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Teatro: la parola a Ivano Marescotti

da Redazione

“I sammarinesi sono romagnoli che abitano in un altro Stato”. Intervista al grande attore tra dialetto, libri e cinema.

 

di Alessandro Carli

 

“I sammarinesi sono romagnoli che abitano in un altro Stato”. Intervista all’attore Ivano Marescotti. Tra dialetto, libri e cinema.

Ivano Marescotti torna a San Marino.

“Per un romagnolo è emozionante venire nella vostra nazione. I sammarinesi sono romagnoli che abitano in un altro Stato. La cultura, in fondo, è la stessa: ci accomuna il dialetto. Avverto un senso quasi ‘esotico’ quando leggo parole come ‘Capitani Reggenti’, eccetera. Sono stato più volte sul Titano, soprattutto nel teatro di Dogana, il luogo prediletto per un attore e per chi assiste agli spettacoli”.

Quest’anno sarà di scena al Teatro Titano all’interno di una rassegna nella rassegna ideata proprio da lei…

“La rassegna ‘Lo schermo sul leggio’ è un progetto che ha ideato tempo fa per Bologna e che è nato per mettere insieme la letteratura, il teatro e il cinema. Si prende un libro da cui è stato tratto un film e in scena viene interpretato da un attore di successo. L’impianto drammaturgico è diverso rispetto a quello del libro e del cinema: spesso pagine e pellicola non coincidono, così si deve riscrivere la sceneggiatura. In questo caso i fogli vanno ‘smontati’ e adattati. Lì dove sentivo la necessità, ho scritto io ‘alla maniera’ dell’autore in quanto si deve operare con precisione: si capovolgono le scene, si aggiunge, si toglie. Hanno accettato questa ‘sfida’ circa 30 attori. Non tutti bravi come sembra…”.

Che libri e che film ha scelto per la rassegna di San Marino?

“Il 23 novembre alle 16.30 al Teatro Titano metterò in scena alcuni brani di ‘Lolita’ di Nabokov, accompagnati dalle immagini della pellicola di Stanley Kubrick. Il 25 gennaio Amanda Sandrelli – brava alla pari della fama di sua mamma Stefania e di suo babbo Gino Paoli -, darà voce a ‘L’Agnese va a morire’ di Roberta Viganò. Il film scelto è quello diretto da Giuliano Montaldo. Un libro e un film molto particolari: la lotta partigiana non viene raccontata in altura, in montagna, bensì nelle valli Vladimir Luxuria, il 15 febbraio, affronterà ‘Dr. Jekyll e Mr. Hyde’ di Stevenson con le immagini della pellicola di Fleming. Vladimir è un personaggio duplice e doppio, che in scena sa accentuare questa ambiguità in maniera molto provocatoria. Luxuria non si limita a interpretare le pagine del libro ma assume un aspetto molto teatrale. E’ una rassegna che potrebbe andare avanti tutta la vita: il binomio libro-film è stato moto frequentato”.

Lei da tempo porta in scena i poeti dialettali romagnoli: il teatro e il pubblico li stanno riscoprendo…

“Questo percorso è iniziato più o meno 20 anni fa con Raffaello ‘Lello’ Baldini e altri poeti romagnoli. Oggi moltissime persone seguono le letture dei grandi lirici della Regione. Gli scritti di Baldini oggi sono riconosciuti come una delle più alte espressioni di poesia italiana”.

Lei ha portato in scena Baldini. A teatro il pubblico è variegato: anziani, persone di mezza età, giovani.

“Il pubblico è molto variegato. Ci sono le persone della mia età che riscoprono e ritrovano se stessi. Per i più giovani in discorso è diverso: il dialetto li ricollega alla generazione dei loro nonni. Oggi i ragazzi di 15 o 20 anni hanno perso il dialetto. Magari fanno una battuta, qualcuno anche lo capisce, ma non lo parlano. La mia generazione, nata ‘in dialetto’, ha imparato l’italiano a scuola”.

Baldini, come Guerra e Pedretti, provengono dallo stesso borgo, chiamato, giustamente, “Atene di Romagna”.

“Santarcangelo ha sformato e sforna una quantità di poeti superiore alla media regionale. La Romagna ha la poesia, l’Emilia invece la musica. Da Bologna in là, incontriamo i grandi compositori classici ma anche Luciano Pavarotti, Lucio Dalla, Luciano Ligabue. Pochissimi invece sono i poeti”.

La Romagna è anche terra fertile di teatro di ricerca.

“Penso al Teatro Valdoca di Mariangela Gualtieri e Cesare Ronconi, al teatro delle Albe di Marco Martinelli e Ermanna Montanari, alla Socìetas Raffaello Sanzio. Il fermento teatrale è una caratteristica dell’Emilia-Romagna”.

Lei è attore di teatro e cinema. Cosa va a vedere Marescotti a teatro?

“Visto che faccio lo stesso lavoro e quindi ho poco tempo, vado a vedere quello che capita. Con il cinema è più facile: se sei in una grande città, gli orari e la programmazione dei film è meno stretta”.

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