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Antiriciclaggio, per World Check San Marino Paese a basso rischio

da Redazione

San Marino? E’ un paese complessivamente classificato a basso rischio di riciclaggio. Parola di Gianluigi Bianchi, Senior Consultant di Workd Check che conta la banca dati più grande al mondo ed è considerata la company di riferimento per l’anti-money laundering. Da San Marino Fixing oggi in edicola.

di Loris Pironi

 

Un personaggio davvero interessante Kenneth Rijock. A vederlo così, semiappisolato al tavolo dei relatori di un convegno, uno non se lo immaginerebbe nei panni del ‘guru’. Il classico quiet american, sessantenne, volto squadrato ma gioviale. Difficile pensare che dietro l’apparenza si cela un passato oscuro, al servizio dei peggiori malviventi al mondo. Come massimo esperto di riciclaggio di denaro. Ma del resto è stato lui a spiegare alla platea composta da dirigenti di banche e istituzioni finanziarie sammarinesi e italiane il più grande segreto in questo campo: mai fidarsi di nessuno. Perché i professionisti del riciclaggio non sono mai ciò che sembrano.
Ma facciamo un passo indietro. Kenneth Rijock è stato la “star”, l’ospite di lusso di un convegno andato in scena lunedì mattina nella Sala Fondazione San Marino, promosso da World Check e da Dedagroup Spa, per fornire agli addetti del settore bancario e finanziario del Titano indicazioni pratiche ed informazioni utili su come affrontare i rischi connessi a quello che in gergo viene definito AML/CFT (anti-money laundering/combating the financing of terrorism). Ne è emerso un quadro piuttosto chiaro e per nulla rassicurante: la lotta al riciclaggio è peggio di una partita a scacchi, perché ogni mossa dell’avversario può nascondere una trappola, e si gioca sempre al buio.
Ma facciamo un ulteriore passo indietro. Kenneth Rijock era ospite del convegno perché è riuscito a lasciarsi l’imbarazzante passato dietro le spalle, e da anni ormai è un prezioso consulente per le forze dell’ordine e la comunità finanziaria, in particolare oggi anche super consulente di World Check. È lo stesso Rijock a raccontare brevemente la sua storia. “Dopo aver prestato servizio come avvocato bancario in uno studio legale internazionale, per tutto il decennio degli anni Ottanta ho rappresentato i più importanti gruppi di narcotrafficanti operanti nel Nord e Sud America, li ho aiutati a riciclare le enormi somme di denaro che facevano girare con i loro traffici illeciti. Poi un giorno sono stato arrestato. Temevo che sarei rimasto in prigione a vita. E invece, poiché alcuni miei clienti operavano con la Svizzera, le autorità di quel paese mi hanno proposto uno scambio: la libertà in cambio di informazioni efficaci sui miei clienti. Ho deciso di mettere a disposizione la mia esperienza e le mie tecniche al servizio della legge”.
Una storia da film, quella di Kenneth Rijock. Che ha raccontato, come un fiume in piena, episodi di riciclaggio ad alto livello che ha contribuito a smascherare, ed ha fornito suggerimenti preziosi per gli operatori del settore.
“I business internazionali non si fermano mai, sono attivi 24 ore su 24 perché passano dagli Stati Uniti alle company off shore nei paesi caraibici e arrivano in Europa. Per questo non bisogna mai abbassare la guardia”. Quindi un episodio quanto meno singolare: “Una volta ci siamo imbattuti in un milionario che si era arricchito negli anni Novanta con il nascente business di internet. Tutto sembrava a posto nel suo curriculum, negli affari che ci voleva proporre. Però mi sono reso conto che il suo avvocato viveva a pochi chilometri da lui. Un dettaglio, ma non insignificante. Solo chi fa affari illeciti di solito si affida a legali a disposizione a qualunque ora del giorno e della notte. Abbiamo operato una due diligence sul suo avvocato ed abbiamo scoperto che in effetti era stato più volte arrestato per riciclaggio, e che era l’elemento che si occupava dei traffici illeciti del nostro uomo d’affari. Così l’abbiamo smascherato”. E ancora consigli utili: “Su internet c’è tutto, soprattutto in riferimento a grandi compagnie. Se un potenziale ricco cliente viene da voi per investire, potete fare una ricerca: avrà sponsorizzato una squadra sportiva, o investito nel mondo del no profit, qualche traccia delle sue attività ci sono sicuramente. Certo, bisogna saper ricercare: oltre a Google si può guardare negli archivi dei più importanti giornali on line, in tutto il mondo ce ne sono una quindicina. Se non si trova niente sulla storia di un personaggio o di una grossa compagnia, questo può provocare dei sospetti”.
Importante anche la testimonianza di Gianluigi Bianchi, Senior Consultant di Workd Check, il principale gruppo in ambito di antiriciclaggio, con una banca dati con 1 milione e 300 mila profili costantemente aggiornati, oltre 5 mila clienti in tutto il mondo compresi 49 dei primi 50 gruppi finanziari, un mercato in Italia e a San Marino che copre l’80% degli istituti bancari e il 90% delle compagnie assicurative. Tra i servizi di World Check c’è anche il country-check, ovvero il calcolo dell’indice di rischio di un determinato paese, da un punto di vista politico, finanziario, di criminalità. Inevitabile domandargli qual è la situazione di San Marino. Pur non potendo scendere nei dettagli per motivi ben comprensibili di riservatezza, per Bianchi “San Marino è un paese complessivamente classificato a basso rischio. Come è a basso rischio la Svizzera, che è considerata nelle prime dieci posizioni in questo rank”. La non trasparenza o meglio la riservatezza bancaria dunque non rappresenta un rischio per la lotta al riciclaggio? “Un paese – conclude Bianchi – può essere affidabile pur non essendo trasparente. E comunque, checché ne dica l’Italia, il fatto che San Marino sia nella white list dell’Ocse è da ritenersi un elemento qualificante”.

 

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