Per la sua voracità, “si attacca a tutto”, in alcune zone d’Italia è chiamato in maniera dispregiativa “socialista”.
di Daniele Bartolucci
Il persico sole è un classico esempio di pesce “importato” dall’estero e immesso in un ecosistema impreparato a contrastarne lo sviluppo demografico, come si è dimostrato nelle acque italiane da quando, un secolo e mezzo fa, fu trapianto in Europa dagli Stati Uniti. Considerato da molti una specie “infestante”, ha la caratteristica di adattarsi molto bene negli ambienti a lui sconosciuti, diventandone in breve tempo uno dei protagonisti. E’ un piccolo (raggiunge di rado i 15 centimetri) predatore che caccia piccoli invertebrati, ma non disdegna le esche dei pescatori, alle quali abbocca frequentemente e indistintamente dall’esca proposta. Anche per questa sua voracità, “si attacca a tutto”, in alcune zone d’Italia è chiamato in maniera dispregiativa “socialista”. Anche perché, di sociale, questo pesce ha ben poco. Ghiotto anche di uova di altri pesci, si distingue per la passione amorosa: oltre al maschio dominante, che feconda le uova della femmina nel nido, c’è sempre un “incursore” che attende che esca il maschio per fecondarle a sua volta. Poi c’è il “satellite”, che entra nel nido anche lui per fecondare le uova con uno stratagemma quasi geniale: imita la femmina e distrae il padrone di casa.
