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San Marino, norme UE: “semaforo rosso” per quelle da trattare

da Redazione

Accordo di Associazione, diversi i temi caldi: limitazione della libertà di stabilimento, sì all’accesso alla liquidità della BCE e niente T2 per le imprese.

renzi aguilar

 

di Daniele Bartolucci

 

Un “semaforo” per regolare la trattativa e districarsi nel “traffico” tra gli oltre 12mila atti dell’acquis communautaire. Questo il metodo che il Governo ha impostato per discutere quali siano le norme da recepire e quelle invece da derogare (e come) per poter siglare l’Accordo di Associazione con l’Unione Europea. Pur non entrando nel merito delle singole questioni, il Segretario di Stato Nicola Renzi ha alzato un po’ il velo sul lavoro svolto in questi mesi, avviando anche una serie di incontri pubblici per spiegare quanto fatto finora dalla sua Segreteria, dai vari consulenti incaricati e da tutta l’Amministrazione pubblica, coinvolta a più livelli in questa operazione. Nella relazione presentata in Consiglio Grande e Generale ci sono molte spiegazioni, ma, come detto, pochi ambiti specifici. Uno di questi, comunque, riguarda la “libertà di stabilimento” delle persone, su cui il Governo ha tracciato una linea rossa molto evidente, ha fatto capire il Segretario. Gli altri ambiti oggetto di trattativa riguardano sicuramente l’interscambio commerciale (a partire dal T2) e il sistema bancario e finanziario, ma anche la libertà di circolazione dei lavoratori, che riguarda già oggi oltre 6.000 frontalieri.

 

IL METODO “SEMAFORICO” PER DECIDERE COSA RECEPIRE


L’avvio ufficiale dei negoziati è datato 18 marzo 2015, ma “ha fatto seguito a un lungo lavoro di preparazione di diversi anni: contatti, visite di funzionari della Commissione europea, predisposizione di questionari e, naturalmente, incontri politici con le autorità della Commissione stessa e con quelle degli altri due Paesi interessati”. Poi sono iniziate le trattative vere e proprie e sulla base di queste, considerato che comunque occorreva “ragionare a tre” con Monaco e Andorra, si è impostato un metodo di lavoro più efficace per affrontare la mole di lavoro di raccordo e confronto tra le norme europee dell’acquis communautaire (circa 12mila atti): prima con la “ripresa dinamica dell’acquis” stesso, quindi con la formulazione dei Testi Unici da rendere vigenti ovviamente solo ad Accordo raggiunto e non prima. Poi con l’introduzione della “segnalazione semaforica”, scelta che il Governo di San Marino ha attuato sulla scorta dell’indicazione del SEAE a inizio 2017, quando “ha chiesto ai tre Paesi di iniziare autonomamente il processo di studio, analisi e recepimento dell’acquis dell’Unione, suddividendo l’enorme massa di norme (circa 12.000 atti) in 25 Annex, per materia, e chiedendo che per ogni Annex i Paesi fornissero un quadro il più preciso possibile, indicando quali atti non ponevano difficoltà nel recepimento (per comodità metodologica evidenziati in verde in apposite tabelle), quali invece avevano bisogno di adattamenti, o che comunque presentavano un qualche ordine di difficoltà, (da evidenziare in arancione) e quali infine non sarebbero stati applicabili o presentassero difficoltà insormontabili (da evidenziare in rosso). Ovviamente da quelli evidenziati in rosso sarebbero scaturite poi le cosiddette ‘linee rosse'”, spiega quindi Renzi. Per realizzarla “San Marino ha coinvolto tutti i settori della Pubblica Amministrazione in un gigantesco lavoro di studio e di analisi della normativa interna e di conseguente analisi comparativa con la normativa dell’Ue al fine di evidenziare anche le principali divergenze e fornire le relative proposte al Governo”. Nel frattempo, mentre si definivano i contorni del quadro giuridico-istituzionale e si concretizzava lo studio e l’analisi dell’acquis, “è iniziato all’interno della maggioranza e del Governo un dibattito in merito all’identificazione delle principali linee rosse, alla luce delle precise disposizioni degli atti della Ue analizzati. Su queste linee rosse, poi, è iniziata anche la condivisione all’interno della Commissione Affari Esteri, con audizioni del Segretario di Stato per gli Affari Esteri, della Direzione Affari Europei del Dipartimento Affari Esteri e del Consigliere Giuridico del Governo, cosa che ha prodotto la votazione di un Ordine del giorno che identifica le principali linee rosse per la Repubblica di San Marino e sviscera nello specifico, dando un mandato alla delegazione che tratta a Bruxelles, una possibile soluzione per una delle linee probabilmente più rosse per noi, che è quella della libertà di stabilimento”.

