Home FixingFixing “Sviluppo economico e welfare state sono interdipendenti”

“Sviluppo economico e welfare state sono interdipendenti”

da Redazione

L’ANIS incontrerà nei prossimi giorni partiti e coalizioni. Il Presidente Ceccato sferza la politica: “Se pensano che Sanità, Istruzione e Previdenza si sostengano solo drenando risorse da imprese e lavoratori si corrono rischi enormi”.

visione anis confronto

 

di Daniele Bartolucci

 

San Marino è un sistema integrato, dove lo sviluppo economico deve concorrere a sostenere il welfare state, ma dove lo stesso welfare alimenta lo sviluppo e non ne erode solamente risorse. La visione dell’Associazione Nazionale Industria San Marino è questa, presentata “in un momento delicato come quello delle elezioni anticipate”, ha spiegato il Presidente Stefano Ceccato, “per contribuire al dibattito politico in atto dando, come ha sempre fatto, il proprio contributo di idee e proposte per il futuro. Lo facciamo oggi”, ha specificato Ceccato, “a due mesi dal voto, con l’intenzione, nei prossimi giorni, di illustrare la nostra visione di San Marino a tutte le forze politiche prima dell’elaborazione e proposizione dei loro programmi elettorali. Questo anche per ribadire il nostro ruolo propositivo e di stimolo, indicando quali sono per le nostre imprese le scelte strategiche non più rinviabili per lo sviluppo economico di San Marino e, quindi, del benessere della sua comunità”.

“Proprio perché facciamo parte, come imprese e lavoratori, di questa comunità, siamo consapevoli del ruolo che abbiamo nel sistema Paese”, ha confermato il Presidente ANIS ai giornalisti. “Ma siamo anche preoccupati di fronte alle grandi sfide che la Repubblica di San Marino, al pari degli altri Paesi occidentali, deve oggi affrontare perché vengano garantiti la Sanità, la Previdenza e l’Istruzione, che sono gli elementi fondanti di una società moderna e che sono sempre stati il fiore all’occhiello del nostro Paese. Per mantenere questi elementi servono risorse, che possono arrivare solo dall’economia, che è centrale al sistema. Ma se la politica pensa che la Sanità, la Previdenza e l’Istruzione, e anche tutto l’apparato pubblico, si sostengano unicamente drenando risorse da imprese e lavoratori, si corrono rischi enormi”. Di contro, “come imprenditori, siamo abituati a ragionare in modo diverso: la nostra visione di San Marino è quella di un sistema integrato (grafico di destra, ndr), dove Sanità, Previdenza e Istruzione concorrono allo Sviluppo Economico che le alimenta. Maggiori saranno le interazioni tra di loro, maggiori saranno le opportunità di crescita dell’economia, che a sua volta genererà lavoro e benessere. Questa visione, al contrario della prima, è sostenibile e sovrana. Occorre dunque puntare su quelle interazioni, con la consapevolezza che ad ogni intervento normativo, corrisponderà una conseguenza anche in altri ambiti. Per questo è importante ragionare come un sistema organico, perché solo così si possono individuare quegli interventi necessari e positivi per tutti. L’alternativa è quella di ragionare per comparti stagni o singoli interessi, spesso utilizzando una politica strategica di breve termine, senza una visione complessiva e di lungo periodo”. Un esempio di queste dinamiche sono le politiche del lavoro: “L’occupazione”, ha proseguito Ceccato, “sostiene infatti la Previdenza, che oggi, stando agli ultimi dati, necessita di una revisione profonda; dall’occupazione dipende anche il reddito delle famiglie, quindi anche la fiscalità con cui lo Stato sostiene il welfare. E’ chiaro, quindi, che un Mercato del lavoro più efficiente sia una condizione basilare per sostenere sia la Previdenza che, in generale il Welfare State. Per raggiungere tale obiettivo occorre quindi velocizzare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, ma anche migliorare il mercato delle competenze. E’ in questo senso che il Lavoro si interseca con l’Istruzione, che rappresenta sia la Scuola e quindi la sua capacità di preparare le future generazioni all’ingresso nel mercato del lavoro, ma anche la Formazione, tema centrale per lo Sviluppo Economico di un Paese e di San Marino in particolare, stante la sua dimensione demografica. E’ in questa direzione che occorre investire di più. In una visione d’insieme, quindi, che consideri il lavoro così interdipendente, occorrono sforzi comuni per favorire la sua crescita, garantendo la formazione necessaria ad acquisire le conoscenze e le competenze che servono alle aziende, perché queste possano diventare più competitive, fare investimenti e creare occupazione”. Come nel caso del lavoro, “sono tanti i fattori che possono determinare la crescita delle imprese e quindi generare uno sviluppo economico sostenibile: dall’informatizzazione e digitalizzazione della burocrazia ad un serio piano di investimenti pubblici in infrastrutture (tra questi ne ricordo alcuni: TLC, viabilità, Polo scolastico, ecc.), all’internazionalizzazione del sistema economico, dando la possibilità (attraverso accordi istituzionali e commerciali per abbattere dazi e barriere, es. T2) e tutti gli strumenti (es. IVA) utili alle imprese per operare anche in altri mercati, oltre a quello italiano. Tante quindi le riforme da completare, su cui da tempo chiediamo un’accelerazione e su cui anche gli organismi internazionali stanno ammonendo San Marino. Sono temi che vanno affrontati subito e per farlo veramente in maniera sistemica occorre migliorare il coordinamento dell’azione governativa. Crediamo quindi siano maturi i tempi per una revisione dell’impianto istituzionale, perché ci sia un unico interlocutore che si relazioni all’interno del Governo e soprattutto all’esterno, e che responsabilmente, sia vincolato all’attuazione dei programmi e della tempistica stabilita. L’esperienza di questi anni infatti ha messo in evidenza come l’azione delle diverse Segreterie di Stato si sia sviluppata non tenendo sufficientemente conto della visione d’insieme con la conseguenza che gli interventi prodotti non sono stati adeguatamente concertati ed hanno mancato della necessaria incisività. Ma ciò che è ancor più grave è stata l’incapacità di raggiungere le intese necessarie per portare fino in fondo i grandi progetti di riforma. Serve un primo ministro”.

