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Paolo Savona e Carlo Cottarelli sulla Roma-San Marino

da Redazione

I protagonisti della politica italiana e i loro recenti scambi col Titano. Il “non-ministro” fu candidato a BCSM, “Mr Spending” ospite un mese fa.

 

di Daniele Bartolucci

 

Paolo Savona e Carlo Cottarelli sono i protagonisti della settimana politica italiana, anche se in maniera diametralmente opposta. Il primo, noto economista con una carriera alle spalle ricca di successi personali e professionali nell’ambito bancario (è stato anche presidente di Unicredit), doveva diventare il Ministro dell’Economia del Governo Conte, ma questa nomina non è mai andata in porto e, anzi, ha determinato la fine di quel progetto politico targato M5S e Lega. Il secondo, già Mister Spending Review per il Governo Letta, è stato chiamato dallo stesso Mattarella poco dopo aver rotto con il premier incaricato Conte, per formare un Governo “del Presidente” e in queste ore si vedrà se e come l’ex Direttore del FMI riuscirà a portare l’Italia fuori da questo stallo istituzionale che dura ormai da tre mesi (si è votato il 4 marzo). Nel frattempo , visto che l’Italia è il partner per antonomasia di San Marino, è interessante andare a ricercare eventuali legami tra i due e il Titano, sia per come sarebbero andate le cose se si fosse costituito il Governo Conte, sia per come potrebbero evolvere i rapporti con un esecutivo guidato da Cottarelli. Rapporti che, comunque vada, dovranno essere ricostruiti in toto, visto che quasi sicuramente verranno cambiati tutti gli interlocutori istituzionali (a partire dal Ministro degli Esteri, che sarà ben difficile possa essere ancora Angelino Alfano, per finire con il Ministro all’Economia, che quasi sicuramente sarà un tecnico fidato di Cottarelli, a questo punto).

 

PRESIDENTE DI BCSM MA SOLO “IN PECTORE”


La storia di Paolo Savona a San Marino è durata giusto il tempo di qualche settimana, quando nel 2009 venne data per certa la sua ascesa alla presidenza di BCSM. Come l’ex Ministro Rainer Masera (lui sì che fu incaricato del Bilancio e dello Sviluppo dello Stato, nel Governo Dini), anche lui scartato, quello di Savona era quindi un nome altisonante, si pensò al tempo, per uscire dalla lunga vacatio dell’istituto, che non aveva un Presidente da oltre un anno. Ma non si arrivò mai all’investitura ufficiale (poi venne scelto e nominato Biagio Bossone, ndr) e, in verità, dopo quel “totonomine”, il nome di Savona non riecheggiò più tra le Tre Torri. Ma al tempo era considerato un europeista, chissà oggi, con le nuove tesi che ha presentato, non se ne parli di nuovo.

 

COTTARELLI, RECENTE OSPITE DI SAN MARINO

 

La storia di Carlo Cottarelli è invece ben differente. La sua nome (Mister Spending Review, ndr) è famosa anche sul Titano, tanto da venire citato ogniqualvolta si parli di revisione della spesa pubblica anche nella piccola Repubblica. A maggior ragione quando è salito fino a Palazzo Graziani, un mese fa, per presentare il suo ultimo libro “I sette peccati capitani dell’economia italiana”. Se non altro perché di fianco a lui, oltre al Presidente di dell’ABS Domenico Lombardi (amici e colleghi al FMI anni fa), c’era anche il Segretario alle Finanze Simone Celli, oggi impegnato in una vera e propria battaglia con i conti pubblici sammarinesi, foriera di una nuova spending review che solo a nominarla ha innescato l’ennesimo sciopero generale. Ovviamente le ragioni della protesta sono molteplici, ma restando alla spending, è chiaro che l’aver portato Cottarelli sul Monte ha un effetto simbolico importante. Come del resto lo stesso economista aveva fatto intendere, bypassando le domande sul suo possibile ritorno in politica in un ruolo di Governo: “Mi hanno chiamato in diversi, ma ho rinunciato”, aveva detto, facendo menzione di una differenza di visione programmatica con gli schieramenti che avevano vinto le elezioni. “Se l’obiettivo è aumentare il debito, non sono la persona giusta”. Del resto, anche nell’ultimo libro, parla di debito, sviluppo, costo di produzione… e anche di uscita dall’euro: “Uscire è possibile”, ha detto, “ma vanno studiati e specificati i costi di questa operazione. Anche l’integrazione ha dei vantaggi, ma al tempo non furono calcolati i costi”. Insomma, dentro o fuori?

“Per quanto mi riguarda i vantaggi dell’integrazione superano i costi”, aveva detto. E anche per questo Mattarella l’ha chiamato.

L’obiettivo sembra essere chiaro: conti in regola e sviluppo, ma restando in Europa. Un’impresa “titanica”, in pratica.

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