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San Marino. Noi, figli di un Borgo Minore: Hostaria da Lino

da Redazione

“Il borgo è un po’ fuori dai percorsi turistici – sottolinea Alessandro Giaquinto –. Lavoriamo principalmente con gli abitanti di San Marino. Per far sì che il borgo possa tornare in vita proporrei di chiudere la piazzetta alle automobili, come avviene in molte località, e con successo”.

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di Alessandro Carli

 

Ci si è accorti delle difficoltà di Borgo Maggiore solamente a gennaio quando, attraverso una serie di flash mob (o meglio, smart mob), un gruppo di artisti ha voluto rivendicare il valore artistico-culturale del fare musica, troppo spesso sottovalutato e non considerato dalle istituzioni e dagli stessi gestori dei locali dove si svolgono eventi di musica dal vivo. Ma è chiaro che la musica e l’azione di protesta sia in realtà la punta di un iceberg molto profondo.

L’impressione è che l’entrata nel patrimonio mondiale dell’Unesco abbia riguardato solamente il Centro storico di San Marino, dimenticando che anche Borgo Maggiore è stato inserito nella preziosa lista. Due luoghi separati (non si può dire che siano collegati) da una funivia e da una lingua d’asfalto che, a serpente, sale verso la cime del Monte. Ci sarebbero anche un paio di sentieri, incantevoli, che pochissime persone conoscono. Anche perché poco pubblicizzati. Le certezze che si sentono sulla pelle passeggiando per le stradine dell’antico Mercatale sono semplicemente due: la prima sono le case, i palazzi, i portici. L’architettura, l’impronta lasciata. E, purtroppo, anche i tanti cerotti di catrame che fanno della piazzetta principale un bizzarro e antiestetico vestito di arlecchino: ai sampietrini difatti si alternano una serie di toppe. Tutto questo nonostante Borgo Maggiore, dal 2008, sia inserito, assieme al centro storico del Titano, nella lista dei patrimoni dell’umanità. E poi ci sono le persone. Gli abitanti e i commercianti, che qui vivono e lavorano. Block notes e macchina fotografica: due mezzi per raccogliere e testimoniare le loro riflessioni.

Parlano di pancia, gli uomini e le donne che hanno deciso di svolgere la propria attività nel borgo. E raccontano di opportunità, di voglia vivere questa piccola bomboniera tra il problema dei parcheggi, la necessità di rilanciare la zona. La loro voce è un coro: il Borgo chiede di vivere.

 

Hostaria da Lino


Segnalato dalle guide più importanti, l’hostaria da Lino è un luogo di ristorazione e di pernottamento che dà sulla piazzetta. “Il borgo è un po’ fuori dai percorsi turistici – sottolinea Alessandro Giaquinto –. Lavoriamo principalmente con gli abitanti di San Marino. Per far sì che il borgo possa tornare in vita proporrei di chiudere la piazzetta alle automobili, come avviene in molte località, e con successo. Allo stesso tempo però dovrebbero essere individuate una serie di azioni concrete di incentivazioni per agevolare chi, specie i giovani, vorrebbe aprire qualche attività. Bisognerebbe poi lavorare su un programma di eventi che sappia richiamare i turisti, ma allo stresso tempo valorizzare le peculiarità del borgo, come ad esempio la costa Arnella, un bellissimo percorso naturalistico”. Alessandro poi riflette sul turismo. “Il periodo non è facile: cerchiamo di tenere, tra molte difficoltà, cercando un giusto equilibro tra la qualità dei prodotti e i prezzi e lavorando su internet. Ma non è sufficiente. Le tariffe per le utenze però incidono molto”.

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