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Verso le elezioni a dicembre, prima il Bilancio e il progetto NPL

da Redazione

Trovato l’accordo tra tutte le forze politiche per risolvere la crisi di Governo: strumento del confronto sarà il Tavolo Istituzionale e le azioni saranno concertate con le parti sociali.

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di Daniele Bartolucci

 

Come la crisi di Banca CIS, anche la crisi di Governo trova una sostanziale “unanimità” nella sua risoluzione. E’ quanto accaduto martedì pomeriggio in Consiglio Grande e Generale, dove dopo settimane di discussioni, fughe in avanti, dimissioni e altri colpi di scena, tutte le forze politiche hanno trovato l’accordo su un Ordine del Giorno che impegna il Congresso di Stato ad “avviare al più presto l’iter della legge di bilancio per l’anno 2020 presentando un progetto tecnico, impegnando le forze politiche a riprendere i lavori del tavolo istituzionale composto dalle forze politiche attualmente presenti Consiglio creando le condizioni affinché tutte le forze politiche possano parteciparvi al termine della corrente sezione Consigliare”, subordinando di fatto lo scioglimento del Consiglio all’approvazione del Bilancio di previsione e avviare subito dopo la campagna elettorale, prefigurando – se i tempi verranno rispettati – le prossime elezioni entro l’anno, a dicembre.

 

L’ACCORDO: BILANCIO, NPL ED ELEZIONI


L’ordine del giorno approvato all’unanimità (52 voti favorevoli) disegna di fatto la road map delle prossime settimane, a partire dal fatto che occorre “assicurare l’approvazione di un bilancio previsionale condiviso” “nei tempi utili ad evitare l’esercizio provvisorio”. Per questo la prima tappa sarà quella di “riprendere i lavori del tavolo istituzionale composto dalle forze politiche attualmente presenti Consiglio creando le condizioni affinché tutte le forze politiche possano parteciparvi al termine della corrente sezione Consigliare” e qui valutare il “progetto tecnico” della Legge di Bilancio per il 2020 che dovrà essere quanto più condivisa da tutti, comprese le parti sociali (categorie economiche e sindacati). Non a caso viene specificato che si dovranno “portare a confronto le principali problematiche e le priorità che dovranno essere concertate ed implementate nel progetto di bilancio”, a iniziare dal “tema della soluzione della crisi del sistema bancario ivi compresi gli Npl al fine di condividere delle proposte anche con le parti sociali ed economiche”. A quel punto, se tutto dovesse andare a buon fine, la Reggenza – quella nuova, “di garanzia” come è stata subito etichettata, che si insedierà il 1 ottobre – dovrà emettere il Decreto di scioglimento del Consiglio Grande e Generale e definire “la data dei comizi elettorali alla prima data utile nel corso del corrente anno”, oltre ovviamente alla “convocazione straordinaria del Consiglio per l’esame e l’approvazione del bilancio consuntivo e previsionale dello Stato”.

 

VOTO UNANIME MA IDEE DIVERSE


L’OdG votato all’unanimità non si può dire che sia nato in un clima troppo sereno: dopo settimane di annunci, ipotesi di rottura, dimissioni annunciate e diversi possibili scenari, il dibattito in Consiglio Grande e Generale non poteva che essere caldissimo, a tratti avvelenato: basti pensare alle polemiche che hanno coinvolto Repubblica Futura, messo un po’ all’angolo dalle fughe in avanti di Civico10 prima e dalle prese di posizione di SSD poi, probabilmente il partito meno propenso a staccare la spina in questo momento, o almeno non prima di aver approvato – come maggioranza – la Legge di Bilancio, hanno chiarito più volte. Non a caso Giuseppe Maria Morganti (SSD) nell’esporre l’Ordinde del Giorno ha dichiarato subito: “Voglio veramente ringraziare tutte le forze politiche, perché alla fine di una complicata giornata si è giunti ad un accordo”. Sulla stessa linea il collega di partito, Alessandro Bevitori: “Esprimo soddisfazione per la sottoscrizione di questo ordine del giorno che deve impegnare tutta l’Aula e tutti i gruppi consiliari in un percorso di responsabilità, voluto proposto e sostenuto da Sinistra Socialista Democratica”. Più arrembante Matteo Ciacci (Civico 10): “Siamo decisamente soddisfatti di questa condivisione. Devo anche ringraziare la disponibilità di SSD ad addivenire ad alcune modifiche. Sarà necessario ora lavorare su degli impegni di metodo e anche progettuali per riempire i contenuti nel prossimo bilancio. Noi oggi abbiamo fatto un atto di coraggio – e domani e nelle prossime ore ne faremo altri -, abbiamo fatto un atto di coraggio utile a mettere in sicurezza il Paese. La cittadinanza chiede una politica compatta che fa e trova la quadra. Crediamo di essere stati i protagonisti di questo percorso di responsabilità che dovrà andare avanti”. A chiudere il giro in maggioranza Roberto Giorgetti (Repubblica Futura), che ha dovuto ingoiare un po’ di rospi a quanto pare, per votare a favore dell’OdG: “Repubblica Futura avrebbe preferito un percorso diverso”, ha detto senza giri di parole. “A noi sembrava più congruente affrontare come Governo il confronto con Fitch e Fondo Monetario Internazionale e soprattutto il bilancio di previsione per una serie di motivazioni che ho più volte rimarcato in quest’Aula. E’ maturato un orientamento diverso e come Repubblica Futura, per senso di responsabilità, abbiamo inteso firmare questo documento ed esprimeremo voto favorevole, però vorrei sottolineare che contrariamente a quanto detto da qualche consigliere, che è intervenuto prima di me, la chiarezza non verrà fatta con questo ordine del giorno, la chiarezza verrà fatta al tavolo istituzionale, dove a questo punto tutte le forze politiche verranno chiamate a dare un proprio contributo per costruire un percorso”.