 

STABILIMENTO PERSONE E NIENTE T2 PER LE AZIENDE

 

Diversi i punti interessanti per le imprese, perché, come ricorda lo stesso Renzi, “già ad oggi le nostre aziende che vogliono esportare per girare all’interno dell’Unione europea hanno bisogno di certificazioni, dunque anche in assenza di un Accordo di associazione con l’Unione europea, tutti quegli obblighi che oggi vigono rimarrebbero comunque vigenti. Questo è il dato fondamentale. Cioè che l’Accordo di associazione serve a San Marino per compensare quegli obblighi, comunque imprescindibili, con dei diritti e a questo dobbiamo sempre pensare, affinché il dibattito sul negoziato non diventi una semplice spinta ideale, cosa che sarebbe magari anche retoricamente positivo, ma non fruttifero per il Paese”. Come detto, nonostante sia questa la richiesta pervenuta da tutte le parti, nella relazione del Segretario non vengono specificati precisamente quali aspetti abbiano ottenuto il via libera (o “linea verde”) e quali quelli invece sono oggetto di trattativa (le “linee rosse”). Di certo, perché Renzi lo cita testualmente (“una delle linee probabilmente più rosse per noi”) c’è la libertà di stabilimento. Essa riguarda ovviamente le persone e il tabù delle residenze è ancora forte, visto che qui si parla anche di welfare. Stesso discorso per l’apertura del mercato alle imprese europee, più che il contrario si può immaginare. Come del resto è la libertà di circolazione per i lavoratori e a San Marino con oltre 6.000 frontalieri può diventare ingestibile a livello diplomatico e burocratico mantenere certe norme “protezionistiche”. Uno dei temi più discussi è poi il superamento del T2: “Un aspetto della raccomandazione approvata dal Parlamento Europeo e rivolta al Consiglio europeo e alla Commissione Europea”, spiega Renzi nella relazione, “espressamente dedicato alla Repubblica di San Marino fa poi diretto riferimento alle difficoltà che San Marino attualmente incontra nell’esportare verso Stati Ue diversi dall’Italia a causa della documentazione burocratica richiesta (documento T2); questo particolare aspetto è stato portato avanti da moltissimi anni – ben prima che iniziasse il negoziato sull’Accordo di associazione – con i competenti servizi della Commissione, in particolare con la DG TAXUD; ed oggi per la prima volta, grazie anche all’impegno della Segreteria di Stato e del team negoziale della Repubblica di San Marino, figura nero su bianco in un documento ufficiale della UE. Questo tema viene finalmente preso in considerazione dall’Unione europea, dal Parlamento, indicando la necessità di risolverlo. Sono state diverse le riunioni con i vertici tecnici di ANIS e tra i relativi consiglieri giuridici al fine di trovare soluzioni per eliminare, o quanto meno attenuare, gli effetti del documento T2 e ringrazio anche quest’Associazione di categoria per l’apporto che ha dato nel contribuire affinché l’Accordo di Associazione potesse proseguire”. In tal senso sono “numerosi” anche gli incontri che si sono svolti e stanno proseguendo con la DG TAXUD e il SEAE “per addivenire ad una soluzione che possa consentire agli operatori sammarinesi una operatività senza discriminazioni – questa è la base del negoziato – e alla pari con quelli dei Paesi UE”.

