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Scudo fiscale Finale di partita

da Redazione

Dall’Italia notizie di un rallentamento dei rientri.

Di Saverio Mercadante

 

“Scudo fiscale. Il Ticino resiste a Tremonti!”. E San Marino invece? Il portale Ticino Libero.ch, urlava dall’home page tutto il suo orgoglio per aver saputo tener testa a Giulietto da Sondrio. Il direttore dell’Associazione bancaria ticinese Franco Citterio dichiara che in febbraio risultavano riemersi 85 miliardi di euro, 60 dei quali depositati in Svizzera, soprattutto in Ticino. Ma meno della metà di essi, circa 25 miliardi, sono effettivamente tornati in Italia. Per il resto si è trattato di un rimpatrio soltanto giuridico. A San Marino come saranno andati questi lunghi mesi dello scudo quater ? Ancora presto per dare dati ufficiali dicono dalla Banca Centrale, se ne parlerà la prossima settimana. Ma insomma, la sensazione è che ci sia stato un rallentamento in quei rimpatri che andranno probabilmente a finanziare la Grecia sull’orlo della bancarotta: l’Italia contribuirà circa con cinque miliardi di euro. La cifra di una delle previsioni più pessimistiche che girano sui dati finali dello scudo fiscale relativo a San Marino. Più realisticamente dovremmo essere sui quattro miliardi. Il 30 aprile è finita un’epoca: sembra che sia l’ultimo giro di valzer dell’invenzione tremontiana. E se ne apre un’altra, si spera molto meno ansiogena per la Repubblica. In molti hanno affermato che il giro di vite da parte italiana sulla Repubblica dipendesse proprio dai risultati dello scudo. “I numeri definitivi non li abbiamo ancora. Ma credo – ha dichiarato nei giorni scorsi Pier Paolo Fabbri – che ci attestiamo su un terzo della massa, come era più o meno alla fine dello scudo- ter. In chiusura dello scudo – quater si è innescata una piccola recrudescenza quando è circolata la notizia che San Marino potesse aderire allo scambio di informazioni automatico. Il contributo di San Marino è stato modesto in termini assoluti, la parte del leone l’ha fatta senza dubbio la Svizzera. Ma certamente ha inciso pesantemente su una realtà piccola come la nostra “. Ricordiamo che i dati diffusi della Banca Centrale sulla raccolta bancaria che si riferivano al mese di gennaio 2010, mostravano un quadro piuttosto segnato dallo scudo. In gennaio sono stati depositati in totale 9 miliardi e 900 milioni: 6 miliardi e 900 di raccolta diretta, i depositi, 3 miliardi quella indiretta, i mandati di gestione. Rispetto al mese precedente un calo complessivo di 290 milioni di euro, quasi 223 solo nei depositi: di fatto una sostanziale tenuta. I mesi di ottobre, novembre e soprattutto dicembre, la prima fase dello scudo fiscale, sono stati quelli più critici, con una discesa piuttosto marcata, che ha portato la raccolta complessiva da poco meno di 14 miliardi di euro a circa 10 miliardi. Gli analisti italiani segnalano che nell’ultima settimana, complici forse la lista dei potenziali evasori con conto sulla filiale svizzera della Hsbc, gli uffici degli operatori sono stati più frequentati del solito. Un primo bilancio della seconda sanatoria sembra assestarsi tra il 7 e il 10% di quanto realizzato a dicembre (anche se stime differenti parlano della possibilità di arrivare al 20-30%), e tocca più immobili che a dicembre. Anche perché la normativa sul contratto di amministrazione fiduciaria di immobili è arrivata quasi in chiusura di scudo. Si conferma che i rientri provengono soprattutto dalla Svizzera. Per gli immobili invece da paesi diversi. In gran parte si tratta di operazioni in coda a quelle fatte con il primo scudo e nel 90% dei casi riguarda ancora una volta asset finanziari. Nello scudo quater, secondo alcuni operatori, le operazioni sono mediamente più piccole (circa 300 mila euro ciascuna), contro la media di 600-700 mila euro dell’edizione precedente. In genere sono soprattutto partecipazioni, rimpatri giuridici e immobili, come prima accennato.

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