All’opposizione invece, tutti d’accordo, non fosse altro per il fatto che tutti i gruppi avevano già annunciato le dimissioni in blocco. Come il PDCS, che per voce di Alessandro Cardelli ha spiegato: “Abbiamo sottoscritto, insieme alle altre forze politiche, l’ordine del giorno illustrato dal consigliere Morganti che dovrà portarci al tavolo istituzionale, ma ci teniamo a precisare che non ci siederemo a quel tavolo se prima non ci sarà parità di condizione tra tutte le forze politiche, ovvero non prima che vengano rassegnate le dimissioni anche da parte dei componenti della maggioranza e quindi lo scioglimento del Consiglio Grande e Generale. E’ questa la condizione imprescindibile senza la quale non si può proseguire nel confronto. Solo a quel punto saremo pronti a sederci al tavolo istituzionale per ragionare insieme sul futuro del Paese”. Dello stesso avviso Roberto Ciavatta (RETE): “L’ordine del giorno prevede che siano create le condizioni affinché tutte le forze politiche possano partecipare al tavolo istituzionale. E’ utile ribadirlo, anche perché rimanga a verbale, che queste condizioni sono le dimissioni e quindi una volta approvato questo ordine del giorno ci sarà la possibilità di fare sistema all’interno del tavolo istituzionale. Sistema non solamente tra forze politiche, ma veramente con tutte le forze rappresentative di questo paese: credo che questa sia una buona partenza e rimarco il voto favorevole da parte del movimento Rete”. Federico Pedini Amati (Movimento Democratico San Marino Insieme) ha quindi ribadito che “per una volta siamo tutti d’accordo su un ordine del giorno che nei fatti determina lo scioglimento del Consiglio grande e generale. Si è scelto di portare avanti il tavolo istituzionale cioè di porre fine a questa legislatura. L’ordine del giorno è condiviso e firmato da tutti i partiti che compongono l’arco consiliare, quindi la decisione è presa all’unanimità, quindi si aspetta solamente la formalità delle dimissioni per poi portare a termine quello che è il bilancio dello stato, che dovrà tenere conto di quelle che sono le urgenze della cittadinanza, tra le quali anche la gestione del percorso dei famosi Npl”. Tony Margiotta (gruppo misto) che nel frattempo insieme a Giovanna Cecchetti ha dato vita in questi giorni ad un nuovo partito, Elego, ha aggiunto che “l’ordine del giorno deve avere una determinata condizione e questa condizione è il raggiungimento delle 30 dimissioni. Mi auguro anche di più perché è importante mettersi alla pari su questo tavolo. Ci impegneremo per poter raggiungere l’obiettivo del bilancio che deve essere naturalmente votato entro l’anno”. Alessandro Mancini (PS): “Il lavoro fatto in queste ore da tutte le forze politiche ha permesso di arrivare a sottoscrivere un documento che fa chiarezza su quella che sarà la road map che ci porterà da oggi alla data delle elezioni Vogliamo registrare in maniera positiva l’intervento del collega Ciacci che nella sua dichiarazione di voto ha parlato chiaramente di atto di coraggio: più che di atto di coraggio credo che si debba parlare di atto di responsabilità e di atto di coerenza rispetto a quello che è un percorso avviato da tempo che oggi deve trovare l’epilogo per un nuovo inizio”. Guarda già ai prossimi passaggi invece Iro Belluzzi (PSD): “Voglio esprimere tutta la soddisfazione per il lungo lavoro che si è svolto nell’arco della giornata e che è stato dettato da grande confronto. Sicuramente verrà adottato un bilancio tecnico, ma perché non lasciare aperta anche la possibilità di indirizzare o mettere qualche elemento di indirizzo politico utile al sistema. Si avvia una nuova fase non semplice per il Paese, non semplice per tutte le forze politiche che vorranno impegnarsi in quello che saranno i passaggi elettorali e in quella che sarà la ricerca delle soluzioni per ridare una prospettiva al Paese”.

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