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Le associazioni di categoria portano il Governo in Tribunale

da Redazione

Contestata la modifica dello statuto avvenuta per decreto: è ritenuta illegittima. I soci privati avevano già fatto ricorso prima della ratifica anche del secondo Decreto Delegato.

 

di Daniele Bartolucci

 

Saranno dunque il Tribunale e il Collegio dei Garanti a stabilire la legittimità dell’iniziativa unilaterale del Governo nei confronti dei soci privati della Camera di Commercio, ovvero le associazioni di categoria ANIS, OSLA, UNAS, USC e USOT, che insieme rappresentano più del 42% del capitale sociale.

“Con la ratifica del Decreto Delegato 13 giugno 2018 n.63, il Governo continua a operare una forzatura nei confronti dei soci privati della Camera di Commercio, chiudendo di fatto ogni possibilità di dialogo e confronto”, lamentano le associazioni in una nota congiunta. “Sarà quindi il Tribunale a decidere su questa iniziativa, nonostante i reiterati appelli delle associazioni scriventi a evitare questa soluzione”.

Del resto, come noto, fin dall’inizio della legislatura il Governo ha palesato la sua intenzione di creare una nuova e pubblica Agenzia per lo Sviluppo, “senza chiarire espressamente quale sarebbe stato il futuro della Camera di Commercio, che ha proprie funzioni e prerogative ed è, va precisato, una società privata”, ricordano le associazioni datoriali. La Camera di Commercio, inoltre, è stata costituita per sostenere il mondo imprenditoriale e, come avviene in tutte le altre parti del mondo occidentale, opera in stretta sinergia con le imprese private, cosa che non potrebbe fare se fosse di natura pubblica o addirittura governata e gestita dal Governo.

Cosa che invece sembra voler fare l’Esecutivo sammarinese. “Di fronte alla volontà del Governo di creare quindi un ente pubblico con all’interno Camera di Commercio, i soci privati della stessa hanno avanzato diverse e importanti proposte per trovare un accordo che soddisfacesse entrambe le parti, rendendosi disponibili anche a modificare lo statuto della Camera di Commercio in funzione di una nuova governance che tenesse effettivamente conto del socio di maggioranza, che con il 51% è come noto l’Eccellentissima Camera. Ma tali modifiche, ovviamente, avrebbero dovute essere discusse e approvate nell’Assemblea dei soci: le regole con cui ciò deve avvenire sono scritte nello statuto della società approvato dai soci e non ci sono alternative in uno Stato di diritto come è San Marino”.

“Al contrario”, lamentano le associazioni datoriali, “il Governo ha scelto di modificare lo statuto tramite il Decreto Delegato 25 aprile 2018 n.41 “Statuto dell’Agenzia per lo sviluppo Economico-Camera di Commercio S.p.A.”, esautorando gli altri soci da tale scelta e di fatto estromettendoli anche dalle decisioni future che la società avrebbe dovuto prendere”.

“Di fronte a questa forzatura”, le associazioni si sono viste “costrette a ricorrere civilmente in Tribunale contro le delibere dell’Assemblea” e incidentalmente è stata di fatto sollevata l’illegittimità costituzionale, su cui ora sono chiamati a decidere i giudici del Collegio Garante.

“Coerentemente a questa posizione”, fanno sapere quindi le associazioni, “non abbiamo partecipato alle convocazioni dell’Assemblea successive e non abbiamo nominato i nostri rappresentanti in seno alla stessa”, tenuto anche conto anche del fatto che l’impostazione governativa – contenuta appunto nel Decreto Delegato citato pocanzi – ha di fatto tolto la possibilità a tutti i soci privati di avere un proprio rappresentante.

“La risposta del Governo, nonostante sia stato messo a conoscenza del ricorso” (a cui si aggiunge anche il fatto che il tema è stato sollevato in Consiglio Grande e Generale durante la ratifica, dalle opposizioni, ndr), “è contenuta nel successivo Decreto Delegato 13 giugno 2018 n.63 appena ratificato, che modifica lo stesso Decreto Delegato 25 aprile 2018 n.41, per permettere all’Assemblea di costituirsi e di operare anche senza aver formalizzato i rappresentanti dei soci di minoranza, in sfregio a qualsiasi logica e diritto societario”.

Le associazioni di categoria, quindi, “nel prendere atto della reiterata volontà del Governo di procedere comunque contro di esse e contro la legge, attendono fiduciose che la giustizia decida su questa iniziativa, a tutela della stessa Camera di Commercio, che è stata costituita nel 1997 per sostenere e garantire lo sviluppo delle imprese e dell’economia in generale. Una società privata, come tutte le altre Camere di Commercio presenti nel contesto internazionale, che deve operare in sinergia con il mondo delle imprese e per questo non potrà mai essere un ente governativo e quindi di nomina politica”.

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