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La ricchezza del Titano viene investita in Italia

da Redazione

L’80% degli IDE sammarinesi vengono riversati sul territorio della Penisola. Gli stipendi dei 6.653 frontalieri generano un valore di 141,4 milioni.

Anche la cronaca di questi giorni conferma purtroppo la sistematica sottovalutazione da parte dei media italiani degli elementi economici di forte positività che l’economia sammarinese produce per l’Italia e in particolare per il circondario. E’ necessario che le relazioni tra i due Paesi possano essere concepite secondo una logica maggiormente win-win. Si tende frequentemente ad avvalorare – perlomeno sulla stampa – l’ipotesi che la Repubblica di San Marino costituisca una fonte di danno. Al contrario, i numeri dimostrano che non è affatto così. Gli Investimenti Diretti Esteri (IDE) sono investimenti effettuati da parte di un soggetto residente in un Paese per stabilire una relazione di lungo termine ed acquisire interessi durevoli e di controllo in un’impresa residente in un altro Paese. Nel 2007, gli IDE sammarinesi verso l’estero ammontavano a 277,22 milioni di euro (207,62 milioni di euro nel 2006), mentre gli investimenti provenienti dall’estero in ingresso a San Marino sono stati pari a 12,4 milioni di euro (16,2 milioni di euro). Dai dati si ricava come una quota dei flussi di IDE in uscita da San Marino – l’80%, pari a circa 221,7 milioni di euro (166,1 milioni di euro nel 2006) – sia destinata ad investimenti diretti al tessuto economico italiano. Questo valore ha un forte significato nei rapporti economici tra i due Paesi. Indica, infatti, che parte della ricchezza generata dalle imprese sammarinesi è investita in Italia e contribuisce a generare valore per il suo territorio. Nel 2008 i frontalieri occupati a San Marino sono stati 6.653 e hanno percepito un reddito medio annuo netto pari a 21.262 euro. Il sistema economico di San Marino genera dunque attraverso il suo mercato del lavoro ricchezza per l’Italia per un valore complessivo di 141,4 milioni di euro (130 milioni di euro nel 2007), determinato dal reddito annuo percepito e successivamente consumato, investito o risparmiato prevalentemente in Italia. Nel 2008 il PIL pro capite sammarinese si è attestato su di un valore di 41.446 euro, nettamente superiore rispetto al valore medio italiano, pari a 26.728 euro (dati 2008). Questa elevata ricchezza significa anche maggiori consumi finali da parte dei cittadini. Si calcola che nel 2008 ogni nucleo familiare sammarinese abbia sostenuto un consumo totale medio all’anno pari a 34.120 euro e che una quota di tali consumi – circa il 27,9%, pari a 9.519 euro annui per famiglia – sia stata consumata in Italia. Considerando che nella Repubblica di San Marino risiedono 13.364 famiglie, possiamo affermare che i consumi delle famiglie sammarinesi in Italia ammontano ogni anno a circa 127,1 milioni di euro (122 milioni di euro nel 2007). Nel 2008 San Marino ha importato dal mondo beni e servizi per un valore di circa 3,16 miliardi di euro. Nello specifico, San Marino “acquista” dall’Italia merci e servizi per un valore di circa 2,59 miliardi di euro, importo che equivale a un peso dell’82% sul totale dell’import. Di questa cifra, 458 milioni di euro, pari al 17,7%, provengono dalla regione Emilia-Romagna (dati 2008). A questi dati vanno aggiunti i 34 milioni di euro di ricadute positive del turismo sammarinese in Italia. Va sottolineato inoltre che, con riferimento ad alcune delle categorie citate, non esiste da parte italiana un’analoga contropartita: né con riferimento al flusso di IDE, né in relazione ai lavoratori sammarinesi impiegati in Italia (una esigua minoranza) e solo parzialmente sul versante delle esportazioni verso l’Italia. Si può quindi affermare che la Repubblica di San Marino costituisce una fonte di vantaggio economico per il Sistema Italia. Se teniamo poi conto del fatto che i benefici economici prodotti da San Marino tendono a concentrarsi su un’area territorialmente piuttosto concentrata (le province di Rimini, Pesaro e Urbino), il contributo che genera a favore dell’Italia è destinato ad assumere una connotazione di ulteriore rilevanza.

 

Recent news reports sadly confirm the systematic underestimation by the Italian media of the strongly positive elements that San Marino’s economy produces for Italy, and in particular for those parts of Italy directly bordering with San Marino. It must be possible to view relations between the two countries in a way that gives greater emphasis to a logic of “win-win”. There is a frequent tendency, at least in the press, to foster the notion that the Republic of San Marino is a source of harm. Official figures, however, show that this is absolutely untrue. Direct foreign investments (DFI) are investments made by a subject resident in one country so as to establish a long-term relationship and to acquire lasting and controlling interests in a company resident in another country. In 2007, San Marino’s DFI amounted to €277.22m (€207.62m in 2006), while investments entering San Marino from abroad amounted to €12.4m (€16.2m in 2006). Data show that a certain quota of the flow of DFI leaving San Marino – some 80%, equivalent to about €221.7m (€166.1m in 2006) – is destined for investments in Italy’s economic structures. This value is of great significance in economic relations between the two countries, indicating in fact that a part of the wealth generated by San Marino’s enterprises is invested in Italy, and contributes in the generation of value for this territory. In 2008, 6653 cross-border workers were employed in San Marino, receiving an average net annual salary of €21,262. San Marino’s economic system therefore generates wealth for Italy through its labour market for an overall value of €141.4m (€130m in 2007), deriving from the annual income received and subsequently spent, invested or saved prevalently in Italy. In 2008, San Marino’s per capita GDP amounted to €41,446, distinctly greater than the average value of €26,728 for Italy (2008 data). This high level of wealth also means greater spending by citizens as final consumers. It is calculated that in 2008, each family nucleus of San Marino spent an average annual total of €34,120, and that part of this sum – about 27.9%, equivalent to €9,519 per year for each family – was spent in Italy. Considering that the Republic of San Marino has a resident population of 13,364 families, we can calculate that in 2008 our country’s families spent some €127.1m in Italy (€122m in 2007). In 2008, San Marino imported goods and service from the rest of the world for a total value of around €3.16 billion. More specifically, San Marino purchased goods and services from Italy for about €2.59 billion, equivalent to 82% of total imports. Of this sum, 17.7%, equivalent to €458m, came from the Emilia Romagna Region (2008 data). To these data the sum of €34m of positive effects deriving from San Marino’s tourist flows towards Italy can be added. It should also be emphasized that with regard to some of the categories cited, there is no similar reciprocal relationship from the Italian side, either for DFI flows or for San Marino workers employed in Italy (a very small minority), and there is only a partial correspondence for exports towards Italy. It can therefore be affirmed that the Republic of San Marino actually represents a source of economic benefit for Italy. If we then consider that the economic benefits produced by San Marino tend to be focussed in a reasonably concentrated area – the provinces of Rimini and Pesaro-Urbino – the contribution that this country makes in Italy’s favour is destined to take on even greater significance.

Saverio Mercadante

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