Home FixingFixing Guerra aperta ai furbetti. Arriva il redditometro

Guerra aperta ai furbetti. Arriva il redditometro

da Redazione

Non insanguinerà la bandiera tricolore, ma la guerra lanciata dall’Agenzia delle Entrate a chi dichiara pochi spiccioli (e che poi vive da nababbo) preannuncia fulmini e saette.

 

Non insanguinerà la bandiera tricolore, ma la guerra lanciata dall’Agenzia delle Entrate ai furbetti che dichiarano pochi spiccioli (ma che vivono ben al di sopra di quanto dichiarano) preannuncia fulmini e saette. Il direttore Attilio Befera si fa serio: “Un milione di famiglie italiane ha reddito zero ma spende”. Da una simulazione sull’intera platea delle famiglie risulta che 4,3 milioni di nuclei, circa uno su cinque, sostengono spese non coerenti con i redditi e, “intorno a un milione” a fronte di esborsi rilevanti e ricorrenti denunciano redditi “vicini allo zero”, ha sottolineato recentemente il direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera. Secondo la simulazione tra le diverse categorie di reddito il tasso di irregolarità è maggiore nel reddito di impresa e nel reddito da lavoro autonomo.

Befera poi calma le acqua da una possibile psicosi: “Se uno non è evasore e spende quello che guadagna o ha risparmiato, non ha nulla da temere. Il problema ce l’avrà chi è evasore, perché con i quattrini che evade danneggia la nostra economia”. In soldoni: non puoi dichiarare 10 o 15 mila euro all’anno e girare in Ferrari. Nemmeno se dici che ti è stata regalata. Non è più credibile.

Come fare quindi per capire se l’occhio del Grande Fratello dell’Agenzia ti spia e controlla anche l’acquisto di un paio di pneumatici invernali per la moto? Da una manciata di giorni il redditometro è online: l’hanno chiamato, un po’ all’inglese, redditest, ed è una specie di programmino che permette un controllo fai-da-te. Almeno su questo, assicura l’Agenzia, è garantita la privacy.


Redditest

 

Il misuratore del reddito nella nuova versione valuterà la capacità di esborso per risalire ai ricavi. Non ci saranno più i vecchi coefficienti, per esempio la barca non peserà più del camper, ma il sistema si baserà su 100 voci riconducibili a sette diversi gruppi (abitazioni, mezzi di trasporto, assicurazioni e contributi, istruzione, tempo libero e cura della persona, investimenti mobiliari e immobiliari netti e altre spese significative).

Si tratta di un software, da scaricare sul computer, a disposizione dei cittadini con l’obiettivo di orientare il contribuente, consentendo in autonomia una preventiva verifica della coerenza tra il reddito familiare prodotto e le spese sostenute.

Il sistema parla chiaro: se il risultato del test sarà una luce verde c’è la prova della congruità, altrimenti si accende un semaforo rosso, segno di una discrepanza tra reddito e tenore di vita. Una spia che indica a rivedere bene la propria dichiarazione per evitare di cadere sotto la lente del fisco. La verifica avviene sulla base delle spese più rilevanti, facilmente individuabili. I dati inseriti rimangono noti solo al contribuente e non ne rimane traccia sul web.

Il nuovo sistema tiene conto di oltre 100 voci di spesa, dalle auto alle barche, dal possesso di cavalli al risparmio e ai movimenti bancari, dai contributi versati alle assicurazioni, ai mutui e ai lavori immobiliari, gallerie d’arte e tour operator. Il nuovo sistema considera “elementi certi” come la potenza delle auto e la lunghezza delle barche, non più solo presuntivi, gli incrementi patrimoniali e il risparmio dell’anno. Inoltre, considera la composizione della famiglia. Il controllo incrociato con le dichiarazioni permetterà di misurare la coerenza tra uscite ed entrate. Se il risultato è un evidente discostamento il contribuente sarà innanzitutto chiamato a dare spiegazioni. Uno degli elementi d’innovazione, infatti, sta nella richiesta di dati e notizie per la ricostruzione sintetica del reddito, prima ancora di avviare il procedimento di accertamento ai fini della lotta all’evasione fiscale.


Lo scostamento del 20%

 

E’ la differenza sul reddito dichiarato che farà scattare il redditometro. In pratica scatterà l’accertamento quando il reddito complessivo accertabile (reddito presunto) risulta superiore di almeno il 20% rispetto a quello dichiarato (nel vecchio redditometro la percentuale era pari al 25%).

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento