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San Marino, pensioni: la riforma è sempre più vicina

da Redazione

Intervento normativo forse già nel 2016: a gennaio parte il tavolo di lavoro. Anche la politica è ormai convinta: “Situazione non più sostenibile”.

 

di Daniele Bartolucci

 

Il 2016 sarà l’anno della nuova riforma delle pensioni? Tutto fa pensare di sì: dopo le valutazioni tecniche del Comitato incaricato un anno fa, anche la politica sembra ormai convinta che l’attuale sistema non possa garantire un futuro sostenibile. Tenendo conto che il rapporto tra pensionati e lavoratori sta purtroppo livellandosi in 2 a 1, i fondi pensione potrebbero vedersi azzerare la cosiddetta riserva tecnica di quasi 400 milioni di euro in pochi anni: tra un decennio inizierà a erodersi e al massimo tra venti si azzererà. Un intervento risulta quindi improcastinabile. Ne è convinto anche il Segretario alla Sanità, che ha la competenza in materia previdenziale, Francesco Mussoni: “Ci sono situazioni rallentate dalla politica”, ha detto in questi giorni in Consiglio Grande e Generale, “per esempio l’introduzione dell’Iva su cui bisogna decidere come intervenire perché un settore non perda a vantaggio di altri, poi il come riorganizzare il sistema pensionistico che, nonostante la riforma del 2011, dopo la crisi è da rilanciare e rendere ancora più stabile per le nuove generazioni. E da gennaio”, ha annunciato, “dovremo aprire un tavolo di lavoro in termini politici e sociali, a livello tecnico è già aperto. Ma anche qui c’è stato un lavoro di tenuta e stabilità: certe riforme vanno fatte senza aggravare lo stato di crisi”. Importante rilevare anche il partito di Mussoni è sulla stessa lunghezza d’onda: il PDCS ha infatti spiegato che ritiene “necessaria una riflessione a 360° su questa materia, al fine di porre in atto quelle scelte utili a preservare lo strumento pensionistico per tutti coloro che ne stanno già usufruendo senza dimenticare di volgere il proprio sguardo al futuro, affinché anche coloro che oggi stanno lavorando, domani possano avere la garanzia di fruire di un sistema previdenziale adeguato”. Rimanendo nell’area democristiana, il Segretario agli Interni, il democristiano Giancarlo Venturini, ha chiuso l’intervento ricordando anche il ‘peso’ che tale situazione ha sul Bilancio dello Stato: “Non si può proseguire in un trasferimento così oneroso per lo Stato, per il 2016 sono previsti 17 milioni di euro. La spending review ha permesso di intervenire su costi e spese senza intervenire sul sistema pensionistico, sul quale dobbiamo capire perché il contributo dello Stato è così importante”. In Consiglio anche Luigi Mazza ha confermato tale orientamento, spiegando che “il problema è che un sistema contributivo è andato in crisi perché sono cambiati i rapporti lavoratori/pensionati”. D’accordo anche l’alleato di governo, il PSD, che tramite il Segretario alle Finanze, Gian Carlo Capicchioni, ha fatto sapere che “sulla previdenza dobbiamo metterci mano”. Più incisivo ancora l’intervento in aula di Gerardo Giovagnoli, per il quale “i conti ci dicono che nel breve volgere di qualche lustro la situazione non sarà più sostenibile”.

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