Home FixingFixing IAM srl, sgombero per fallimento: attenzione ai rifiuti

IAM srl, sgombero per fallimento: attenzione ai rifiuti

da Redazione

Il “pericolo”, al di là dei rifiuti pericolosi, è che si rimanga incagliati in una “mal gestione” e che quindi ci sia molto storico, ovvero rifiuti che giacciono lì anche da tre o quattro anni.

 

di Mattia Marinelli

 

“Storage Wars Canada”, il popolare programma visibile sul canale Dmax, racconta una vera e propria caccia al tesoro quotidiana, cioè quella che vede coinvolti i cacciatori di affari che partecipano alle aste dei magazzini di stoccaggio. Quando si solleva una saracinesca, i contendenti hanno pochissimi istanti per valutare se davanti a loro c’è un potenziale tesoro oppure un mucchio di robaccia inutile. Capita spesso anche alla IAM srl (ma senza la telecamera della televisione), visto che siamo autorizzati e specializzati anche in questa gestione, di aprire le serrande o di entrare nei capannoni di aziende che, a causa della grande crisi internazionale che si è abbattuta anche nella nostra Repubblica, hanno dovuto “chiudere”.

Tra le varie tipologie di intervento che mettiamo in campo, vi è anche quello del cosiddetto “sgombero” per fallimento.

Non lo possiamo negare perché, in un certo qual modo, per noi è comunque lavoro, ma c’è sempre un pizzico di dolore quando ci chiamano per questa tipologia di intervento: vorremmo che ci fosse più stabilità imprenditoriale, e che l’economia girasse ancora in maniera positiva. Ma, ahinoi, questa è la realtà, e quindi va affrontata, cercando di dare qualche “pillola”, qualche consiglio ai proprietari degli immobili che, oltre al danno economico (quando per un’impresa si apre il procedimento fallimentare, c’è una “coda” di voci che colpisce chi ha affittato: mensilità non riscosse, eccetera), potrebbero subire la classica beffa. Difatti, oltre ai debiti, tutto quello che si trova dentro gli stabili – e parliamo di rifiuti sia non pericolosi che pericolosi – è a suo carico.

Con una certe frequenza i capannoni sono vuoti. Accade però – e non sporadicamente – che all’interno, una volta alzata la serranda o aperta la porta, ci si trovi davanti a uno spettacolo poco edificante: cataste di rifiuti mescolati e buttati alla rinfusa.

Il “pericolo”, al di là dei rifiuti pericolosi, è che si rimanga incagliati in una “mal gestione” e che quindi ci sia molto storico, ovvero rifiuti che giacciono lì anche da tre o quattro anni. Lo traduco in spese da sostenere, per essere più chiaro: qualche sgombero può costare due o tre mila euro, ma si può arrivare, e lo possiamo testimoniare in prima persona, anche a 20 o 30 mila euro. Una “voce” che, lo ricordo, ricade sul proprietario.

Per evitare spiacevoli sorpresa quindi il mio consiglio è, nei limiti del possibile, quello di “dare una sistemata” anche grossolana, magari raggruppando i rifiuti speciali non pericolosi secondo “tipologia”: carta con carta, legno con legno, plastica con plastica, eccetera.

In questo modo, i costi vengono comunque abbattuti.

In attesa di sapere se lo Stato sammarinese metterà in campo qualche normativa che tuteli i proprietari degli immobili, a questi ultimi suggerisco vivamente di stipulare un’assicurazione ad hoc che, in caso di fallimento dell’affittuario, riduca sensibilmente le spese, spesso non calcolate, del “post” chiusura. Perlomeno quelle legate alla gestione dei rifiuti.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento