Home FixingFixing San Marino, E-Fattura: l’occasione per superare il vecchio DM del 1993

San Marino, E-Fattura: l’occasione per superare il vecchio DM del 1993

da Redazione

Salvo deroghe dell’ultimo momento, l’Italia obbligherà tutti gli operatori alla fatturazione elettronica da gennaio. Fabrizio Cremoni, esperto fiscale: “Può essere un’opportunità per le imprese in termini di risparmio di tempo e risorse, ma anche per lo Stato, che potrà monitorare tutte le transazioni”.

fabrizio cremoni

 

di Daniele Bartolucci

 

“San Marino deve dotarsi quanto prima di un sistema di fatturazione elettronica che permetta alle imprese di interagire facilmente e in maniera competitiva sui mercati internazionali”. E’ questo l’appello che il Segretario Generale dell’Associazione Nazionale Industria San Marino, William Vagnini, fa al Governo e a tutte le parti sociali, a pochi mesi dall’entrata in vigore in Italia dell’obbligatorietà per tutti gli operatori economici di utilizzare la nuova procedura informatica. Ma non c’è solo l’imminente scadenza italiana, ricorda Vagnini, “perché questo passaggio tecnologico è ormai all’ordine del giorno in tutti i Paesi industrializzati. Sono infatti anni, ormai, che ANIS sollecita le istituzioni sammarinesi ad attivarsi in tal senso, prima ancora del 2014, quando l’Unione Europea formalizzò con una Direttiva specifica, l’impegno di tutti gli Stati membri a utilizzare la fatturazione elettronica entro il 2018 per gli appalti pubblici. Cosa che poi ha portato, come in Italia appunto, ad allargare tale possibilità anche al settore privato. Nel nostro caso, però, non si tratta di un vincolo europeo, bensì di un’esigenza di mercato, di competitività rispetto alle imprese degli altri Paesi, oltre ovviamente del superamento della vecchia, costosa e lenta procedura per le fatture con l’Italia, che ci tiene ancorati al cartaceo con timbratura a secco, quando il mondo viaggia alla velocità di un click”. L’appello di ANIS sembra comunque essere stato recepito dal Governo, che ha incontrato anche recentemente a Roma i rappresentanti dei vari Ministeri che si occupano della questione, con l’intenzione di trovare una soluzione nel breve periodo.

Una soluzione che secondo Fabrizio Cremoni, esperto fiscale e consulente ANIS, non può prescindere da una revisione del DM del 24 dicembre 1993, trasformando l’intera vicenda da un problema ad una grande opportunità per San Marino in termini di operatività delle imprese, abbattimento della burocrazia, risparmi di tempo e risorse e, non meno importante, anche di monitoraggio efficace delle transazioni da e per San Marino.

 

Dottor Cremoni, cosa cambierà per le imprese sammarinesi dal 1° gennaio 2019?

 

“Salvo eventuali proroghe che il nuovo Governo potrebbe decidere, in Italia scatterà l’obbligo della fatturazione elettronica in tutti i rapporti tra privati residenti, quindi sia il B2B che il B2C. Sono ovviamente esclusi i rapporti con l’estero, per cui, se non interverrà una modifica all’attuale procedura amministrativa, prevista come noto dal Decreto Ministeriale del 1993, purtroppo per gli operatori sammarinesi non cambierà niente. Dico purtroppo perché, al di là di essere in possesso di una eventuale Pec presso la quale l’operatore italiano potrà inviare la fattura elettronica, il documento fondamentale ai fini della non imponibilità rimarrà quello cartaceo”.

 

Se non cambierà nulla, perché si parla di penalizzazione delle imprese sammarinesi?

