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IAM srl, gestione rifiuti: gli infettivi, un universo da trattare con i guanti

da Redazione

Nella Repubblica di San Marino il maggior produttore è l’Istituto Sicurezza Sociale, l’ISS.

 

di Mirkare Manzi

 

Il mondo dei rifiuti infettivi – altamente pericolosi, probabilmente più per la salute dell’uomo che per l’ambiente – è davvero variegato e multiforme, e riguarda principalmente gli ospedali, ma anche le cliniche veterinarie, quelle di chirurgia estetica e quelle dei dentisti.

Per restare in argomento, permettetemi una piccola battuta: ci caviamo subito il dente, e diciamo, per sgomberare anche i dubbi più piccoli, che tutti gli infettivi (che, come molti altri rifiuti, si suddividono in solidi e liquidi) devono essere destinati a incenerimento, limitando così la potenziale concorrenza dei prezzi, visti anche i pochissimi impianti destinati a gestire questi rifiuti.

Detto che i rifiuti infettivi si dividono in due macrocategorie – quelli derivati dagli uomini e quelli dagli animali -, veniamo alla nostra realtà: nella Repubblica di San Marino il maggior produttore di rifiuti infettivi è l’Istituto Sicurezza Sociale, l’ISS.

Dall’ospedale di Stato difatti “escono” – una volta utilizzati – aghi e siringhe, ma anche garze, gessi, bende, e strumenti per operare.

Un universo da trattare, come si suol dire, “con i guanti”, e che ha coinvolto anche la IAM srl, che da quest’anno si è attrezzata con un servizio di stoccaggio ad hoc.

Merita invece qualche parola di approfondimento il discorso legato allo smaltimento dei rifiuti che derivano dalle attività dei centri estetici.

La normativa, in questo senso, è poco chiara: gli articoli che la compongono sono, specificatamente a questo caso, abbastanza generici.

Sotto il profilo ambientale, gli “scarti” dovrebbero rientrare nella categoria degli “infettivi” – parliamo comunque di cerette, garze, piccoli quantitativi di peli e sangue, frammenti di pelle, ma anche di strumenti per togliere i calli e altre imperfezioni – ma, in quanto i quantitativi prodotti sono davvero molto, molto modesti, vengono assimilati agli urbani.

Un po’ come accade per le “cure” che ci si fa privatamente in casa: la lametta per la barba, gli strumenti per il peeling, la puntura, eccetera.

Sulle siringhe, l’attenzione deve essere sempre massima: una volta utilizzate, va sempre inserito il copri ago.

Torniamo al mondo degli infettivi, che riguarda non solo gli ospedali e le cliniche, bensì anche alcune categorie aziendali, su tutte quelle legate al mondo della farmaceutica e a quello della chimica.

I reagenti di laboratorio ne sono un esempio, come del resto anche i test che si effettuano sui campioni chimici e fisici, i tamponi utilizzati per il rilevamento dei batteri.

Anche in questo caso occorre mettere in campo le disposizioni previste dalla normativa.

Al contrario di altre tipologie di rifiuto, che permettono – normativa alla mano – maglie abbastanza larghe, per gli infettivi le disposizioni sono molto ferree: nessuna tolleranza sugli imballaggi. I contenitori difatti devono essere chiusi e soprattutto piombati.

Nella prossima rubrica, il primo venerdì di settembre, affronteremo i rifiuti solidi urbani e le isole ecologiche.

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