Home FixingFixing È sempre e ancora “per la stessa ragione del viaggio: viaggiare…”

È sempre e ancora “per la stessa ragione del viaggio: viaggiare…”

da Redazione

Non esiste terra che non meriti di essere visitata o almeno percorsa. Africa, Islanda, Patagonia, Antartide: in ogni luogo il fascino delle parole.

reykjavik

 

di Simona Bisacchi

 

Per un viaggiatore non c’è terra che non meriti di essere visitata. Non c’è strada che non sia degna di essere percorsa.

Una carta geografica può essere uno scrigno di sogni, da aprire al momento opportuno e iniziare a camminare. Ci sono viaggi che partono dalla sete dell’ignoto e ti svelano l’inatteso enigma che lì viene custodito.

Apri “Cuore di tenebra” di Joseph Conrad.

Sentirai il cuore dell’Africa pulsare, attraversando il fiume Congo nelle parole ispirate e disperate di Marlow, in un viaggio che ha inizio dalla passione per l’avventura e termina in una desolazione difficile da raccontare: “Per me è come se stessi cercando di raccontarvi un sogno – un tentativo inutile perché non c’è modo di comunicare a parole la sensazione del sogno, quel miscuglio di assurdità, sorpresa e stupore in un fremito di lotta e ribellione, la consapevolezza di essere preda dell’incredibile, che è l’essenza stessa dei sogni”.

Ci sono anche mappe che non percorrerai mai.

Cerca gli scritti dell’ammiraglio Richard Evelyn Byrd. Passeggia a 35 gradi centigradi sotto zero con l’esploratore che tra gli anni Venti e Quaranta compì quattro spedizioni in Antartide e coglierai come il mondo sa stare zitto: “Mi sono fermato ad ascoltare il silenzio. Armonia, ecco cos’era! Ecco, ciò che usciva dal silenzio era un ritmo delicato, il tono di un accordo perfetto, la musica delle sfere forse. Fu sufficiente afferrarne il ritmo perché io mi sentissi parte di esso. In quell’istante non ebbi alcun dubbio dell’unità dell’uomo con l’universo”.

Ci sono poi percorsi che sono una vocazione.

Sali sul “Patagonia Express” insieme a Luis Sepulveda. Naviga tra i fiordi cileni, seguendo la penna dello scrittore che scivola su un Moleskine regalatogli da Bruce Chatwin, per immortalare quella regione così “vasta e colma di avventure che non può essere toccata dalla meschina frontiera che separa la vita dalla morte”. Seguilo fino in fondo, e scoprirai che non puoi arrenderti finché hai una storia da raccontare, o da ascoltare: “Non ero solo. Non sarei stato solo mai più. Coloane mi aveva passato i suoi fantasmi, i suoi personaggi, gli indio e gli emigranti di tutte le latitudini che abitano la Patagonia e la Terra del Fuoco, i suoi marinai e i suoi vagabondi del mare. Adesso sono tutti con me e mi permettono di dire a voce alta che vivere è un magnifico esercizio”.

E ci sono strade che non esistono più.

Ascolta “Il concerto dei pesci” di Halldor Laxness. Entra nelle vite di quei personaggi bizzarri che si ritrovano nella casetta di un anziano pescatore, nel sobborgo di Reykjavik, mentre l’Islanda si affaccia nel ventesimo secolo e un giovane orfano scopre di avere una voce strepitosa: “Che ti possa andare bene come chi ha uno scopo nella vita; che sia grande o piccolo, non importa, purché sia determinato a non far torto agli altri”.

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