 

“Ricordo che stiamo parlando della quasi totalità dei rapporti delle aziende sammarinesi, che riguardano come noto l’Italia. Rimanere ancorati ad un documento cartaceo potrebbe far perdere competitività all’intero sistema, perché le imprese italiane potrebbero decidere di non utilizzarlo più. E’ chiaro che se l’impresa sammarinese ha un fornitore esclusivo, questo rapporto continuerà. Ma nel caso in cui l’operatore italiano possa scegliere, potrebbe facilmente abbandonare il cliente/fornitore di San Marino e optare per uno già inserito nella procedura digitalizzata. Senza dimenticare tutte quelle imprese che hanno rapporti con la Pubblica Amministrazione italiana, che potrebbero venire tagliate fuori dagli appalti. Il rischio è altissimo, per questo il passaggio va assolutamente fatto e in tempi celeri”.

 

Oltre che in termini di competitività, la fattura elettronica porterebbe altri vantaggi a San Marino?

 

“Sta purtroppo vendendo fuori un concetto errato di fatturazione elettronica, come fosse un mostro calato dall’alto. Non è così, perché non sarà in verità un problema di carattere amministrativo per imprese, ma piuttosto di software, che sarà integrato al gestionale che probabilmente le imprese stanno già utilizzando. I vantaggi sono diversi, dal risparmio di tempo e risorse, si pensi solo alla carta che non si dovrà più stampare e alle fatture che si potranno inviare online. Ma c’è un aspetto ulteriore, di sistema: il passaggio alla fatturazione elettronica permetterebbe di abbandonare finalmente la vecchia procedura cartacea, che oltre ad avere enormi svantaggi in termini di costi, non ha permesso di creare un sistema interno di controlli veramente efficace. Per questo, come sostiene anche ANIS da anni, credo che questa sia una grande opportunità per San Marino, di rivedere quell’accordo con l’Italia e dotarsi di strumenti migliori sia a vantaggio delle imprese, sia dello Stato stesso”.

 

Il punto è proprio quello, cosa deve fare San Marino quindi?

 

“Il Governo deve trovare un accordo con l’Italia, è fondamentale. A mio parere, questo accordo deve comunque tenere in considerazione che San Marino è uno Stato sovrano, e l’interfaccia con l’amministrazione fiscale italiana dovrebbe essere l’Ufficio Tributario, essendo l’organo preposto internamente. Si dovrà quindi creare una piattaforma ‘in & out’ per tutte le fatture Italia-San Marino e San Marino-Italia, snellendo quindi la procedura attuale e facendo risparmiare tempo e risorse a tutto il sistema. Probabilmente per l’addebito Iva andrà fatta un’ulteriore riflessione e forse occorrerà prevedere una procedura particolare, come del resto è particolare quella ideata tra Italia e San Marino. Non credo infatti esista un altro caso nel mondo di una procedura del genere. Va superata, è quello che ci aspettiamo da vent’anni ormai”.

 

Questa piattaforma potrebbe essere usata anche internamente?

 

“Tecnicamente si tratta di creare dei flussi di dati, in formato Xml per quanto riguarda l’Italia. E’ chiaro che se si obbliga l’impresa a crearlo in tale formato, poi non avrebbe senso mantenere due sistemi differenti, anche a livello di gestionale. Potrebbe essere davvero l’occasione per un salto di qualità, di passaggio alla digitalizzazione di tutte le transazioni, quindi, sia esterne che interne. Questo permetterebbe il monitoraggio di tutte le transazioni, non più solo di beni ma anche di servizi. E soprattutto, in vista dell’introduzione dell’IVA anche a San Marino, si avrebbe già la struttura per gestire questo passaggio a livello statale”.

 

Torniamo però al punto di partenza: si farà questo accordo con l’Italia?

 

“E’ interesse sia di San Marino, come abbiamo visto, ma anche dell’Italia trovare un accordo. Nelle scorse settimane la delegazione del Governo si è recata a Roma per confrontarsi su questo aspetto e ci è stato confermato che l’incontro ha avuto un riscontro positivo: entrambe le amministrazioni vogliono trovare un accordo. Siamo fiduciosi che in tempi ragionevoli si possa trovare una soluzione”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento