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Con Acciaio Silvia Avallone smonta il mito operaio

da Redazione

Il romanzo d’esordio di Silvia Avallone non ha bisogno di presentazioni. In “Acciaio” l’autrice racconta la storia di Anna e Francesca, amiche inseparabili a Piombino. E smonta il mito operaio.

 

“Da una parte c’era il mare, invaso di adolescenti in quell’ora bestiale. Dall’altra il muso dei casermoni popolari. E tutte le serrande abbassate lungo la strada deserta. Il mare e i muri di quei casermoni sotto il sole rovente del mese di giugno, sembravano la vita e la morte che si urlavano contro. Non c’era niente da fare: via Stalingrado, per chi non ci viveva, vista da fuori, era desolante. Di più: era la miseria”.

Silvia Avallone, Acciaio (Rizzoli)

Il romanzo d’esordio di Silvia Avallone non ha bisogno di presentazioni. Vincitrice del Premio Campiello Opera Prima e seconda al Premio Strega (non ha vinto per un soffio contro Antonio Pennacchi e il suo “Canale Mussolini” Mondadori), in “Acciaio” l’autrice racconta la storia di Anna e Francesca, amiche inseparabili che vivono nei casermoni di via Stalingrado, a Piombino, una periferia operaia dove non è facile avere 14 anni.
“La mia intenzione era di parlare della realtà – racconta Silvia Avallone – La città di Piombino mi ha criticata, perché c’è chi crede che la letteratura debba fare pubblicità. Invece la letteratura può toccare tasti dolenti, ha un valore etico, là dove la tv tende a semplificare. Con il mio libro ho scardinato il mito operaio”. Una storia dove si alternano bellezza e squallore, arroganza e fragilità. “Dentro la bellezza e la verità c’è un nucleo di inquietudine che però secondo me aggiunge, non toglie – spiega Silvia Avallone – Sono andata a caccia di operai, di maschi che tradiscono le loro donne nei night, di donne che stanno a casa ad aspettare e in tutto ciò io ci ho visto la vittoria delle persone, dell’affetto, della comprensione. L’emancipazione della donna l’ho incontrata più in tv che nella realtà. E poi si parla molto di queste donne tanto emancipate, non hanno bisogno che la letteratura si scomodi per loro. Io invece racconto la realtà di donne brutte, grasse e che sanno poco l’italiano”.

 

Di Simona B. Lenic
www.simonalenic.it

 

Simona B. Lenic scrittrice, autrice di “Setalux”, libro candidato al 51° Premio Bancarellino
Su San Marino Fixing scrive di libri, letture e lettori.

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