La rete sarà dello Stato, Net.Co e AASS si interfacceranno tra loro. Orizzonte 25 anni: costo iniziale di 80-90 milioni, ricavi per 135 milioni.
di Alessandro Carli
Ha incassato il plauso dei consiglieri di maggioranza ma anche quelli di minoranza, la ratifica del Decreto Delegato n. 109 del 2018 (diventato, dopo il passaggio in Aula, il Decreto Delegato n. 146 del 2018), quasi a voler testimoniare l’importanza trasversale della creazione della società “Public NetCo” e l’introduzione di una autorità a garanzia nel mercato delle Telecomunicazioni della Repubblica di San Marino per il superamento del monopolio del settore. La società, al 100% pubblica, dovrà interfacciarsi all’AASS, proprietaria della rete, e agli operatori che ne usufruiranno.
Il Segretario Andrea Zafferani si è poi soffermato sulla business plan e sui costi calcolati su un orizzonte temporale di 25 anni. Sulla base delle condizioni di mercato di questi settori si è stimato – ma sono solamente proiezioni – un costo iniziale e per la manutenzione della rete di 80-90 milioni di euro, a fronte di ricavi per 135 milioni di euro. I costi immediati sono comunque più bassi, circa 6-7 milioni di euro.
Conditio sine qua non per partire, un pre-contratto firmato da almeno un nuovo operatore, come previsto dal Memorandum con il partner tecnologico Zte. Con il pre-accordo infatti c’è un ritorno immediato di 2-3 milioni di euro per il servizio di gestione della rete. Il Segretario poi ha spiegato in Aula che il piano Polab – e quindi l’ubicazione sul territorio delle antenne per la telefonia mobile – sarà rivisto alla luce dell’ingresso nella partita di AASS.
Il primo tema, si legge nella relazione, è quello legato alla costituzione di una Newco con la finalità di gestire l’attività relativa ad un settore strategico di pubblica utilità, come quello delle telecomunicazioni, in modo diretto ed efficace, di perseguire un costante aggiornamento delle tecnologie più avanzate, ed altresì di garantire la sicurezza delle telecomunicazioni anche in settori strategici. Più nello specifico, una società col compito di progettare, realizzare, gestire, integrare e manutenere reti e sistemi di telecomunicazioni, informatici, elettronici, e in genere di soluzioni ICT; commercializzare alle imprese di servizi accreditati le reti, realizzare e/o approvvigionare dei mezzi necessari allo svolgimento delle predette attività e di quelle connesse; svolgere tutte le attività per la gestione della sicurezza delle reti, ivi compresa l’eventuale assunzione di competenze di Ente Certificatore per i servizi elettronici di recapito certificato qualificato.
In estrema sintesi la Newco avrà il compito di realizzare e gestire, dal punto di vista tecnico, commerciale ed evolutivo, la rete di telecomunicazioni dello Stato (rete mobile e Internet). Tuttavia, seguendo il concetto per cui la proprietà della rete deve essere assolutamente pubblica, il Decreto indica chiaramente che l’infrastruttura è ceduta in proprietà a titolo gratuito all’Azienda Autonoma di Stato per i Servizi Pubblici che ne consente comunque l’utilizzo senza limitazioni alla Public NetCo per il conseguimento dell’oggetto sociale. Public NetCo, in quanto società privata e secondo le logiche del diritto privato, si doterà delle necessarie risorse umane per gestire i compiti assegnatigli, essendo colei che si interfaccerà con gli operatori privati, fissi e mobili, che utilizzeranno la rete dello Stato e dovendo quindi fornirgliela a un prezzo che consenta profitti e rientro degli investimenti all’AASS, oltre a garantirne ovviamente sempre la perfetta efficienza e funzionalità e ad occuparsi della sicurezza delle reti: questioni estremamente rilevanti che richiedono alte professionalità, da reperire se necessario anche all’esterno della Repubblica.
Il secondo tema affrontato dal DD è quello della realizzazione di una Authority per le Telecomunicazioni, con funzioni di regolazione, controllo, garanzia e tutela nel settore delle telecomunicazioni, di interesse pubblico; di assicurare che i servizi pubblici vengano forniti secondo i principi di qualità, economicità ed universalità per gli utenti e le imprese nonché di realizzare la corretta competizione degli operatori sul libero mercato e tutelare il pluralismo e le libertà fondamentali dei cittadini nel settore delle telecomunicazioni. L’Autorità ICT, costituita da 3 membri, si occupa di tutti i sistemi di Tlc costituiti dai dispositivi infrastrutturali materiali e immateriali, dalle reti fisse, mobili o a mezzo etere, del piano Nazionale delle radiofrequenze atte all’espletamento della produzione di servizi ICT.