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T.Pay, San Marino avrà l’Istituto di pagamento

da Redazione

A febbraio scade la deroga a CartaSì, dovrà essere già in vigore. Con questo strumento si darà sostegno anche all’e-Commerce del Titano.

 

di Daniele Bartolucci

 

San Marino ha finalmente il suo circuito di pagamento, pienamente autonomo per la moneta elettronica e le carte di credito: ecco il T.Pay. Il neonato Istituto di pagamento sammarinese, società che fa a capo a cinque banche del Titano, è stato presentato ai Capitani Reggenti, alla presenza dei segretari di Stato per le Finanze e l’Industria. In rappresentanza dell’Istituto di Pagamento erano presenti il Presidente, Maria Grazia Angeli, e il Direttore Generale, Fabio Cuccolini. In dettaglio, “il primo istituto di monetica totalmente sammarinese – spiega una nota di Ips-Tpay – è responsabile dell’erogazione dei servizi issuing ed acquiring, che ha predisposto ben sei prodotti di monetica”, a breve disponibili presso le banche sammarinesi che partecipano al progetto. Gli istituti di credito in prima linea, ognuna con una quota del 20%, sono: Banca di San Marino, Asset, Cis, Banca Agricola Commerciale e Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino. “Per il nostro Paese Tpay significa avere un istituto di pagamento autonomo– ha spiegato il segretario di Stato Capicchioni – quindi non dipendere da altri circuiti per una gestione delle carte in piena autonomia, le nostre banche ci hanno creduto, le istituzioni pure e siamo in dirittura d’arrivo”. Va ricordato, a tal proposito, che il progetto di costituzione di un istituto di pagamento sammarinese è stato promosso dalla Banca Centrale in quanto ritenuto sistemico: già nel giugno 2014 è stata costituita una apposita commissione mista BCSM-ABS per lo sviluppo del progetto e la fase di studio progettuale si è conclusa a fine giugno 2015, dopo di che è stata depositata apposita istanza di autorizzazione al vaglio delle competenti strutture del Dipartimento Vigilanza. Ora, la presentazione ufficiale.

Perché è importante? Da una parte c’è l’esigenza di completare il quadro normativo e strumentale a supporto delle transazioni online, in primis quelle relative all’eCommerce, che con questo nuovo step potrebbe avere finalmente una sua solidità per presentarsi sui mercati di tutto il mondo. Dall’altra parte c’è l’annosa questione CartaSì, ovvero l’Istituto di Credito delle Banche Popolari, che come noto eroga da decenni i servizi sia di Issuing (emissione carte) che di Acquiring (convenzionamento POS lato esercenti) sul territorio della Repubblica di San Marino. “Originariamente”, spiegò un anno fa sempre Capicchioni rispondendo a un’interpellanza in Consiglio Grande e Generale, “CartaSì era iscritto nel registro degli intermediari finanziari di cui all’art. 107 del Testo Unico Bancario italiano, per i quali non era prevista una specifica disciplina a livello comunitario che definisse le condizioni alle quali potevano o non potevano operare all’estero. Tale situazione ha consentito, anche in occasione della crisi dei rapporti bilaterali registrata nel biennio 2008-2009, di continuare ad operare a San Marino non essendo richiesta una specifica autorizzazione per l’operatività transfrontaliera. Successivamente al recepimento della Direttiva UE n. 64 del 2007 sui servizi di pagamento, CartaSì si è trasformata in un Istituto di Pagamento in linea con gli standard comunitari, la cui operatività in Paesi extra UE richiede necessariamente l’autorizzazione della Banca d’Italia, previa stipula di appositi accordi di collaborazione (memorandum of understanding) con l’Autorità del Paese extra UE nel quale intende operare”. Questo ha significato un grosso problema, risolto diplomaticamente con Banca d’Italia, che ha concesso una proroga a CartaSì, fino al prossimo 25 febbraio: nel 2017, infatti, il servizio sarà interrotto. Per quella data il T.Pay dovrà essere pienamente operativo, pena il blocco del servizio per migliaia di sammarinesi. Sempre che nel frattempo non si trovi una soluzione – magari strutturale – per dare piena operatività a CartaSì e anche ad altri istituti di credito stranieri (non prettamente italiani) di operare a supporto delle banche sammarinesi.

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