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San Marino, ecco cos’è davvero un parco tecnologico

da Redazione

Lo raccontano i 7 ragazzi che hanno completato il percorso formativo. “Dalle strutture visitate abbiamo scoperto anche cosa non è replicabile”.

 

Dopo un mese trascorso in giro per l’Italia a osservare (e a essere osservati) le più interessanti realtà di ricerca e innovazione sono stati scelti a fine settembre i due giovani sammarinesi che dovranno accompagnare i primi passi del Parco Scientifico e Tecnologico San Marino – Italia e, prima ancora, l’incubatore d’impresa che rappresenterà di fatto il primo “progetto” del PST. La scelta, lo abbiamo già raccontato, è caduta su Valentina Vicari e Samuele Guiducci.

Oggi però possiamo dire che non verranno disperse le esperienze compiute dagli altri cinque selezionati che hanno completato assieme a Guiducci e Vicari il percorso formativo in giro per i più importanti Parchi italiani. L’intenzione è stata annunciata nei giorni scorsi in una conferenza stampa durante la quale sono stati gli stessi partecipanti al percorso a raccontare la loro esperienza e ad anticipare quello che potrà avvenire d’ora in poi.


Ma cos’è davvero un Parco scientifico?

 

Non abbiamo saputo resistere alla tentazione di far spiegare cos’è un parco tecnologico da questi ragazzi, che hanno vissuto un’esperienza così intensa. “Il parco tecnologico – spiega Valentina Vicari – è un traduttore del linguaggio parlato dalla ricerca e dall’impresa, in modo da metterli in contatto. Non è un ‘parcheggio’ per le aziende che fanno innovazione ma un luogo dove tutto ciò che si fa serve per rispondere a un bisogno. Il parco non è solo un luogo fisico, ma un punto di riferimento per tutto il territorio, compreso chi sta fuori da questa realtà, imprese ma anche la scuola, i ricercatori”. Le fa eco Samuele Guiducci, l’altro selezionato: “Abbiamo potuto scoprire realtà che offrono vere opportunità all’interno e per uno specifico territorio. Abbiamo visto realtà italiane dove giovani persone, con il supporto delle istituzioni, aiutano le imprese a crescere. Il nostro si è rivelato sin da subito un gruppo molto unito: durante tutto il percorso siamo stati attentamente studiati e esaminati. Abbiamo avuto un colloquio finale di valutazione con un comitato composto da esponenti dei vari parchi (per scansare le polemiche, a scegliere i candidati non c’era nessun sammarinese, ndr) e poi ci hanno comunicato la decisione”.

Tra gli altri ragazzi, è Erika Matteini a condividere le impressioni annotate lungo le tappe di questo viaggio. “In ogni struttura abbiamo cercato di guardare gli aspetti potenzialmente più utili per quella che dovrà essere la nostra realtà, ma anche quelli che non sono replicabili a San Marino. In tutte le realtà comunque abbiamo percepito una forte identità. Dopo le prime giornate di formazione con la psicologa del lavoro Irene Massai, qui a San Marino, siamo andati a Venezia dove ci siamo potuti confrontare con l’ex direttore del Vega, Vianello. Qui abbiamo capito quanto è importante per un parco l’aspetto della comunicazione, anche tramite i social, un aspetto che a San Marino è un po’ troppo sottovalutato culturalmente. A Udine quello che ci ha colpito è stata la grande umiltà nell’approccio, la voglia di coinvolgimento e di condivisione. Abbiamo capito che gli eventuali limiti infrastrutturali di un parco possono essere superati sviluppando altri aspetti. Infine al Polo di Navacchio, dove c’è stata la scelta finale, abbiamo scoperto una realtà che forse può avvicinarsi molto a quella che dovrà nascere a San Marino, con una forte presenza dell’incubatore d’impresa”.

Ma lo spirito dell’approccio a questa avventura lo sintetizza bene Antonio Kaulard, il più esperto tra i 7 selezionati che hanno terminato il percorso: “Tra di noi si è innescata una competizione positiva e francamente mi brucia non essere stato scelto… Ma resta un’esperienza molto interessante, rimarremo in contatto con APSTI e con la rete dei parchi tecnologici. E compatibilmente con le opportunità professionali cercheremo di dare un contributo al PST di San Marino”.




San Marino, PST: a Faetano l’area individuata per la struttura

 

Uno dei passaggi più attesi per quanto riguarda il Parco Scientifico e Tecnologico riguarda l’area in cui la struttura dovrebbe sorgere. Un chiarimento in proposito è giunto questa settimana dal Segretario di Stato all’Industria, Marco Arzilli, che conferma l’ipotesi già anticipata prima dell’estate da Fixing: “Il compito di vagliare le opportunità di individuazione dell’area è affidato alla Segreteria al Territorio, con cui ci interfacciamo, il nostro obiettivo è quello di andare su terreni pubblici. E oggi stiamo concentrando il nostro interesse sull’area produttiva di Faetano, per intenderci in zona SIT. L’intento è quello di far crescere la struttura fisica del parco in maniera graduale, con uno sviluppo per moduli”.

L’incubatore d’impresa, invece, andrà in affitto, proprio per poter partire subito. “Anche in questo caso – prosegue Arzilli – ci siamo mossi con cura per evitare il rischio di incappare in possibili speculazioni, così ci stiamo rivolgendo a istituzioni”, e dunque non a proprietari privati.

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