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Emergenza energia: l’UE fissa le regole. San Marino cosa farà?

da Redazione

Emergenza energia: l’UE fissa le regole. San Marino cosa farà?

 

di Sara Benzi

 

L’energia è da sempre un argomento discusso, ma mai fino in fondo veramente regolamentato. Oggi l’approvvigionamento energetico è un problema reale sia per la scarsità delle risorse, sia per la necessità di limitare i cambiamenti climatici già in atto, sia per la perdurante crisi economica.

E’ necessario, pertanto, affrontare al più presto questo delicato tema. L’Unione Europea in realtà l’ha fatto: dovrà, infatti, essere recepita entro il 5 giugno 2014 la nuova direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica (DEE) grazie alla quale l’UE mira non solo a raggiungere entro il 2020 l’obiettivo del taglio del 20% del consumo annuo di energia primaria, ma anche a migliorare la competitività dell’industria e a rilanciare la crescita economica mediante la creazione di posti di lavoro di qualità elevata nei settori connessi.

Attualmente, secondo l’Unione Europea, gli Stati membri sono lontani dal raggiungimento degli obiettivi, pertanto, risultano necessari “interventi decisi per cogliere le notevoli possibilità di risparmio energetico nei settori dell’edilizia, dei trasporti, nei prodotti e dei processi di produzione”. Il primo traguardo da raggiungere consiste nella reale crescita dell’efficienza energetica nell’Unione, obiettivo che, per l’appunto, figura tra quelli prioritari della nuova strategia per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva (“strategia Europa 2020”).

Cinque sono gli assi prioritari sui quali ruoterà la strategia Energia 2020.

Innanzitutto l’art. 4 della nuova direttiva impone agli Stati UE di elaborare entro il 30 aprile 2014 una strategia a lungo termine volta ad investire nella ristrutturazione sugli edifici residenziali e commerciali, sia pubblici che privati, individuando approcci efficaci in termini di costi, pertinenti al tipo di edificio e alla zona climatica. In secondo luogo l’Art. 5 richiede a ciascuno Stato membro di garantire che dal 1° gennaio 2014 il 3% della superficie coperta utile totale degli edifici riscaldati e/o raffreddati di proprietà del proprio governo centrale e da esso occupati sia ristrutturata ogni anno per rispettare almeno gli standard minimi di prestazione energetica. La direttiva, inoltre, obbliga gli Stati membri a introdurre norme che prevedano che il governo centrale acquisti, tramite appalti, “esclusivamente prodotti, servizi ed edifici ad alta efficienza energetica. Il quarto aspetto prevede che gli Stati membri istituiscano un “regime nazionale obbligatorio di efficienza energetica” volto a garantire che i distributori di energia e/o le società di vendita di energia al dettaglio conseguano un obiettivo cumulativo di risparmio energetico finale entro il 31 dicembre 2020. Infine, tutte le misure di cui si è detto dovranno essere supportate dall’istituzione di strumenti finanziari ad hoc, o comunque dalla possibilità di utilizzare quelli esistenti.

Anche San Marino, dal canto suo, dovrebbe recepire questi sforzi europei, sia in termini di sostenibilità energetica, sia per contribuire alla salute del nostro pianeta, ma anche perché è da questa strada che passa la ripresa economica. Perciò diventa di vitale importanza, l’impegno nella ricerca di nuovi canali energetici rinnovabili che ci permettano in primis di contenere i costi di approvvigionamento e di essere meno dipendenti da forze esterne.

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