E’ ormai arrivata sul rettilineo finale la bozza del documento del tavolo tripartito che da settimane sta vedendo al lavoro i rappresentanti del governo, i sindacati e le associazioni di categoria. Se ne parla tanto che forse è il caso di rispiegare a cosa servirà questo documento. I molteplici obiettivi sono la tutela dei posti di lavoro e delle aziende in questa fase di crisi, una ulteriore garanzia per le famiglie, e una risposta al grido di allarme delle aziende che da tempo chiedono iniziative per rilanciare l’economia.
E’ ormai arrivata sul rettilineo finale la bozza del documento del tavolo tripartito che da settimane sta vedendo al lavoro i rappresentanti del governo, i sindacati e le associazioni di categoria. Se ne parla tanto che forse è il caso di rispiegare a cosa servirà questo documento. I molteplici obiettivi sono la tutela dei posti di lavoro e delle aziende in questa fase di crisi, una ulteriore garanzia per le famiglie, e una risposta al grido di allarme delle aziende che da tempo chiedono iniziative per rilanciare l’economia. Senza dimenticare che in questo contesto si è deciso di trovare l’accordo anche per la parte economica dei rinnovi contrattuali.
La trattativa, pur avviata alla conclusione, non è ancora terminata, ma il quadro generale delle proposte del Governo è ormai piuttosto chiaro. Il documento poteva essere più coraggioso? Sicuramente. Sarebbe stato interessante poter verificare idee più forti e convincenti da parte del Governo. Con altrettanto interesse avremmo pubblicato le proposte di sviluppo del sindacato, che invece si limita a condividere le difficoltà per poi ignorare i fatti che accadono ai lavoratori e alle imprese. Difendere i diritti di chi conserva il posto di lavoro va bene, prima però occorre pensare a chi ha perso o potrebbe perdere il lavoro.
Le categorie economiche, e l’ANIS in particolar modo, hanno chiesto di condividere idee concrete per far si che nuovi investimenti scelgano il nostro paese per poter ricreare economia e posti di lavoro.
Tuttavia nella sostanza questo non è avvenuto. Il documento quindi è appeso ad un filo sottile perché contiene solo numerosi buoni propositi: nella speranza che le parti poi riescano – a differenza degli ultimi due rinnovi contrattuali – a rendere concretezza queste ambizioni. Ma ciò che dovrebbe essere chiaro a tutti, perché interesse comune, è che questo deve essere il punto di partenza, per ridare finalmente competitività al sistema.