti dallo status di equivalenza del nostro sistema a quello Europeo”, ma anche “strumenti a supporto delle Banche nel processo di determinazione del merito creditorio dei clienti, attraverso un potenziamento della centrale rischi che dovrà poter operare in collegamento con quella italiana; la ricerca di intese a livello internazionale che permettano di accedere a strumenti di rifinanziamento sovranazionali e l’accesso al mercato all’ingrosso dei capitali; valutare l’opportunità di costituire un fondo sovrano a partecipazione pubblica e privata nell’ottica di finanziare iniziative economiche e infrastrutture; il varo di politiche di attrazione di centri di tesoreria esteri al fine di accrescere la liquidità di sistema; l’allineamento alle normative internazionali in materia di strumenti e servizi di pagamento e lo sviluppo di intese atte a favorire il ritorno dei maggiori circuiti all’operatività in San Marino; la sperimentazione di strumenti e prodotti Fintech; la valutazione, nell’ambito dell’adozione della V direttiva antiriciclaggio, dell’opportunità di prevedere specifiche autorizzazioni per l’erogazione di servizi di stoccaggio, transazione e cambio di cryptovaluta; l’integrazione della normativa sulle blockchain prevedendo l’assoggettamento dell’operatività conseguente alla vigilanza di Banca Centrale e di AIF”. Inoltre, “particolare attenzione sarà riservata all’ opportunità di aprire il sistema finanziario ad un maturo modello assicurativo complementare al sistema bancario […] mediante: la creazione di regole coerenti con le normative europee per accreditare San Marino come realtà di riferimento per lo sviluppo di nuovi servizi assicurativi”.

 

LA QUESTIONE GIUDIZIARIA

 

“La stabilità del Paese e una nuova prospettiva di coesione sociale, partono necessariamente dall’esigenza di ristabilire un equilibrio fra i diversi poteri dello Stato nell’ambito del quale i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, possano operare nel pieno delle loro prerogative senza ingerenze e senza prevaricazioni. Questo obiettivo sarà attuato anche attraverso interventi di riforma istituzionale tesi a garantire un’azione efficace ed efficiente del Consiglio Grande e Generale, del Governo e del Tribunale, nel rispetto della separazione delle competenze fra i tre organismi”.

Insomma, “i conflitti e le divergenze all’interno del Tribunale dovranno essere risolti”, anche con le riforme normative “con l’obiettivo di riaffermare la certezza del diritto e l’imparzialità dell’azione giudiziaria”. Lo stesso neo Segretario all’Industria, Artigianato, Commercio, Ricerca tecnologica, Semplificazione normativa, Fabio Righi, ha ribadito che la priorità è “una giustizia efficace che permetta di capire ad un imprenditore cosa può fare e cosa no e che sia garanzia di celerità nella risoluzione delle controversie”.

Il capitolo Tribunale è quindi collegato in maniera piuttosto stretta al sistema- Paese.

Quindi, “dovranno essere risolte le criticità, andando a ristabilire la corretta separazione ed autonomia dei poteri dello Stato nel rispetto delle raccomandazioni fornite dagli organismi internazionali, ripristinando un clima di fattiva fiducia e collaborazione nei confronti del Tribunale Unico”.

Per questo si prevede di “rimodulare le norme di governo della Magistratura nonché quelle dell’Ordinamento Giudiziario; riorganizzare la composizione del Consiglio Giudiziario Plenario; riformulare le norme regolanti regimi retributivi speciali per i Magistrati e quelle in relazione all’assegnazione degli incarichi”. Tra gli interventi c’è anche quello di “garantire una verifica puntuale ed oggettiva dell’operato dei singoli Magistrati”.

Il neo Segretario alla Giustizia Massimo Andrea Ugolini (che ha anche la delega alla Famiglia) ritiene inoltre non più rinviabile “una modifica del codice di procedura penale, rendendolo conforme alle indicazioni degli organismi internazionali, in particolare per quanto riguarda il giusto processo. Occorre nuovamente intervenire sui gradi del processo penale, vagliando l’opportunità di introdurre un terzo grado di giudizio”.

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