Home FixingFixing Consorzio Terra di San Marino, l’annata difficile del miele e delle api

Consorzio Terra di San Marino, l’annata difficile del miele e delle api

da Redazione

Aprile e maggio da dimenticare, i progetti del Presidente CAS Melissa Marzi: “Spazio alla biodiversità”.

CTSM Melissa Cri

 

“Il miele è come il sole del mattino, / con tutta la grazia dell’estate / e il fresco antico dell’autunno. / È la foglia appassita ed è il frumento. / Oh divino liquore dell’umiltà, / sereno come un verso primitivo!”.

Con ogni probabilità Giove Pluvio quest’anno non ha letto il grande poeta spagnolo Federico Garcia Lorca: le tante bizze della primavera difatti hanno inciso pesantemente sulla produzione delle api.

“Il 2019 è stato, almeno al momento, un anno davvero durissimo – esordisce Melissa Marzi, Presidente della Cooperativa Apicoltori Sammarinesi -. La produzione del miele è quasi zero a causa del maltempo di aprile e maggio. Giugno si è aperto con il sole e le api si stanno lentamente attivando, ma quello che è accaduto prima ha inciso pesantemente”. Melissa parla della propria esperienza personale. “Le api per diversi mesi non sono uscite e quindi non hanno portato il miele negli alveari. Quel poco che riuscivano a raccogliere lo mangiavano. Noi apicoltori, per far fronte a questa emergenza, abbiamo dovuto alimentarle con miele o con uno sciroppo a base di acqua e zucchero”. Un processo che se da un lato ha permesso la sopravvivenza delle api, dall’altro però, come evidenzia Melissa, “le ha in parte addomesticate”. E non è un bene. “Abbiamo bisogno che rimangano selvatiche” aggiunge poco prima di spiegare che “la simbiosi tra noi e loro è in essere da millenni” ma “serve comunque una forma di equilibrio”.

Il freddo (e la neve di metà maggio) sono stati micidiali. “Le api erano in uno stato di agitazione, avevano la cosiddetta ‘febbre da sciamatura’ e sentivano la necessità di spostarsi. La mia Regina ha sciamato da sola senza portarsi dietro le altre api”.

Un’anomalia eccezionale che non ha riguardato solamente la Repubblica, anzi: le Marche, una regione particolarmente produttiva, ha sofferto moltissimo, così come la Toscana (che però, racconta Melissa, in parte si è salvata grazie al Castagno).

Nonostante i capricci del cielo, Melissa non perde il sorriso. “Ovviamente la biodiversità comporta anche un’educazione del consumatore ai nuovi mieli. “L’Acacia, così come il Millefiori, è molto apprezzato”. Il Presidente si ferma un attimo a guardare i prati. “Ogni Castello della Repubblica di San Marino ha il suo ‘Millefiori’ che differisce per colorazione e gradazione”.

E se per l’acacia l’annata di può dire compromessa, le speranze della Cooperativa Apicoltori Sammarinesi (che conta 40 soci attivi e 60 registrati) oggi si spostano tutte sul “Millefiori”, che sarà però “estivo”. “In questo periodo sta fiorendo la Sulla mentre e breve ci sarà la fioritura del Tiglio e un po’ di Trifoglio. Il sole è un toccasana e noi incrociamo le dita. Anche se ha piovuto molto a maggio il rischio è che se dovesse arrivare un’ondata di caldo l’acqua potrebbe prosciugarsi, con la conseguenza che se i fiori dovessero seccarsi, la bottinatura potrebbe risentirne”.

Per il Presidente della Cooperativa Apicoltori Sammarinesi occorre trovare soluzioni alternative. “Dobbiamo aumentare la biodiversità cercando altre piante mellifere. Abbiamo preso contatti con il professor Ricciardelli d’Albore, docente di Biologia presso l’Università di Perugia per un aggiornamento tecnico sulle piante e su quello che il territorio ci permette di fare”.

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