Home FixingFixing “Riposizionare l’immagine puntando sulla Riviera”

“Riposizionare l’immagine puntando sulla Riviera”

da Redazione

Il Segretario Berardi: “Abbiamo un piano a breve, medio e lungo termine”. E ancora: “Dobbiamo convincere i nostri turisti a fermarsi qualche ora in più”

Da un lato l’inserimento tra i patrimoni dell’umanità, dall’altra una crisi che sta attanagliando tutti i settori, compreso quello del turismo. San Marino è questo. Eppure mille e settecento anni di storia e tradizioni conosciuti ed ammirati in tutto il mondo, un territorio che offre panorami mozzafiato, una spiaggia a pochi chilometri di distanza che resta il paradiso in terra per tanti villeggianti, dovrebbero assicurare al Titano un’attrattività di tutto rispetto.
Che a San Marino il settore del turismo (e di concerto quello del commercio) abbia bisogno di una riflessione seria ed un lavoro certosino da parte delle istituzioni e di tutti gli operatori, non è certo una novità. Qualcosa di nuovo si sta cominciando a vedere – a partire proprio dall’inserimento nell’ambita lista dell’UNESCO, anche se la strada resta lunga. L’importante è incominciare ad avere le idee chiare su quello che è oggi San Marino e quello che vuole (e potrebbe) diventare.
San Marino Fixing inizia questa riflessione sul turismo, che proseguirà anche nelle prossime settimane, parlando proprio con il Segretario di Stato Fabio Berardi. La crisi mondiale e le problematiche insite nel sistema San Marino – è un dato di fatto – nei prossimi anni manderanno in sofferenza i conti dello Stato. Ragionando come ‘azienda’, il Governo dovrà recuperare entrate dagli altri settori, e il turismo dovrebbe presumibilmente essere la principale fonte. Questo però è un lavoro che richiede idee e collegialità nelle decisioni.
“Solo recentemente l’Italia ha elevato a rango di Ministero il turismo, noi abbiamo fatto di più, e prima. L’importanza del turismo per San Marino è vitale: è poi vero anche che questo è il settore che, in termini di sviluppo e rilancio, necessita meno di modifiche strutturali, rispetto al comparto manifatturiero o finanziario, tanto per fare degli esempi. Il nostro Governo ha deciso di trattare il settore come un sistema, e in cabina di regia abbiamo messo un coordinamento di ben quattro Segreterie di Stato: Commercio, Cultura, Territorio e naturalmente la mia, che svolge un ruolo di coordinamento. Uno dei primissimi punti del nostro programma è il riposizionamento dell’immagine di San Marino, a partire ovviamente dall’inserimento nei patrimoni dell’UNESCO. Vogliamo fare emergere la nostra unicità, che nasce dalla nostra storia, dalla nostra cultura di democrazia e libertà. Ai 44 siti italiani aggiungiamo con orgoglio anche il nostro”.
I numeri però parlano di una costante emorragia di presenze. Come pensate di invertire la tendenza?
“Abbiamo un piano che prevede strategie a breve, medio e lungo termine. Gli indicatori dicono che la crisi farà stare i turisti quest’estate in Italia, e sceglierà principalmente le località di Emilia-Romagna e Veneto. Nello specifico sul nostro bacino di riferimento, che è quello dell’Adriatico centrale, si parla di una previsione di 20 milioni di visitatori: dobbiamo essere presenti per far conoscere la nostra offerta, e far crescere la voglia di venire a visitare il nostro Paese, incrementando la presenza escursionistica. Abbiamo in cantiere una campagna promozionale su questo bacino di riposizionamento del nostro marchio e della nostra immagine, che non può più essere quella poco indovinata del paese da favola, quindi dobbiamo fare leva sul richiamo dei nostri eventi. A medio termine invece occorre puntare su strategie di comunicazione che spingano sull’enogastronomia, sui congressi e così via. E nello stesso tempo è indispensabile intervenire sulle infrastrutture: parcheggi, servizi, accessi. Ma soprattutto tra San Marino e lo sviluppo economico c’è un muro, che si chiama Superstrada, e negli anni ha perso la sua funzione di collegamento veloce con la Riviera”.
Avete detto che l’immagine di San Marino come ‘tutto un altro mondo’ non rispecchia la vera identità del turismo sammarinese. Ma quale modello turistico volete individuare?
“Innanzitutto non abbiamo intenzione di abbandonare la Riviera, questo è un concetto che deve essere molto chiaro. I turisti di Rimini e circondario sono sempre anche nostri turisti, solo che desideriamo convincerli che può essere piacevole per loro trascorrere più tempo sul Titano, che può essere un’esperienza stimolante non soltanto quando piove ma anche quando si vuole fare una passeggiata al fresco, magari la sera. Ci sono poi momenti che se sono conosciuti sanno essere estremamente affascinanti, cito soltanto il cambio della guardia davanti a Palazzo Pubblico, che incanta sempre i visitatori sul Pianello. Se riusciamo a farlo sapere a chi trascorre la propria giornata in Riviera sarebbe già un risultato importante. Il punto di partenza, insomma, è di riuscire a valorizzare quanto già di buono c’è a San Marino. E magari potenziando la nostra comunicazione su internet, che è ancora incompleta e insufficiente, a fronte di un numero incredibile di potenziali visitatori che sceglie proprio questo strumento per decidere dove andare in vacanza”.
Abbiamo parlato degli eventi. Al di là di quelli consolidati, cosa avete in cantiere?
“Con quattro Segreterie di Stato che lavorano a contatto di gomito è possibile ampliare di molto il panorama delle idee da mettere in campo. Faccio un esempio, l’Università. Grazie alla collaborazione con la Segreteria alla Cultura è stato avviato un progetto per un campus con l’Università di Princeton. Questo significa portare quest’estate una trentina di studenti che faranno base sul nostro territorio con i propri insegnanti ed accompagnatori, per poi visitare anche il circondario. Ma è un progetto che ha potuto prendere corpo soltanto perché stiamo facendo sistema anche con l’Università degli Studi di San Marino. Sempre con l’Università c’è l’idea di realizzare da noi una biennale di design industriale, e tutta una serie di altri eventi. E poi c’è lo sport: anche con il Comitato Olimpico siamo al lavoro per un accordo che ci permetta di moltiplicare gli eventi, dai più piccoli ai più grandi.Se ogni federazione, in maniera coordinata, ne mettesse in campo almeno uno l’anno, avremmo un cartellone di appuntamenti capace di portare e tenere turisti tutto l’anno”. Servono idee, appunto. E tanto impegno per riuscire a realizzarle.
Loris Pironi
 

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