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IVA, la Segreteria alle Finanze punta all’aliquota del 10%

da Redazione

Finalmente c’è l’ipotesi formale di un’aliquota per la cessione di beni in territorio e si possono fare dei calcoli per capire chi ci perde e chi ci guadagna.

 

di Daniele Bartolucci

 

L’introduzione dell’IVA sammarinese non è in discussione, anzi, finalmente inizia a chiarirsi il quadro di applicazione, con la definizione di obiettivi anche numerici per le famose aliquote che, se da una parte non sono esplicitate nella legge di riforma, dall’altra sono essenziali per fare le corrette proiezioni nei vari settori, compreso il calcolo dei possibili prezzi. La Segreteria alle Finanze ha spiegato infatti che “punta ad un sistema semplificato, chiaro senza appesantimenti procedurali e persegue l’obiettivo concreto e tangibile di una aliquota al 10-12% per la cessione di beni, di una aliquota di pochi punti percentuali per la prestazione di servizi ed un periodo transitorio lungo che permetta al sistema di armonizzarsi senza effetto inflattivo e con margini competitivi consistenti per il settore del commercio”. Come detto, finalmente c’è l’ipotesi formale di un’aliquota per la cessione di beni in territorio e si possono fare dei calcoli per capire chi ci perde e chi ci guadagna (nei prossimi giorni cercheremo di elaborare alcune proiezioni con diversi casi, basandoci sull’ipotesi del 10%).

Sono “riforme nell’interesse di tutti, senza condizionamenti di interessi di parte”, ha ribadito la Segretaria alle Finanze, ricordando che “il programma di legislatura prevede interventi importanti, spesso non graditi ma assolutamente necessari per la tenuta complessiva del sistema, nell’interesse di tutti, non solo di una parte”. A tal proposito la Segreteria ricorda che “la riforma IGR è entrata a pieno regime dando i risultati di bilancio attesi. Tuttavia, questi risultati sono, da soli, insufficienti a reggere il livello di stato sociale richiesto dalla nostra popolazione, se non si affiancano altre riforme importanti, come emerge anche dalla relazione del gruppo spending review del 2013 e dai rapporti del FMI”. Una di queste riforme “è quella delle imposte indirette che tanta attenzione catalizza in questo periodo”.

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