Home FixingFixing Soffia forte il vento dei parchi tecnologici: ecco alcuni esempi

Soffia forte il vento dei parchi tecnologici: ecco alcuni esempi

da Redazione

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In Italia il fenomeno dei Parchi si sviluppa con molto ritardo rispetto al resto dell’Europa e dei paesi OCSE: gran parte dei Parchi è stato costituito negli anni ’90.

 

di Saverio Mercadante

 

Trasferimento tecnologico e accelerazione d’impresa nel motore del migliaio di parchi scientifici e tecnologici a livello mondiale. Sono i protagonisti di un settore economico vitale per la ricerca e  lo sviluppo. I Parchi scientifici e tecnologici, o Tecnopoli, sono nati in Italia negli anni ‘90 grazie a finanziamenti del Ministero dell’Università e della ricerca scientifica. Ormai è una realtà di grande spessore che coinvolge centinaia d’imprese. Molto diversi tra loro, per dimensioni e struttura organizzativa, hanno in comune alcune caratteristiche: la vicinanza con Università e centri di ricerca, l’offerta di strutture immobiliari e di servizi qualificati per lo sviluppo competitivo di sistemi di PMI, il supporto e la promozione, attraverso gli Incubatori, di start up tecnologiche.

 

I dati della prima ricerca sui Parchi


In Italia il fenomeno dei Parchi si sviluppa con molto ritardo rispetto al resto dell’Europa e dei paesi OCSE: gran parte dei Parchi è stato costituito negli anni ’90. Il numero di imprese high tech insediate nei 30 Parchi aderenti al l’APSTI sale da 367 nel 2004 a 598 nel 2008 (+ 63%). Il numero di centri di ricerca ospitati nei Parchi sale da 123 nel 2004 a 166 nel 2008 (+ 35%). Gli addetti operanti all’interno dei Parchi (imprese e centri di ricerca) passano da 10.117 nel 2004 a 15.996 del 2008 (+ 58%).Gli addetti al la ricerca e sviluppo, sia pubblica che privata, aumentano nello stesso periodo dell’87% e arrivano ad incidere per circa il 28% degli addetti dei Parchi. Sulla base di questi dati interpolati, se gli addetti dei Parchi fossero messi insieme, rappresenterebbero la più grande impresa in Italia per dimensione ed intensità di ricerca e sviluppo, nonché l’impresa a più forte crescita. Il fatturato totale delle imprese ospitate nei Parchi aumenta da 896 milioni di euro nel 2004 a circa 1.268 milioni nel 2008 (+41%): se i Parchi fossero un’unica grande impresa, questa sarebbe l’impresa ad alta tecnologia con la crescita più elevata in Italia. I Parchi hanno attivato: 286 collaborazioni con università e CNR, 164 collaborazioni con centri di ricerca e sviluppo tecnologico network di collaborazioni con altri Parchi, con imprese ed enti di ricerca in oltre 30 paesi del mondo. Il 68% delle società di gestione ha un assetto pubblico, mentre il 32% presenta un assetto privato. La maggioranza del capi tale del le società di gestione è nel le mani dei soggetti pubblici: lo Stato, ma soprattutto le Regioni e gli Enti locali (Province, Comuni, Comunità montane e loro municipalizzate) pesano per il 44,73%; una ulteriore quota del 9,12% è rappresentata dalle Camere di Commercio. Tuttavia il sistema italiano mostra ancora scarsa complementarietà, integrazione e risultati poco soddisfacenti in relazione alle risorse pubbliche impiegate. Un atto a favore del superamento di queste difficoltà strutturali è certamente il protocollo d’intesa tra l’Associazione Parchi Scientifici e Tecnologici Italiani (APSTI) e Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione (Agenzia), siglato il 12 maggio 2011 a Roma. L’Agenzia promuove l’innovazione nel tessuto economico del Paese ed in particolare promuove la capacità innovativa delle piccole e medie imprese nei mercati internazionali in  maggiore crescita.APSTI rappresenta ora 31 parchi italiani, presenti sul territorio di quasi tutte le Regioni e li porta nei contesti internazionali (IASP e WAINOVA) che raccolgono parchi ed incubatori a livello mondiale. Per l’Agenzia i parchi rappresentano la più significativa finestra aperta sull’innovazione nel territorio. Il protocollo mette a in sinergia le risorse territoriali che i parchi contengono e rappresentano.

 

Il caso dello sviluppo del settore bio-tech


I parchi scientifici e tecnologici (PST) stanno svolgendo un ruolo sempre più importante nel processo di sviluppo delle biotecnologie, soprattutto in una fase molto delicata come quella del technology transfer, quando cioè i risultati della ricerca scientifica prendono la strada di una qualche applicabilità industriale. La localizzazione presso un incubatore di impresa o all’interno di un parco scientifico è spesso l’unica opportunità di nascita e crescita per un’attività imprenditoriale nel settore biotech per una serie di motivi fra cui spiccano la disponibilità di strumenti finanziari e la necessità di confrontarsi con un mercato globale. In questo senso i PST, al di là dell’offerta localizzativa, sono in grado di dare risposte concrete anche tramite l’attrazione del seed financing (il finanziamento che si introduce nel momento in cui si focalizzano le risorse su un’idea di un progetto in fase di sperimentazione) necessario a sostenere le attività delle nuove imprese nei primi anni di vita e permettendo l’accesso, fin dall’inizio, ad un network nazionale e internazionale di operatori del settore. In questo ruolo di mediazione nelle attività di trasferimento tecnologico, i PST godono di una posizione privilegiata nel monitoraggio di quanto accade nel mondo delle imprese biotech piccole e grandi e rappresentano quindi un patrimonio di esperienza e informazioni utili nel momento in cui si cercano di affrontare problematiche comuni alle imprese impegnate nella ricerca e sviluppo di nuovi prodotti a contenuto biotecnologico. In Italia, i principali parchi biotech si trovano concentrati nel Nord: in Lombardia si trovano il Science Park Raf e il Parco Tecnologico Padano, attivi il primo in campo bio-medico, il secondo nell’area cosiddetta green, occupandosi di prodotti caseari e delle innovazioni genetiche per la riproduzione di specie animali, e l’Insubrias Biopark di Gerenzano. In Piemonte, nella zona di Ivrea, è localizzato il BioIndustry Park Silvano Fumero. Nel Nordest, infine, si trovano l’Area Science Park di Trieste e il Parco Scientifico e Tecnologico di Venezia. Significativa è anche la presenza di PST in altre zone d’Italia, tra cui la Toscana, dove opera il Toscana Life Sciences, la Campania, dove si trova Technapoli, il Parco che ospita il TIGEM – Telethon Institute of Genetics and Medicine, la Sicilia, con il Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia e la Sardegna, con Sardegna Ricerche.

 

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