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Giulio Tremonti e il male condiviso

da Redazione

Non c’è un detto popolare più fastidioso di quello che prova a recuperare anche solo un briciolo di gaudio dal male comune. Il male è male, punto. Casomai, nel caso specifico di San Marino, è importante la comune presa di coscienza di questo male.

Non c’è un detto popolare più fastidioso di quello che prova a recuperare anche solo un briciolo di gaudio dal male comune. Il male è male, punto. La condivisione di questo male è soltanto ed indiscutibilmente un male. Casomai, nel caso specifico di San Marino, è importante la comune presa di coscienza di questo male. E questo è ciò che è accaduto la scorsa settimana a Roma, in occasione dell’incontro ufficiale tra i vertici dell’ANIS e Confindustria. Al fianco del Presidentissimo Emma Marcegaglia e dei suoi più stretti collaboratori c’erano i vertici delle organizzazioni confindustriali di Emilia-Romagna e Marche, di Rimini e Forlì-Cesena. E sono stati direttamente i Presidenti delle realtà locali di Confindustria a raccontare al proprio Presidente tutte le difficoltà e i problemi provocati dallo stallo delle relazioni tra Italia e San Marino imposto dal ministro Tremonti. Per carità adesso il Ministro è in tutt’altre faccende affaccendato, e non può certo stare a pensare ai guai che passano gli imprenditori di Rimini, o Pesaro, o Forlì che normalmente operano con il Titano. Però la realtà è quella che anche Fixing denuncia da tempo, e cioè che l’ostilità palese del MEF nei confronti della Repubblica di San Marino non sta soltanto mettendo alle corde l’economia sana sammarinese, ma sta danneggiando gravemente (e consapevolmente) anche numerosi imprenditori italiani. E questo, un Ministro delle Finanze non può certo permetterselo. Soprattutto con questi chiari di luna.

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