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San Marino, relazioni industriali: la nuova era

da Redazione

Ci sarà un unico contratto con efficacia erga omnes in ogni settore.

 

di Daniele Bartolucci

 

Una nuova era per le relazioni industriali a San Marino. Il Consiglio Grande e Generale ha infatti approvato in seconda lettura la Legge che introduce il principio della rappresentatività nella contrattazione collettiva, decretando che l’unico contratto con validità erga omnes in un determinato settore sia quello sottoscritto dalla maggioranza.

Si tratta di un’importante riforma che rinnova la Legge 17 febbraio 1961, allineandola al contesto economico e sociale, fortemente cambiato in oltre mezzo secolo. La nuova normativa, che entrerà in vigore quindici giorni dopo la sua pubblicazione (il testo è stato emendato in alcuni articoli, per cui occorre attendere qualche giorno per la versione ufficiale), fa infatti chiarezza su diversi aspetti, in particolare sui requisiti che le associazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro devono possedere per essere registrate e quali per poter partecipare ai diversi tavoli della contrattazione collettiva, anche se la parte che più interessa agli imprenditori è ovviamente che solo un contratto di lavoro può avere efficacia erga omnes in quel settore. L’altro aspetto importante per le imprese e la gestione del proprio lavoro, è che sono state formalizzate anche le nuove regole per i permessi e le ore di assemblea: d’ora in avanti dovranno essere ripartiti tra le Organizzazioni sindacali in misura proporzionale al numero totale degli iscritti nel settore di riferimento.

Anche in questo caso si può parlare di intervento chiarificatore, come quello sulla contrattazione collettiva.

Da alcuni anni infatti in alcuni settori, fra i quali l’Industria e l’Artigianato, esistevano due contratti, entrambi con efficacia erga omnes, fatto che creava incertezza, turbativa e conflitti. Con questa nuova legge, che abroga diverse norme previgenti, i lavoratori non possono più richiedere l’applicazione delle clausole di miglior favore contenute nei diversi contratti esistenti: il cosiddetto “contratto spezzatino” con parti di un contratto e parti di un altro, non sarà dunque più possibile, dando la possibilità finalmente agli imprenditori di pianificare al meglio il loro business facendo i conti sulla sicurezza dell’unico contratto vigente.

Non solo, con l’introduzione del principio della maggiore rappresentatività è chiaro che nei vari settori, da ora in poi, l’unico contratto di settore con validità erga omnes sarà quello che rappresenta la maggioranza dei lavoratori di quel determinato settore (rappresentati dai sindacati) e delle imprese che li occupano, evitando che quella stessa maggioranza debba sottostare indirettamente alle condizioni imposte dalla minoranza (perché il lavoratore poteva prendere le clausole di miglior favore, appunto, dall’altro contratto). E viene meno il rischio, previsto invece dalla precedente normativa probabilmente perché al tempo i numeri erano ben diversi, che un eventuale altro contratto anch’esso con validità erga omnes sia sottoscritto da associazioni che in quel settore specifico non rappresentano né una sola impresa, né tantomeno un solo lavoratore. Paradossalmente questa stortura si verificava anche nella situazione opposta, ovvero laddove un’associazione di imprese rappresenti il cento per cento delle imprese e dei lavoratori occupati in quel settore, non poteva sottoscrivere il proprio contratto perché magari i numeri erano talmente piccoli da non rientrare nei requisiti fissati dalla Legge del ’61. E settori con poche decine di imprese, ma magari centinaia di dipendenti, a San Marino ce ne sono: per non tirare in ballo tutti e nessuno, citiamo quello a cui siamo più affini professionalmente e che si sta concretizzando proprio in questi mesi, ovvero quello dei giornali e dei giornalisti, che dovranno a breve imbastire il tavolo della contrattazione. La Legge approvata in Consiglio Grande e Generale prevede infatti una deroga in tal senso ai requisiti minimi, proprio per quei settori più piccoli per natura, lasciando più o meno invariati quelli per la registrazione di sindacati e associazioni di imprese, che comunque avranno un periodo transitorio di 10 anni per rientrare nelle nuove soglie di iscritti. Con questa serie di modifiche alla vecchia normativa, infatti, anche associazioni piccole ma altamente rappresentative del proprio settore di riferimento avranno la possibilità di fare un proprio contratto, così come altre associazioni si troveranno ad essere grandi e maggiormente rappresentative in determinati settori e per questo avranno diritto di sottoscrivere il contratto, ma al tempo stesso piccole e poco rappresentative in altri settori, in cui gli interessi sono probabilmente minori. La rappresentatività, principio democratico riconosciuto anche dall’Organizzazione Mondiale del Lavoro, è in sintesi questo: si premia chi realmente rappresenta quel settore, siano essi i lavoratori occupati (e quindi i sindacati) o le imprese (quindi le loro associazioni o le coalizioni di associazioni, visto che in pochissimi settori un’unica associazione avrà da sola il 51%) che in un determinato settore hanno più iscritti e perciò hanno anche più interessi ed esperienza, ma soprattutto generano più posti di lavoro. L’obiettivo della Legge è infatti quello di agevolare, per quanto di competenza, le relazioni industriali e favorire il rilancio dell’occupazione, rilancio che passa attraverso un più generale sviluppo dell’economia sammarinese. Economia che sta lentamente cercando di ripartire e che, grazie ad esempio alle assunzioni nel settore manifatturiero, ha chiuso un 2015 finalmente con il segno positivo dopo tanti anni di rosso. Motivo per cui, dopo aver dimostrato una buona dose di concretezza sull’attesa riforma della contrattazione collettiva, dalla politica ora ci si attende la stessa speditezza nel portare a compimento tutte le altre riforme sul tavolo, dall’introduzione dell’IVA alla sostenibilità del sistema previdenziale, fino all’accordo di associazione con l’Unione Europea che permetta una sempre maggiore operatività delle imprese sammarinese sul mercato continentale.

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