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Il futuro: architettura rurale, turismo culturale ed ecodesign

da Redazione

Il Vivaio Righi lancia gli incontri su possibili integrazioni strategiche tra i diversi settori. Forte dell’esperienza in Expo, l’azienda rilancia in territorio l’innovazione in agricoltura.

 

di Daniele Bartolucci

 

“Anche in un settore così legato alle tradizioni, come lo è l’agricoltura, l’innovazione non solo è possibile, ma diventa un’esigenza primaria per sviluppare la propria impresa”. E’ questo il messaggio che ha lanciato l’Azienda agricola Vivaio Righi Cristina a San Marino ed ora anche all’Expo di Milano. La titolare dell’azienda, Dott.ssa Cristina Righi, infatti, ha sviluppato qui una coltura fortemente innovativa, avviando la prima produzione di Goji in Repubblica, che permette non solo di ampliare la propria offerta sia commerciale che professionale, ma anche di utilizzare terreni marginali del fondo agricolo, come i calanchi, e metterli a frutto. Per questo motivo, unito all’esperienza imprenditoriale di una donna in un settore considerato – a torto, ndr – prettamente maschile, con la sua preparazione umanistica, grazie alla valutazione e alla scelta sul merito condotta dal tutor Architetto Massimo Bilancioni, in quanto unica azienda agro rurale della Repubblica di San Marino meritevole a partecipare allo stage da lui diretto in merito al progetto “La luce di un’idea”, ha permesso alla Dott.ssa Cristina Righi titolare dell’Azienda Agroflorovivaistica Righi Cristina di proporsi e apportare al Padiglione della Repubblica di San Marino all’Expo 2015 un alto valore culturale introducendo gli studenti del Liceo Statale “Enrico Medi” di Napoli(si veda Fixing nr 25). Con ciò il tutor Architetto Massimo Bilancioni ha riconosciuto il merito del Vivaio Righi Cristina nell’investire risorse e studi nell’innovazione in agricoltura, soprattutto per quanto riguarda l’integrazione strategica con altri settori, come cultura, turismo e architettura. Ed è in questo linea che l’azienda si appresta ad ospitare a fine luglio/primi di agosto tre giornate di informazione e formazione in cui verranno sviluppati i temi dell’architettura rurale, del turismo culturale e dell’eco-design.

“Non è il primo momento di incontro e di formazione che organizziamo”, spiega la Dott.ssa Righi, “in passato abbiamo avuto un ottimo riscontro per i cicli di ‘Percorsi nel verde’ ed oggi aggiorniamo quel format allargando lo sguardo verso quei settori che possono integrarsi al meglio con l’attività di un’azienda agricola. ‘Vivi il vivaio’, questo il tema conduttore delle tre giornate, permetterà infatti di vivere l’esperienza del nostro vivaio a 360 gradi, ma non solo: essendo dedicato a tutti i cittadini, siano essi appassionati, imprenditori o associazioni culturali, questa esperienza permetterà loro di rendersi conto di tutte le potenzialità di questa attività anche in funzione di possibili sinergie e integrazioni con altri settori, in particolar modo quelli da cui provengono loro stessi.

L’obiettivo è infatti quello di fare cultura, nel senso più ampio del termine, dando modo ai partecipanti di conoscere e comprendere ciò che si fa in un vivaio o in un’azienda agricola, perché immaginino nuovi sviluppi per la propria impresa o anche per migliorare con nuove idee il proprio stile di vita. Il tutto in uno scenario che guarda alla valorizzazione del territorio basato su un nuovo sistema che integri più settori, culturali e imprenditoriali. Quindi non più un iniziativa di settore, ma multi settoriale”.

I temi scelti, del resto, toccano più settori economici e sociali, ma possono essere la base di partenza per progetti e programmi futuri, soprattutto in una San Marino sempre più votata all’innovazione e all’economia sostenibile. Non è solo l’architettura rurale, basata anche sul recupero e il riutilizzo dell’esistente, a interessare molte realtà sammarinesi e del circondario, ma “è l’unione della stessa con il turismo culturale a rendere questo tema fortemente innovativo”, spiega la Dott.ssa Righi, “perché il nostro territorio non è solo costellato di manufatti dall’alto valore storico-architettonico che vanno recuperati, preservati e rinnovati, ma anche ricco di storia, tradizioni e cultura, quelli che gli esperti chiamano ‘contenuti’, appunto.

L’esperienza all’interno di un vivaio, inoltre, permette di valutare la natura anche sotto l’aspetto della forma estetica, per questo il terzo tema scelto è quello dell’eco-design, perché all’architettura del contenitore e alla cultura contenuta al suo interno, occorre dare un’accezione di bello, gradevole, ecologico ed ecosostenibile, valori aggiunti che possono trasformare il prodotto di queste nuove integrazioni in un progetto imprenditoriale nuovo e innovativo”.

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