L’Amministratore Unico di S. M. Space tra università, giornalismo e la “sua” Colombia. Intanto sono in partenza per il VNSC due planetari e due cupole dell’azienda sammarinese.
di Alessandro Carli
“Tutto è nato ‘da e per’ l’astronomia: le ricerche e le scoperte fatte nel tempo – penso al gps o a internet o ancora alle strutture in titanio o alle braccia meccaniche –, una volta testate, poi sono state portate nella vita di tutti i giorni. L’astronomia, in tutte le sue sfaccettature, ha cambiato l’esistenza dell’uomo”. Impossibile tradurre in scrittura l’accendo sudamericano con cui Sandra Basto, Amministratore Unico di S. M. Space, racconta il campo in cui opera l’azienda sammarinese. “Sono colombiana” spiega con un sorriso. Ma prima di capire la strada e i motivi che l’hanno condotta dapprima in Italia e poi sul Titano, proseguiamo con l’astronomia, e la leghiamo alla stretta attualità: la S.M. Space (dove, come rivela la stessa imprenditrice, “S. sta per Sandra e M. per Michele”, uno dei soci, “ma anche, per assonanza, sono le iniziali di San Marino”), come abbiamo annunciato su San Marino Fixing due settimane fa, fornirà al Vietnam National Satellite Center due cupole osservatorio e due cupole planetarie. “Le prime serviranno per fare ricerca: tra i problemi che sta vivendo oggi lo spazio, c’è quello della spazzatura, dei rifiuti. Le seconde invece, anche grazie alla grande duttilità, verranno impiegate per la parte didattica”.
Un progetto straordinario, che Sandra Basto racconta tra le pieghe. A partire dall’arrivo sul Titano, lo scorso anno. “La S. M. Space è un distaccamento della Columbia Optics di Ferrara – racconta -. A San Marino avviene la fase di assemblaggio delle singole parti, già preventivamente ‘tagliate’ su misura, ma anche la fase di test e dei demo”. Il telaio con cui vengono realizzate le cupole, in acciaio (lo scheletro) e alluminio (per i rivestimenti interni, serve per isolare e evitare le condense), si presenta agli occhi in tutta la sua maestosità. Apparentemente un lavoro facile per i saldatori. Sandra però ci smentisce subito. “La particolarità sta proprio nella sua forma. Generalmente gli operai sono abituati a operare su strutture dalla forma quadrata. La tecnica per le forme curve è diversa, e richiede grande conoscenza. Una saldatura non corretta può ‘rovinare’ la forma della cupola, e farla inclinare”.
Le cupole presenti all’interno dell’azienda e che verranno spedite in Vietnam sono imponenti: sembrano i gusci delle coccinelle, ma molto più grandi. Sandra Basto e Michele Bonadiman azionano un telecomando, che muove in senso orario e antiorario l’osservatorio. Poi si avvicinano alla cupola, e la muovono con una mano. E’ la forza delle linee curve, che scaricano i pesi e rendono maneggevole la rotazione.
Ci spostiamo all’interno del planetario e lo spettacolo che si apre agli occhi è da togliere il fiato. “La tecnologia – spiega l’Amministratore Unico – ha fatto passi da gigante negli ultimi anni. Qui vengono proiettati filmati in 4K e, attraverso l’utilizzo di sei proiettori, si possono ammirare il cielo e le stelle. E si può andare avanti e indietro nel tempo, e vedere le notti stellate di New York tra 10 anni o quelle di Gerusalemme nell’anno 0”. Sembrano, giustamente, le parole di un ingegnere. E invece Sandra Basto è laureata in giornalismo e solo nel 2007 ha iniziato ad avvicinarsi e a studiare l’astronomia sino ad acquisire un know how di tutto rispetto. Facile, abbastanza facile per chi ha lavorato nel gruppo “Strategia politica” di Alvaro Uribe, Presidente della Colombia dal 2002 al 2010. “E’ stata un’esperienza straordinaria, senza orari, che mi ha arricchito moltissimo come persona e come professionista. La politica, nel mio Paese natale, è diversa da quella italiana: i votanti vanno conquistati uno ad uno. Qui invece il partito dà indicazioni”.
Sandra Basto apre il libro dei ricordi. “Ho sempre abbinato il lavoro allo studio, anche per misurare sul campo le conoscenze universitarie: solamente la pratica ti può far capire se quello è il tuo mondo oppure no”. Eppure uno dei suoi primi servizi giornalistici non è stato del tutto facile. Sandra lo ricorda con un sorriso: “Scoppia una bomba in una pizzeria, e mi mandano sul posto per le consuete interviste. Mi sono fatta accompagnare da mia mamma perché avevo un po’ paura di chiedere…”.
“Mia mamma, una donna abbastanza rigorosa – prosegue – mi ha insegnato ad avere fiducia in me stessa e a parlare con le persone”. Due caratteristiche indispensabili per chi lavora nella comunicazione. Sandra si interrompe, guarda per qualche secondo il planetario. “Oggi le persone vivono spesso a testa bassa: guardano a terra, o scrivono sugli smartphone o i tablet. Scordando lo spettacolo che il cielo ci regala ogni giorno”.
Perché in fondo siamo tutti “figli delle stelle”, anche se ogni tanto, purtroppo, ce lo dimentichiamo…