Home FixingFixing Diario della crisi del 14 ottobre 2011

Diario della crisi del 14 ottobre 2011

da Redazione

La crisi val bene una rinuncia alla data di scadenza. Soprattutto, se evita uno spreco colossale nell’ordine di miliardi sterline.

 

di Saverio Mercadante

 

La crisi val bene una rinuncia alla data di scadenza. Soprattutto, se evita uno spreco colossale nell’ordine di miliardi sterline. Il governo inglese  ha deciso di abolire l’avvertenza “sell by” (vendere entro – seguita da una data) che appare attualmente sulle confezioni di tutti i tipi di prodotti alimentari. Si è calcolato che 5 milioni di tonnellate di cibo con data di vendita scaduta, ma che in realtà è ancora perfettamente commestibile, vengano buttate via ogni anno, per un valore di 12 miliardi di sterline (circa 14 miliardi di euro), soltanto in Gran Bretagna. Le famiglie inglesi spendono una media di 700 sterline l’anno (850 euro) per cibo che non viene utilizzato, e che pesa fortemente sui meccanismi della società inglese: gli alimentari buttati via aumentano le dimensioni dei rifiuti da trasportare agli appositi depositi dell’immondizia ed eventualmente da eliminare, operazioni molto costose e che causano inquinamento. Ma c’è qualcun altro che è in ansia. Girano indiscrezioni sulla richiesta di stress test interni da parte dell’Eba, l’autorità bancaria europea: non sarebbero superati da 48 istituti, secondo il Financial Times.  Il quotidiano finanziario britannico, infatti, riporta che il consiglio dei supervisori dell’Eba (European Banking Authority) ha approvato in linea di principio la decisione che le banche dovrebbero alzare il cosiddetto Core Tier 1 al 9%, dunque ben al di sopra delle attese delle stesse banche e degli analisti. I funzionari hanno però avvertito che la soglia del 9% è già oggetto di dibattiti nei paesi dell’Eurozona e a Bruxelles. Intanto Morgan Stanley, scrive il Financial Times, ha affermato che se la soglia venisse approvata, dozzine di banche sarebbero costrette a dover raccogliere capitali per 275 miliardi di euro. La decisione finale non sarà presa fino a quando i ministri delle finanze dell’Unione europea si riuniranno nel prossimo meeting del 23 ottobre.

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