Home FixingFixing Laureati, la Repubblica di San Marino surclassa il Belpaese

Laureati, la Repubblica di San Marino surclassa il Belpaese

da Redazione

Report OCSE: in Italia sono il 4%, sul Titano quasi tre volte di più. Un dipendente pubblico su tre è “dottore”, nel privato invece uno su 10.

Laureati

 

di Alessandro Carli

 

Il raffronto non è del tutto corretto – da una parte uno Stato che conta oltre 60 milioni di persone, dall’altro uno di 33 mila – ma è indicativo (perlomeno per la vicinanza tra i due Paesi) e aiuta soprattutto a capire il “peso” che riveste l’istruzione, anche come “porta di accesso” al mondo del lavoro. Nei giorni scorsi è stato pubblicato “Education at a glance 2018” (“Sguardo sull’Educazione”), la fotografia firmata da OCSE e che mette a specchio circa 50 Nazioni di tutto il mondo.

 

LA FOTOGRAFIA GLOBALE


Nonostante un rilevante innalzamento del livello d’istruzione nel corso dell’ultimo decennio, le persone i cui genitori sono poco istruiti un indicatore dello status socioeconomico svantaggiato hanno meno probabilità di frequentare programmi educativi destinati alla prima infanzia, di completare un percorso di studi nella scuola secondaria superiore e di accedere a livelli d’istruzione superiori rispetto alle persone che hanno almeno un genitore laureato. Se è vero che due terzi dei 25 64enni, i cui genitori non hanno completato gli studi secondari superiori, dovrebbero raggiungere un livello superiore di studi rispetto ai propri genitori, la maggior parte di essi è titolare di un diploma secondario superiore a indirizzo professionale. Si riscontra una situazione analoga per il livello terziario d’istruzione: nei Paesi OCSE i giovani di età compresa tra 18 e 24 anni, i cui genitori non hanno raggiunto un livello d’istruzione terziaria, rappresentano il 47% dei neoiscritti alla laurea di primo livello, a un corso di laurea magistrale o a programmi equivalenti di studio, sebbene rappresentino il 65% della popolazione di questa fascia di età. Queste disuguaglianze si rifletteranno in seguito nel mercato del lavoro: gli individui che hanno solo un titolo di studio secondario superiore hanno meno probabilità di trovare un lavoro e i loro salari sono pari in media al 65% di quanto guadagnano i loro coetanei con un titolo di studio di livello terziario.

 

LA SITUAZIONE DELL’ITALIA


Il livello di istruzione dei 25/64enni italiani è tra i più bassi di tutti: la percentuale di laureati raggiunge solamente il 4% contro il 17% dei Paesi Ocse. Studiare, commenta l’organizzazione, conviene in quanto “dà più opportunità di lavoro e consente guadagni maggiori”. Sempre in Italia la percentuale di laureati che lavora è tra le più basse al mondo: poco più dell’80%.

 

LA SITUAZIONE SUL TITANO

 

Al 31 dicembre 2017 (dati Ufficio di Statistica) la popolazione sammarinese (residenti + soggiornanti) è risultata essere di 34.453 unità (33.328 residenti e 1.125 soggiornanti). Prendendo in esame solamente i residenti e accorpando il diploma universitario alla laurea, la percentuale di “dottori” è dell’11,5% circa. Sempre tra i residenti, il “titolo” più frequente è quello della licenza media inferiore (8.250 persone), seguito da quello di maturità (6.946).

Tornando alla “corona di alloro” e spostando l’asticella del tempo a luglio 2018 (UPECEDS), è interessante capire la percentuale di laureati nel settore pubblico e in quello privato. Sotto lo Stato, una forza lavoro composta da 3.662 dipendenti, sono 1.182 (387 hanno conseguito il diploma universitario, 795 la laurea) e rappresentano il 32,2%. Nel settore privato invece, che impiega 16.180 lavoratori, operano 1.083 laureati e 515 diplomati universitari, per un totale di 1.598 “dottori” (9,9% circa).

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