 

“ACCESSO ALLA LIQUIDITÀ DELLA BCE PER LE BANCHE”


L’altro tema sottolineato in rosso è quello riguardante il sistema bancario e finanziario, che però è anche quello – insieme al T2 e agli altri “obblighi” per le imprese – che potrebbe riservare maggiori vantaggi e sviluppi, basti pensare al costo del denaro della BCE o ai finanziamenti tramite fondi e progetti europei. Anche questo tema è stato evidenziato dalla raccomandazione dell’eurodeputato Lopez-Aguilar, in particolare riguardo alla “fattibilità di garantire alla Repubblica di San Marino un adeguato accesso alla liquidità dell’Eurosistema attraverso un diretto contatto con la BCE. Questa possibilità, d’altronde prevista dall’art. 23 dello Statuto della BCE, potrà consentire una fattiva capacità di resilienza del nostro sistema bancario e finanziario, oltre a garantire condizioni di competitività non falsate agli istituti di credito operanti nella Repubblica di San Marino. E questo – lasciatemelo dire con forza – è sempre stato il primo punto che da quando mi sono. insediato, ho fatto presente alla Commissione europea: non è possibile che la Repubblica di San Marino sia portata tramite l’Annex della Convenzione Monetaria a recepire tutte le regole che hanno gli operatori bancari e finanziari dell’area europea, e quindi con gli stessi obblighi e gli stessi doveri, a fronte non degli stessi diritti, perché l’Eurozona ha accesso alla liquidità dell’Eurosistema gli istituti di credito della Repubblica di San Marino sono attualmente esclusi da quella e questo comporta un costo del denaro più alto, comporta quindi una minore possibilità di erogare il credito, maggiori tassi per quanto riguarda i mutui, il credito alle aziende e tutto il resto”. Insomma, “se si parla di un Accordo che va sulla via dell’omogeneità e della non discriminazione, questo un punto fondamentale”.

 

LA RISPOSTA ALLE CRITICHE

 

Da una parte c’è la riservatezza dovuta soprattutto al fatto che la trattativa comprende anche le esigenze (e quindi le diversità di vedute) di Andorra e Monaco, dall’altra sulle singole questioni non c’è ancora certezza, in quanto, come ha spiegato Renzi, il principio che regola tutta la trattativa è che “niente è deciso finché tutto non è deciso”. Ma il Paese non pare accontentarsi di questa superficiale spiegazione e chiede – per voce della politica e delle associazioni di categoria in particolare – di avere tutti gli approfondimenti del caso, quali sono queste “linee rosse”, ad esempio, ma anche quelle “verdi” e perché siano state accettate in maniera così veloce. In pratica, la domanda che tutti si fanno è una e una sola: passi il metodo, che è condivisibile, ma chi ha deciso di “far passare” alcune norme e “bloccarne” altre? Sulla base di quali indicazioni e di quali obiettivi? Il Segretario Renzi, nella relazione, sembra anticipare la risposta, ma solo dal confronto dei prossimi giorni (in pubblico coi cittadini e riservato con le parti sociali con cui ha già pianificato una serie di incontri), si capirà se ha soddisfatto o meno quanti l’hanno finora criticato per la poca condivisione: “Gli interessi della Repubblica di San Marino, evidenziati alla Commissione europea, benché non discussi pubblicamente nel Paese, non sono frutto di riflessioni riservate in stanze chiuse, ma sono frutto di analisi e confronti interni all’Amministrazione ed al tessuto sociale e produttivo del Paese, i cui esiti sono stati discussi e rielaborati con gli stessi funzionari in molte riunioni nel corso di questi mesi. Lungi da me e dal Governo quindi”, risponde alle critiche dei mesi scorsi, “voler intendere come una eventuale non condivisione pubblica sia il frutto di una precisa volontà di segretezza a tutti i costi. Voglio ricordare che di questi temi si è trattato anche, pur con i dovuti toni, in numerose trasmissioni televisive e comunicati stampa a cura dell’emittente di Stato e nei notiziari appositamente predisposti dalla stessa RTV chiamati “TG Europa”, che credo abbiano fatto un grande lavoro nell’informazione dell’opinione pubblica, trasmessi a cadenza settimanale e ancora a disposizione sul sito web dell’emittente, quindi fruibili da parte di tutti. Non nascondo che occorrerà fare di più. Al riguardo posso confermare che a breve inizierà una campagna informativa nel Paese che cercherà di informare la popolazione in merito ai principali punti dell’Accordo di associazione, pur nel rispetto di quei vincoli di riservatezza che riguardano soprattutto aspetti circa le decisioni e le azioni degli altri Paesi partner”.

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