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Non c’è sviluppo senza innovazione e ricerca

da Redazione

“Sviluppo attraverso innovazione e ricerca” è l’evento organizzato nei giorni scorsi dalla segreteria di Stato per la Giustizia, l’informazione, la ricerca e i rapporti con le Giunte di Castello al Grand Hotel di San Marino. Dagli incubatori di impresa ai casi eccellenti dell’Emilia-Romagna. In cattedra al GH di San Marino anche il direttore dell’USBM Silvia Rossi.
 

Uno dei risultati più fermi dell’analisi economica è il nesso che corre tra gli investimenti in ricerca e innovazione di un’economia e la sua capacità di accrescere il livello di benessere nel tempo. Materia che è stato il perno su cui si è mosso il convegno “Sviluppo attraverso innovazione e ricerca”, l’evento organizzato dalla segreteria di Stato per la Giustizia, l’informazione, la ricerca e i rapporti con le Giunte di Castello e ospitato, venerdì 12 febbraio, al Grand Hotel di San Marino.
“A partire dal 2006 – ha spiegato il direttore dell’Ufficio di Stato Brevetti e Marchi Silvia Rossi – lo Stato si è dotato di uno strumento legislativo (legge 27 gennaio 2006 n. 19) destinato a stimolare e promuovere la ricerca industriale all’interno delle realtà produttive della Repubblica di San Marino. L’impegno finanziario dello Stato si è manifestato negli articoli delle successive leggi di bilancio che hanno finanziato la quota di credito agevolato erogabile (4 ml. di euro nel 2007 e nel 2008, 5 ml. per il 2009), con interessi a carico dello Stato, per progetti di ricerca approvati da un Comitato Esperti Valutatori (CEV), al termine di una procedura di esame documentale. La legge, oltre allo strumento del credito agevolato prevede anche il credito d’imposta e dal 2008 anche, in alternativa, gli sgravi contributivi”.
Per il professor Carlo Branzaglia, responsabile del Design center di Bologna, “negli ultimi anni si è assistito alla frequente coniugazione del termine ‘design’ con quello di ‘innovazione’. In ambito formativo, innanzitutto, con la nascita di istituti che portano entrambi i titoli nel proprio titolo. L’importanza di un’innovazione che abbia in sé le caratteristiche della teoria e della prassi, ovvero che rappresentino scatti concettuali ma incarnati in artefatti, è esattamente il motivo che spinge a questa equazione. Nel suo obiettivo originale di risolver ei problemi, dando forma a ciò che forma non ha, il design diventa elemento centrale di processi innovativi, essendo in grado di contestualizzare le stesse innovazioni tecnologiche”.
Il professor Tiziano Bursi invece ha analizzato gli incubatori di imprese innovative, tracciando alcune esperienze nell’università italiana. “Da circa 15 anni le Università e i Centri di Ricerca pubblici focalizzano le loro attenzioni sul tema della commercializzazione dei risultati delle ricerche, mutuando una tendenza diffusa nelle principali Università europee. Ciò ha portato alla definizione di politiche accademiche indirizzate sia alla tutela e allo sfruttamento della proprietà intellettuale e sia alla creazione di nuove imprese technology based. Nella scelta dei meccanismi e delle forme di incentivo – volti a supportare in modo efficace la creazione di start-up dalla ricerca – si è seguito il modello statunitense, basato sull’organizzazione di business plan competition e sulla nascita di incubatori d’impresa”.
La prima competition accademica nasce a Bologna nel 2000 con il nome di “Start Cup”. Nel 2009, alla decima edizione svoltasi a perugina, sono state organizzate 59 business plan competiton che hanno coinvolto 38 Università italiane e i due principali Centri di Ricerca italiani: CNR e ENEA.
Le iniziative della Regione Emilia-Romagna in favore dell’innovazione e della creazione d’impresa sono state al centro dell’intervento del-l’ingegner Leda Bologni.
“Negli ultimi anni – ha spiegato – a partire dall’assegnazione della competenza per la Ricerca industriale alle Regioni, l’Emilia-Romagna ha avviato un intenso programma di promozione della crescita economica del territorio mediate l’innovazione utilizzata come leva strategica per una competizione vincente delle imprese regionali nel confronto con i concorrenti”. Tra i programmi di maggior spicco, Bologni ha fatto il punto sul PRRIITT (Programma Regionale per la Ricerca Industriale, l’Innovazione e il Trasferimento Tecnologico) e sulla sovvenzione globale Spinner.
“Una nuova economia reale, fondata sull’innovazione competitiva e orientata allo sviluppo sostenibile, dovrà emergere dalla crisi in atto e dovrà costituire il contesto necessario per una crescita forte, sostenibile e bilanciata”. Con queste parole l’ingegner Francesco Jovane ha aperto le “Politiche di valorizzazione della ricerca e innovazione industriale.
“L’Europa ha anticipato questa prospettiva nell’European economic recovery plan, in Eureka e in altre iniziative nazionali, adottando il paradigma proposto da Manufuture: Competitive Sustainable Manufacturing. Il CSM richiede la trasformazione del sistema industriale (verso prodotti/servizi, processi, business, models ad alto valore aggiunto, basati sulla conoscenza) e di quello della ricerca, innovazione e formazione, che deve divenire sempre più competitivo e sostenibile sul mercato europeo e globale”.
Per l’ingegner Epifanio Troina “per realizzare ambienti favorevoli allo sviluppo di aziende innovative e alla creazione di iniziative imprenditoriali ad alta intensità di conoscenza che siano in grado di produrre valore al territorio, occorre stimolare le imprese. Le tecnologie, per essere valorizzabili efficacemente da parte delle imprese, richiedono di transitare attraverso un processo di trasferimento capace di determinare una sempre maggior armonizzazione tra gli indirizzi di ricerca e le esigenze di sviluppo industriale del territorio. Lavorare in rete rappresenta un volano altamente significativo ed efficace per lo svilippo dell’intero territorio, ottimizzando risorse ed individuando sinergie con casi di successo già presenti, attivando inoltre una serie di figure professionali destinate a queste attività. In questo quadro ritengo che San Marino possa ritagliarsi uno spazio e fungere da catalizzatore di una rete di collaborazioni tra soggetti pubblici e privati, nell’area della R&S, per favorire la crescita della competitività del territorio. Ma penso anche a progetti di qualità per la valorizzazione del patrimonio ambientale, artistico e culturale, e anche alla valorizzazione del centro storico di San Marino insieme ai centri storici di San Leo e Rimini, dal mare al monte, con progetti che si intercetteranno con interventi innovativi delle stesse imprese”.
Alessandro Carli
 

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