Home FixingFixing Partecipazione all’Expo: verso l’ipotesi “cluster”

Partecipazione all’Expo: verso l’ipotesi “cluster”

da Redazione

Dal Congresso altra fumata grigia: la scelta definitiva è di nuovo slittata. Prevale la scelta più conservativa. I privati si sono proposti troppo tardi?

 

di Loris Pironi

 

Siamo in ritardo. Questa affermazione ahinoi, può essere usata in sin troppe circostanze. Ma stavolta la utilizziamo per parlare della partecipazione della Repubblica di San Marino all’Expo di Milano. Il 2015 è infatti dietro l’angolo se si desidera non essere relegati in un angolo, se si vuole essere presenti sotto i riflettori della manifestazione più importante dell’anno. Se si vuole essere per sei mesi al centro del mondo non solo perché – semplicemente – non si può non essere lì, ma perché si ha qualcosa da dire. Perché si desidera mettere in mostra le proprie peculiarità per farle valere. I passaggi da compiere sono diversi, dunque, per una partecipazione attiva che permetta una buona visibilità. Soprattutto ci sono scelte da compiere. Ed è in queste, per un motivo o per un altro, che siamo indietro.

Le prime scelte da compiere – orientativamente in quest’ordine ma quasi contestualmente tra loro – sono la nomina del Commissario Straordinario per l’Expo e la decisione riguardante il modulo di partecipazione. Diciamo che quasi tutti i Paesi del Mondo hanno già scelto il proprio Commissario, che è la persona demandata a tutte le scelte operative, il punto di riferimento anche per gli organizzatori dell’Expo; una figura chiave, insomma.

Il secondo punto riguarda il luogo fisico dove verrà posizionato il Padiglione della Repubblica di San Marino a Milano e come dovrà essere costruito e/o allestito il padiglione. Anche in questo caso la stragrande maggioranza dei Paesi la propria decisione l’ha presa, ha fatto partire il bando d’idee per la realizzazione o ha già scelto il progetto migliore. Qui invece non abbiamo ancora deciso quale opzione “accendere”.

 

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A questo punto aggiorniamo l’attualità. Anche in Congresso di Stato si è parlato della partecipazione all’Expo, ma è stata – a quanto risulta a Fixing – un’altra tornata interlocutoria. Al di là del nome del Commissario, il nodo da sciogliere riguarda le due opzioni sul tavolo. La prima prevede che San Marino acquisti uno spazio espositivo da 125 mq (di cui solo 85 mq circa di area espositiva) nell’area denominata Cluster Bio-Mediterraneo, ovvero una zona che riunisce buona parte dei Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum, prevalentemente del Nord Africa. I vicini di casa sarebbero Grecia, Libano, Marocco, Tunisia eccetera. Questa opzione prevede il pagamento di 250 mila euro per l’affitto dello stabile, a cui si deve aggiungere tutta la “personalizzazione”. E c’è da dire che il posizionamento non sarebbe proprio esaltante.

L’altra ipotesi, che San Marino Fixing ha lanciato un mese fa – sposandone l’idea – prevede una sinergia tra pubblico e privato e vede proprio il mondo dell’impresa protagonista di questa proposta. La società che gestisce l’Expo ha infatti offerto alla Repubblica di San Marino – gratuitamente – un’area di circa 750 mq con possibilità edificatoria di 350 mq (e altezza massima di 12 metri) in una zona centralissima, lungo il Decumano, al centro del viale principale, attaccati alla Svizzera, e di fianco alla Germania, a due passi dalla piazza principale dove torreggerà il padiglione dell’Italia e a un centinaio di metri dall’Arena Spettacoli. Impossibile non passarci davanti, insomma. Ovviamente c’è l’inghippo, ed è rappresentato dal fatto che l’area è vuota e il padiglione dovrà essere costruito ex novo. E qui entra in campo il progetto privato. Lo studio Antao Progetti, unitamente a Tonelli Spa ha infatti presentato al Governo – anche tramite ANIS e Camera di Commercio – un progetto per la realizzazione di un padiglione prefabbricato (niente fondamenta, materiale di bioedilizia, all’avanguardia) da collocare nell’area in questione. Una volta terminata l’Expo, poi, il padiglione potrà essere smontato e rimontato a San Marino per un utilizzo pubblico. Il progetto, sulla carta, è già pronto, altre ditte private nel settore costruzioni, dopo aver letto l’articolo su Fixing, hanno palesato il proprio interesse a partecipare all’impresa. Ancora una volta – purtroppo dobbiamo ripeterci – l’ipotesi è saltata fuori in netto ritardo, e quindi è comprensibile la titubanza della politica davanti a una scelta che oggi è comunque complicata. Se avessimo avuto modo di parlarne un anno fa anziché un mese fa sarebbe stato tutto più facile. Scegliere questa strada, ancora oggi, è possibile, ma occorrerebbe una buona dose di coraggio. La propensione del Governo, invece, era e resta per una scelta per così dire più conservativa, ovvero quella del padiglione prefabbricato già pronto nel cluster Bio-Mediterraneo. Le scelte, dicevamo, sono state ancora rimandate. La nostra soggettiva preferenza l’abbiamo già espressa. Chissà se nel prossimo numero potremo raccontavi qualcosa di certo.

 

IL PROGETTO


Abbiamo parlato delle due prime scelte da fare. In realtà ce n’è una terza, ma prescinde da queste due. E riguarda la “filosofia” dell’approccio di San Marino. Cosa si andrà a mettere in mostra? Assodato il fatto che l’Expo non è una fiera campionaria, ci deve essere oggettivamente un’idea dietro la partecipazione del Titano, che rispecchi il tema di questa edizione, ovvero “Nutrire il Pianeta Energia per la Vita”. L’Esposizione Universale che si svolgerà in Italia dovrà essere la prima vera occasione per mostrare il nuovo volto di San Marino. Anche su questo arriviamo tardi, ma siamo ancora in tempo per arrivare a Milano con le idee giuste per guadagnarsi lo spazio che la Repubblica si merita.

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