Home FixingFixing La salvezza dell’Italia? Mattone e risparmio

La salvezza dell’Italia? Mattone e risparmio

da Redazione

Che gli italiani fossero un popolo di santi, navigatori e poeti, era noto da tempo.

Oggi, però, gli italiani un popolo di risparmiatori; una qualità che continua a risollevare le sorti delle famiglie soprattutto in tempo di crisi, quando tra le rate della macchina, del mutuo o del dentista, tanti non riescono più ad arrivare alla terza settimana. Se da questo momento non fossero più erogati gli stipendi, tre italiani su dieci si ritroverebbero poveri dopo 90 giorni. Un’incidenza, questa, tra le più basse fra i sette Paesi più industrializzati del mondo (Canada, Finlandia, Germania, Italia, Norvegia, Regno Unito, Svezia e USA). In condizioni analoghe, infatti, la stessa sorte spetterebbe a più della metà dei canadesi e dei tedeschi (rispettivamente 57% e 52%) e al 46% degli inglesi. Questo, almeno, emerge da “Tema di discussione”, uno studio della Banca d’Italia che ha valutato gli indicatori di povertà nazionali, avendo riguardo anche delle attività finanziarie e reali e non solo alla massa di reddito disponibile. Pertanto, rappresentano un’ancora di salvezza per gli italiani da utilizzarsi specie per far fronte ai momenti di crisi (o quando il flusso delle entrate s’interrompe) sia quanto accantonano con fatica durante la vita, che la propensione ad investire nel mattone. Dallo studio di Bankitalia emerge, infatti, che negli altri Paesi del G7 (dove si risparmia di meno) esiste un’ampia fascia di persone che, pur avendo redditi superiori alla povertà, sono però più vulnerabili al verificarsi di eventi negativi, mentre l’Italia è il Paese “in cui questa fascia risulta più limitata, sia per una maggiore quota di risparmio precauzionale sia per l’ampia diffusione della casa di proprietà”. Nonostante Bankitalia evidenzi come il Bel Paese mostri un reddito pro capite più basso tra gli stati considerati (il 66% di quello USA contro una forchetta compresa tra il 71% e l’81% negli altri cinque Paesi), l’Italia ottiene risultati migliori sotto il profilo del benessere, con un rapporto tra ricchezza netta e reddito disponibile pari all’8,3%, contro l’8,2% della Gran Bretagna, il 7,4% di Francia e Giappone, il 6,4% degli Usa e il 5% abbondante di Canada e Germania. Infine, gli italiani esibiscono la più bassa incidenza di povertà relativa tra le famiglie il cui capo ha 55 anni o più, quando con ogni probabilità il mutuo è stato pagato e il sogno della casa di proprietà si è ormai realizzato.

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