“In una visione di questo tipo”, è quindi intervenuto il Segretario Generale William Vagnini, “occorre sempre tenere a mente che anche San Marino è parte di un sistema più grande, globalizzato. Per questo è necessario rafforzare il nostro sistema socio-economico sia internamente sia esternamente. Le riforme strutturali vanno completate parallelamente alla messa in sicurezza dei conti pubblici, condizione basilare per lo sviluppo del Paese, ma allo stesso tempo determinante per attrarre dall’esterno nuovi investimenti. Allargando l’orizzonte oltre i nostri confini e oltre l’Italia, dobbiamo concretizzare l’avvicinamento all’Europa, nostro primo mercato di riferimento.

I conti dello Stato: “Considerato l’ammontare complessivo raggiunto dal bilancio dello Stato riteniamo non più rinviabile il varo una norma che imponga la graduale riduzione della spesa corrente, che oggi continua a superare il 90% di quella spesa complessiva, fino al 70%, definendo con precisione modalità e tempi, per liberare risorse per gli investimenti. Il Paese ha infatti bisogno di nuove infrastrutture: pensiamo alla viabilità, alle telecomunicazioni… Nell’ottica della razionalizzazione e trasparenza della spesa occorre poi riformare ed unificare la disciplina degli appalti pubblici, siano essi opere, forniture e servizi. Una puntuale applicazione di queste procedure, anche in chiave europea, non solo eviterebbe sacche di discrezionalità e opacità come segnalato anche dal GRECO, ma darebbe impulso all’economia stessa velocizzando e rendendo più trasparenti gli investimenti pubblici”. Ma soprattutto, ha ribadito Vagnini, “una piccola realtà come la nostra, inoltre, ha bisogno di una pubblica amministrazione snella, a basso impatto burocratico e altamente informatizzata. Una PA che deve diventare un vantaggio competitivo per tutto il Paese”. Di qui la visione ANIS: “La Pa è un importante ingranaggio del sistema e se resa efficiente può contribuire allo sviluppo economico migliorando la competitività delle imprese e del Paese. Come dimostrano le statistiche internazionali, quale lo è ad esempio il Doing Business, dove San Marino non occupa i primi posti, anzi viene addirittura dopo l’Italia. Essere nella parte meno nobile delle classifiche è un enorme svantaggio per il sistema economico, perché dall’esterno certi indicatori vengono utilizzati. Per questo motivo occorre risolvere le annose questioni interne, per presentarsi al meglio nei contesti internazionali, siano essi politici, sociali o economici. In questo percorso, l’Unione Europea rappresenta un partner fondamentale: la trattativa per un accordo associazione deve proseguire, ma come abbiamo già detto, deve essere una vera trattativa. Parallelamente va comunque avviata una trattativa per superare l’annosa questione del T2, un limite alla competitività delle nostre imprese. In quest’ottica l’introduzione di un sistema IVA per le imposte indirette può agevolare l’interscambio, visto che quasi tutti i Paesi adottano questo modello. Ma l’IVA non serve unicamente all’import/export, bensì è uno strumento di imposizione fiscale molto più equo dell’attuale monofase, facendo distinzione tra chi produce valore e chi non ne produce. E, agendo direttamente sui consumi, segue correttamente il principio di equità fiscale per cui chi più consuma più paga. Un sistema moderno, efficiente e con i conti in regola”, ha concluso il Segretario Generale, ” è quindi un altro elemento per lo sviluppo economico, ma non basta: occorre promuoverlo all’esterno nella maniera migliore, per sostenere le imprese del territorio sui mercati stranieri e per attrarre qui le migliori iniziative dall’esterno. Crediamo che questo ruolo possa essere assolto e coordinato dalla Camera di Commercio, che in quest’ottica va potenziata e resa autonoma economicamente”.

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